F1 | Esclusiva, Mario Andretti: “Cadillac-F1 traguardo raggiunto. Questo ruolo mi diverte”
In questa intervista esclusiva abbiamo parlato con il campione del Mondo 1978 Mario Andretti, che ci ha fornito alcuni insight sull’entry di Cadillac per il 2026
L'annuncio giunto settimana scorsa del via libera da parte di FIA e Liberty Media sulla candidatura di Cadillac e GM come 11° team a partire dal 2026, aprirà uno scenario che si realizzerà per la prima volta dal 2016. Una grande notizia per una Formula 1 che punta sempre più ad espandersi e anche per la famiglia Andretti, che ha lavorato più di tre anni per realizzare il sogno di entrare in Formula 1 con una squadra. Lo farà con Cadillac e GM come partner e, per capire come stanno andando le cose, abbiamo parlato in esclusiva con Mario Andretti, che ci ha fornito alcuni dettagli su quella che è la situazione attuale della squadra e quelle che sono le decisioni che dovranno essere prese da qui al 2026 (clicca qui per leggere l'intervista in inglese).
La news dell’apertura all’ingresso di Cadillac in Formula 1 dal 2026 è enorme per la F1 e per te: cosa significa per te nello specifico, dal punto di vista personale, questo ruolo non-esecutivo che ti hanno offerto nel progetto?
Questo per noi era un traguardo, ne stavamo parlando da quasi 3 anni e adesso, finalmente, tutto è a posto, tutti sono d’accordo. È un regalo di Natale. Adesso andiamo avanti, c’è tanto da fare da qua in poi, ma la situazione interna è molto chiara e questo è importante.
Puoi raccontarci qualche retroscena di come Cadillac ti ha approcciato offrendoti questo ruolo? La decisione di tuo figlio Michael di fare un passo indietro ha influito sul tuo coinvolgimento?
Il mio ruolo non-esecutivo era stato previsto sin da subito, anche nel caso in cui Michael fosse rimasto in carica nella squadra, questo perché mi interessa e voglio far parte di questo. La F1 per me e per la mia vita è molto importante, questo ruolo mi diverte, posso dare i miei suggerimenti e partecipare ed è quello che mi interessa. Su Michael, ha preso questa decisione, se ne può parlare ma il fatto è che lui è contentissimo della situazione, il suo desiderio si è avverato e sarà sempre qui, non sparirà del tutto.
Quando avete realizzato che la decisione della F1 sull’ingresso di Cadillac sarebbe stata positiva?
La decisione ufficiale è giunta a me il giovedì nel pomeriggio precedente alla gara di Las Vegas. C’è stata una riunione tra di noi (FIA, Liberty Media e Cadillac-Andretti, ndr) nella quale tutto è andato al proprio posto.
Il ruolo di Andretti Global
Puoi spiegarmi qual è il coinvolgimento di Andretti Global nella gestione delle operazioni?
Il management e la gestione sarà in mano alla squadra (TWG Global, ndr), Cadillac potrà dare i propri suggerimenti, ma il loro ruolo è più sul piano tecnico, come per esempio per la power unit. C’è tanto da fare, ma so che i lavori sono già partiti. Non partiamo da zero. La gestione della squadra è più o meno quella che c’era in precedenza, non è cambiato niente. Cadillac sarà l’entrante ufficiale della squadra.
A che punto è lo sviluppo della vettura che userete nel 2026?
Non posso fornire particolari, ma i lavori sono già partiti. Siamo già stati in galleria del vento in Germania (nella galleria del vento di Toyota, ndr). Noi abbiamo iniziato a lavorarci quando le cose non erano ancora ufficiali, sperando sempre che alla fine le cose potessero risolversi. Il tempo passava e non potevamo comunque ridurci all’ultimo secondo, abbiamo continuato a lavorare. La squadra è già al 70% dal punto di vista della forza tecnica.
Dal punto di vista del personale, quanto è difficile dover coprire tutte le posizioni presenti nella struttura tecnica della squadra?
Questo è un lavoro che continua ad andare avanti, le cose sono sempre in cambiamento e tutte le squadre sono alla ricerca di persone capaci e specializzate. È bello vedere le richieste che ci giungono da persone con molta esperienza e che vorrebbero far parte di questo progetto. Siamo lieti e in una bella posizione per andare avanti bene.
