Credits: Minardi
Credits: Minardi

Certi amori non finiscono, fanno giri immensi e poi ritornano. Così si può riassumere quello che ha vissuto negli ultimi giorni Paolo Barilla, uomo imprenditoriale ma soprattutto ex-pilota che in Bahrain ha annunciato insieme a Domenicali la nuova partnership tra l’azienda Barilla e la Formula 1. L’accordo, su base pluriennale e che vedrà la comparsa dello storico marchio italiano dei produttori di pasta a bordo pista sui circuiti del Mondiale, segna anche il ritorno (in una veste nuova) di Paolo nel motorsport dopo una carriera vissuta a tutta velocità e con grande passione.

Dagli inizi con i kart alla vittoria di Le Mans

Paolo Barilla, nato a Milano il 20 aprile 1961, si è innamorato delle auto dopo aver incontrato Enzo Ferrari (che era amico del papà Pietro) nel suo ufficio e nel vecchio Reparto Corse a Maranello. Nonostante il mancato appoggio finanziario del padre, Paolo cominciò a gareggiare con i kart nel 1975 e si fece notare l’anno dopo con la vittoria del titolo nel Campionato Italiano Karting 100 cm3. Nel 1980 passò alle ruote scoperte debuttando nella Formula FIAT Abarth e l’anno successivo salì di categoria disputando la Formula 3 italiana, campionato dove vinse due gare a Varano e Pergusa a bordo di una Martini MK34-Alfa Romeo e conquistò 44 punti per un ottimo terzo posto in classifica.

Nel 1982 fece il suo debutto nella Formula 2 europea gareggiando con il team Minardi, una squadra giovane e con la quale condividerà un legame molto forte. Purtroppo, anche a del ritiro di Pirelli come fornitore di pneumatici, la loro campagna in F2 non fu molto fortunata e Paolo non conquistò alcun punto, ma si rifarà negli anni successivi nel Mondiale Sport Prototipi, facendosi notare con Lancia e conquistando tre podi nel 1984 a Monza, Nurburgring e Kyalami con Martini Racing affiancandosi a piloti come Pierluigi Martini, Alessandro Nannini e Riccardo Patrese. Il rapporto con la casa italiana però non fu dei migliori e dopo qualche incomprensione non gli venne rinnovato il contratto per il 1985.

Porsche 956 Barilla 24h Le Mans 1985
Credits: Porsche Motorsport / X.com

La fortuna però volle che, in quel periodo, Reynold Joest stesse cercando un pilota per guidare una delle sue Porsche: Barilla lo chiamò e dopo aver parlato con lui ottenne il sedile. Con le vetture di Stoccarda raggiunse l’apice della sua carriera con la vittoria al debutto nella 24 Ore di Le Mans sulla 956 #7 NewMan insieme ai tedeschi Klaus Ludwig e John Winter e conquisterà altri due podi nel Mondiale 1985 a Hockenheim e Spa e un altro successo nel 1986 al Fuji nel 1986. Insieme a Porsche e Joest disputò anche l’IMSA dove vinse a Miami nel 1986 e conquistò il secondo posto alla 12 Ore di Sebring del 1988 prima di passare in Giappone alla Toyota.

Ritorno alle ruote scoperte e il capitolo F1 con Minardi

Nel frattempo, Barilla ritornò a cimentarsi nelle monoposto tra la Formula 3000 europea e quella giapponese: in quest’ultima, con un secondo posto a Mine nel 1989, si fece notare proprio da Minardi e, dopo alcuni test effettuati, venne scelto per sostituire l’infortunato Pierluigi Martini al GP Giappone di Formula 1. Qualificatosi in 19a posizione a circa mezzo secondo dal compagno di squadra Luis Pérez-Sala, la sua gara finì subito per un problema alla frizione ma Paolo venne comunque confermato da Giancarlo per affiancare il rientrante Martini come secondo pilota titolare del team Minardi per la stagione 1990.

Barilla Minardi GP Monaco F1 1990
Credits: Minardi

L’entusiasmo iniziale fece però subito spazio alla frustrazione con un Barilla che non riuscì mai ad essere veloce e, al contrario dell’esperto compagno di squadra, finirà per non qualificarsi in 6 gare (di cui tre di fila a Monza, Estoril e Jerez) e raggiungere un 11° posto ad Imola come miglior risultato. Tali prestazioni convinsero Giancarlo a sostituirlo a favore di Gianni Morbidelli nelle ultime due gare di Suzuka e Adelaide e Paolo, nonostante qualche sporadica apparizione tra le vetture sport, decise di appendere il casco al chiodo e di dedicarsi all’imprenditoria presso l’azienda di famiglia, cominciando presso Barilla France e ottenendo nel 1994 l’attuale ruolo di vicepresidente del gruppo Barilla.

Il suo amore per le corse però non passò mai: nel 2002 disputò il Rally Dakar con un camion Mercedes, finendo all’ottavo posto insieme all’imprenditore amico Matteo Merzotto nei panni di co-pilota. Paolo partecipò al rally raid anche nel 2004 e nel 2006, conquistando rispettivamente un 18° e un 20° posto, mentre nel 2014 vinse il Gran Premio Storico di Monaco nella Formula 3 con una Chevron B34. Nel 2017, inoltre, egli partecipò al film documentario sulla restaurazione di una Ferrari 312B, monoposto che guidò al Gran Premio Storico di Monaco del 2016. A testimoniare che, nonostante l’avanzare dell’età, la passione per il motorsport rimane la stessa e per lui, atteso da questo nuovo capitolo, ha sempre avuto un “sapore romantico”.

Andrea Mattavelli