Sergio Garcia porta a casa un GP di Catalunya profondamente condizionato dal gioco delle scie, senza contenimento da parte dei piloti in pista. Il pilota Aspar, partito 19°, ha approfittato della grande confusione per prendere la testa della corsa nell'ultimo giro e regolare Jeremy Alcoba, 2°, seguito da Deniz Öncü. Il turco è salito al 3° posto grazie alla penalità comminata a Jaume Masia per aver toccato la zona verde in curva 4 con lo spagnolo spostato di una posizione a fine gara.

Alle spalle di Masia, dunque, ha chiuso Darryn Binder, seguito dal Poleman Gabriel Rodrigo e Pedro Acosta, autore di una grande rimonta dopo esser partito dalla 25^ posizione. Completano la Top 10 Niccolò Antonelli, Kaito Toba e Stefano Nepa. Appena fuori dai primi dieci Romano Fenati, 11° sul traguardo di fronte al rientrante Yuki Kunii, a sua volta davanti al rookie Daniel Holgado, Elia Bartolini (al secondo arrivo in zona punti in carriera) e Riusey Yamanaka, ultimo della zona punti.

MCPHEE - SASAKI: HIGH-SIDE RISCHIOSI

Non sono mancati i brividi, prima con la caduta di McPhee e poi nella scivolata di Ayumu Sasaki nel giro finale. Lo scozzese di Petronas SRT è finito a terra in curva a causa di un high-side che ha riportato la Honda #17 in traiettoria, dove stavano transitando sia Tatsuki Suzuki sia Andrea Migno, entrambi coinvolti e ritirati.

Per quanto riguarda Sasaki, invece, si è trattato di un momento ancor più teso e ansioso: il giapponese di Tech3 ha perso il posteriore in curva 7-8, venendo probabilmente toccato dalle Honda Leopard di Foggia e Artigas. L'apprensione per la salute del giapponese è via via diminuita grazie alla notizia arrivata dalla direzione medica che, dopo qualche minuto, ha comunicato che il pilota fosse cosciente.

SPETTACOLO NON DEGNO DEL MOTOMONDIALE

La gara non ha offerto il migliore spettacolo possibile, anzi, perché da metà gara in poi molte sono state le manovre pericolose studiate e poi applicate dai piloti. L'apice del rischio si è raggiunto quando Jeremy Alcoba, 1°, ha iniziato a rallentare vistosamente in curva 12, per far sì che potesse sfruttare la scia nel lungo rettilineo catalano. Gli altri piloti hanno però seguito il ritmo del pilota Gresini e tra le curve 12-13-14 è avvenuto un rallentamento di massa che nulla ha a che fare con lo spirito della competizione. Tutti hanno calato il ritmo, ritrovandosi appaiati in file da tre/quattro prima di iniziare l'ultimo giro. C'è da lavorare perché dopo i fatti del Mugello non c'è stato alcun passo avanti, anzi, Jason Dupasquier è stato ricordato sul podio nella maniera peggiore possibile.

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