F1 | Renault R.S.17, l'analisi tecnica: obiettivo rilancio per puntare alla top five
La cosa che spicca a prima vista della R.S.17 è la variazione cromatica con un abbondante uso di nero, in parte anche per camuffare alcune soluzioni tecniche e aerodinamiche. Partendo dal musetto, si nota subito la presenza della chiglia centrale (evidenziata in arancione) più sporgente per far incanalare meglio il flusso nel sotto-vettura; incuriosisce anche la forma dei piloni di sostegno (marcati in verde) dell'ala molto lunghi che si protraggono verso il corpo vettura per direzionare e dividere i flussi nella parte sottostante il musetto, dove vengono raccolti per poi farli uscire dall’S Duct (cerchiato in rosso) superiore.
Il profilo a Delta si presenta più sagomato (in azzurro) rispetto a quello della Sauber, soprattutto in corrispondenza delle estremità, così come sono numerosi i flap a cascata che iniziano (cerchiati in giallo) e finiscono (cerchiato in rosso) a “ricciolo” per meglio direzionare i flussi e creare meno turbolenze. Colpisce la semplicità dei flap aggiuntivi (in verde) all'estremità dell'ala oltre che la totale assenza di derive verticali: il tutto sembra per espellere l'aria al di fuori delle ruote anteriori, come nel 2016, anziché aumentare il vortice Y250. Confermano questa teoria anche gli schemi verticali, dov’è presente una pinna di dimensioni abbastanza ridotte (in giallo), mentre la bombatura finale è generosa per indirizzare l'aria oltre le turbolenze generate dalle ruote anteriori: molto probabilmente l'alettone anteriore utilizzato per la presentazione verrà subito sostituito. Confermato lo schema delle sospensioni anteriori push rod con la possibilità di introdurre, assieme al terzo elemento, il sistema Fric presente nella Mercedes già nella passata stagione, mentre rimangono invariati i tiranti dello sterzo posizionati nella parte superiore.
Interessante lo sviluppo dei deviatori di flusso con una forma scalinata (in verde), più esasperata rispetto a quella della Sauber, per alimentare il diffusore posteriore, mentre il secondo elemento più piccolo (in blu), che si integra nel fondo, forma un passaggio d’aria che va ad incanalare il flusso verso il fondo piatto, mentre l’aria fra i bargeboard e la scocca è quella che serve per raffreddare i radiatori.
L'ingresso delle pance laterali (in giallo), a differenza delle altre vetture presentate finora, appare più ampio, sintomo che il motore Renault è molto esigente di aria fresca. Davvero atipica la forma del deviatore verticale ad “S” (in azzurro) che non segue l'andamento della fiancata, con tre soffiaggi (cerchiati in rosso) nella parte inferiore che servono per ridurre la pressione dei vortici che si generano in quella zona; esso inoltre è collegato ai pontoni con un leggero profilo arcuato (in arancione) per generare ulteriore carico aerodinamico. Anche i sostegni degli specchietti (cerchiati in azzurro), sdoppiati, hanno una spiccata funzione aerodinamica, ovvero quella di raddrizzare i flussi nella zona dell’abitacolo.
Di chiara ispirazione Mercedes l’airbox (cerchiato in verde), più grande e diviso in ben quattro parti: quella centrale per il motore termico, le orecchie laterali per smaltire il calore alle centraline, mentre resta il dubbio sulla funzione della piccola presa inferiore, forse per la turbina.
Il corpo vettura presenta una forma molto bombata inizialmente, forse per le masse radianti piuttosto grandi, per poi diventare più sinuosa e snella fino alla zona Coca-Cola, a sua volta molto chiusa all'estremità, dove spiccano le sospensioni con schema pull rod con il tirante infulcrato molto in avanti. Anche sulla Renault è presente la pinna di squalo (in verde), accentuata e ben raccordata con la presa dinamica del motore. Il pilone del DRS (in azzurro), anche a causa dell’arretramento dell'alettone, è arcuato e posizionato direttamente sopra lo scarico.
L'alettone posteriore presenta il profilo superiore (in rosso) con una “V” centrale (molto simile alla Sauber) più pronunciata che serve a concentrare le pressioni che si creano in questa zona, dovute alla pinna per generare carico aerodinamico. Le paratie laterali (in giallo), sembrano invece più definite: oltre ai quattro slot orizzontali sul bordo d’entrata superiore, si notano le nervature a metà per orientare i flussi e, in fondo, altri mini profili verticali utili a ripulire le turbolenze generate dagli pneumatici e lavorare in sinergia col diffusore più ampio.
A tal proposito per la prima volta sono state scattate delle foto relative ai nuovi diffusori, costruiti secondo le normative del 2017.
In conclusione, la nuova monoposto della “losanga” mostra, come ci aveva abituato già la Lotus, una spiccata personalità frutto di accurati studi aerodinamici del team guidato da Nick Chester sotto la direzione tecnica di Bob Bell. Secondo le aspettative del vertice Renault, in primis Cyril Abiteboul, la R.S.17 dovrà permettere alla compagine francese di issarsi al quinto posto tra i costruttori, obiettivo davvero ambizioso considerando le varie forze in campo. Il tutto senza dimenticare l'interessante e al tempo stesso scomodo confronto, a parità di power unit, con Red Bull e Toro Rosso.
Michele Montesano