Tema Power Unit: quando le prime voci di un vostro ingresso sono uscite, si diceva che questo team avrebbe avuto per i primi anni la fornitura di PU Renault. La notizia della chiusura del programma di Viry-Chatillon ha in qualche modo cambiato i vostri programmi? A che punto erano i dialoghi (se c’erano) con la casa francese?
Le discussioni c’erano, era una cosa che si sapeva. La decisione non era in mano a noi, loro hanno deciso di lasciare, ovviamente è una situazione chiusa, ma ci sono altre possibilità.
“Avere il motore Ferrari? Sarebbe uno scenario perfetto”
Mi sembra che la scelta ora non sia ampia per una power unit: Mercedes fornirà 4 team, Honda avrà in esclusiva Aston Martin, escludendo Audi e Ford, resta Ferrari. Una partnership biennale con la Scuderia è lo scenario più plausibile?
Senz’altro, per conto mio sarebbe perfetto. Sai che cosa rappresenta per me la Ferrari, tempi bellissimi. Quello che ho fatto con la Scuderia, i contatti e i rapporti con il Commendatore, quello che mi ha permesso di fare, si è fidato di me quando nell’82 ha perso i due piloti, ha pensato a me per sostituirli nelle ultime due gare. Ho avuto le mie esperienze, ho vinto con le vetture Sport, ho vinto la mia prima gara in Formula 1 (Sudafrica 1971, ndr). Se la Ferrari fosse la candidata, sarebbe una cosa bellissima per me, il mio cuore è sempre con la Ferrari.
Con la presenza di Cadillac, si creerà un duello con i vostri connazionali della Haas: quanto è importante secondo te la presenza di due team statunitensi per la crescita della F1 negli USA? Hai avuto modo di sentire Gene Haas dopo l’annuncio?
Non abbiamo nulla a che fare con loro, noi pensiamo al nostro e loro pensano al loro. Penso però che per gli USA sia importantissimo, siamo l’unico paese che ha 3 gare di F1 in calendario, abbiamo visto che ultimamente come ai tifosi piaccia la F1 qui in America, è bello, non ho mai visto così tanto interesse per la F1 qui negli USA perché qui c’è l’IndyCar, c’è la Nascar. È bello da vedere, quando parli con me il mio primo amore è la F1 e queste cose non cambiano.
Un altro pezzo del puzzle sono i piloti. Ho letto alcune dichiarazioni dove segnali che Colton Herta è un’opzione, ma al momento non ha sufficienti punti sulla Superlicenza. Lo scorso anno, quando ci siamo sentiti, mi avevi detto che “se avessi un team di Formula 1” ti sarebbe piaciuto avere come pilota Alex Palou. Vedremo sicuramente un pilota che arriva dall’IndyCar su una delle due vetture del team? Qual è la vostra linea di pensiero in merito?
Questa è l’intenzione, vorremmo iniziare con un pilota – diciamo – americano. Palou non è americano, ma corre qui in America, ha vinto la IndyCar Series. Quello che preferiremmo sarebbe proprio un americano di passaporto, in una squadra americana. Il secondo pilota potrebbe essere chiunque, il desiderio è quello di avere un pilota di esperienza. È tutto da decidere, c’è tempo.
Qual è l’identikit del pilota perfetto per la Cadillac secondo te?
Le stesse che cerca qualunque squadra, si cerca di avere il meglio, un pilota capace e che possa dare il massimo per la squadra. Ma questa è una cosa che non vale solo per la Cadillac.
Vi siete dati una scadenza per questa decisione?
No, bisognerà tenersi liberi perché le cose possono cambiare, abbiamo il lusso di avere del tempo per prendere queste ultime decisioni.
In passato si diceva che vorreste creare un team anche in F2 e in F3: il vostro intento è di creare una filiera di giovani piloti nel breve periodo?
Questa è una cosa che dovremo decidere con il tempo, però è un desiderio che è vero, vorremmo far crescere piloti. Noi qui l’abbiamo sempre fatto e lo stiamo facendo in IndyCar, è una possibilità.
Quale sarà l’obiettivo principale per la stagione del debutto?
L’obiettivo è quello che potrebbero avere tutti. Vorremmo arrivare a un punto in cui possiamo essere soddisfatti. Si cerca sempre di fare il massimo, per essere soddisfatti e orgogliosi.
Mattia Fundarò