Gara decisa al primo giro. E’ subito allo spegnersi dei semafori che la gara prende forma, soprattutto riguardo a quello che poi sarà il podio finale. Bottas scatta bene dalla pole, ma Vettel al suo fianco fa meglio e riesce a infilarlo all’interno della “S” di Senna. Ottimo spunto anche per Kimi Raikkonen che tiene senza grossi problemi la terza posizione. I tre escono in quest’ordine dal primo “imbuto” iniziale, e durante la gara (salvo un semi-attacco di Bottas su Vettel dopo il primo pit) non avranno più modo di lottare fra loro. Da dietro, intanto, allo start guadagna posizioni anche Alonso, mentre Ricciardo si ritrova ultimo dopo curva 2 a causa di un contatto. Il tutto mentre invece Lewis Hamilton prende il via dai box, convinto di dover disputare una corsa nelle retrovie. Il destino però vuole una domenica diversa per il campione del mondo, e subito durante il primo giro (complice anche il contatto fra Groesjan, poi penalizzato, e Ocon) provoca l’uscita della safety car che riporta di fatto in gara la Mercedes numero 44.  

Rimonta furibonda. Al rientro della safety car, come detto, Hamilton e Ricciardo si ritrovano attaccati al gruppo, ma nelle ultime posizioni. Ricciardo darà spettacolo con delle staccate che semplicemente “non si possono fare”, superando gli avversari fino a risalire in sesta posizione. Ma chi mette davvero tutti in riga è Lewis Hamilton. L’inglese è un vero e proprio demonio, e scavalca le altre vetture quasi come se fossero ferme. Supera dovunque e comunque, in rettilineo e nei tratti guidati, all’interno e all’esterno delle curve. Nessuna pietà per nessuno, forte di un ritmo assurdo che al pit stop degli avversari lo porta addirittura in testa alla corsa, salvo poi doversi a sua volta fermare per montare le gomme supersoft (lui era partito con mescola più dura). Il cambio mescola di LH44 poi, purtroppo per gli avversari, non cambia le forze in campo, e il 4 volte iridato continua a macinare giri veloci come una schiacciasassi. A poco più di 10 giri dal termine, i volti del box Ferrari cominciano a sembrare sempre più tirati, dopo aver realizzato che Hamilton, con quel ritmo, potrebbe addirittura raggiungere Vettel in testa e vincere la corsa. Tutto dipenderà da quanto tempo Raikkonen (in quel momento terzo) gli farà perdere. In men che non si dica infatti, “the Hammer”, dopo aver superato facilmente Verstappen raggiunge il finlandese in rosso, ingaggiando il duello per il podio con la voglia di poter poi andare a caccia di Vettel (nel mezzo c’è anche Bottas, ma ovviamente farebbe passare il caposquadra). Con grande stupore però, è proprio in questo momento che succede quello che “nella maggior parte dei casi” non ti aspetti: Kimi Raikkonen si difende! Il numero 7 tiene a bada Hamilton con una certa facilità, non concedendogli nemmeno un tentativo di attacco. Alla fine si conclude tutto con un nulla di fatto per l’inglese, che si accontenterà del quarto posto. Ma che gara che ha fatto! Se c’era ancora qualcuno che aveva bisogno di capire perché Lewis ha vinto quattro titoli mondiali…beh, è stato accontentato. Sarà anche stato aiutato dalla safety car al primo giro, ma rimane uno che alla ripartenza si trovava “ultimo”, ed è arrivato a soli 4 secondi da quel Vettel che ha vinto la corsa partendo dalla prima fila e senza dover superare nessuno. Pensateci…

Alonso rimane Alonso. I “non” tifosi dello spagnolo ce le manderanno sicuramente a dire, ma è impossibile non lodare ancora una volta il samurai Mclaren. Con una vettura indecente e ai limiti del ridicolo, Fernando si concede il lusso di mettersi dietro la Force India di Perez e di stare per tutta la corsa sul ritmo di Massa (che in Brasile va sempre forte), non riuscendo anche a sopravanzarlo soltanto per l’ormai noto deficit di potenza del suo propulsore. Alla fine giunge ottavo e porta finalmente a casa altri punti, con un motore che forse avrà anche trovato affidabilità, ma che come potenza dovrebbe solo essere bandito dalla massima categoria. Ribadiamo il solito concetto: date una macchina a quell’uomo.

Felipe Massa, ennesimo saluto. Chiudiamo i nostri Focus con il secondo addio del pilota brasiliano della Williams. Nella sua Interlagos, l’ex ferrarista aveva già salutato il suo pubblico durante la passata stagione, “schiantandosi” coreograficamente su un muro in occasione del suo (poi finto) ritiro. Durante l’evento di quest’anno invece, data la mancanza di un’occasione “spettacolare” come la precedente, Felipe si è limitato a salire sul podio dopo la premiazione, per l’ultimo saluto alla sua gente insieme al figlio. Ovviamente grazie di tutto, sei un gran pilota, fai parte del cuore degli italiani, e ci mancherai tantissimo dopo l’ultima gara di Formula Uno che disputerai tra due settimane. Però Felipe, un piccolo favore: basta con questi addii plateali con lacrime agli occhi. Uno bastava e avanzava. Grazie.

Appuntamento ad Abu Dhabi, per calare insieme il sipario di questo spettacolare campionato 2017.

Daniel Limardi