WorldSBK | Bilancio di metà stagione: Honda, la nobile decaduta
C’era una volta la Honda, che nel WorldSBK vinceva gare e titoli e se la giocava ad armi pari con la Ducati. Ma oggi, quando siamo al giro di boa della stagione 2023, il piatto per l’ala dorata piange. Dopo i primi sette appuntamenti, la casa giapponese è quarta nel mondiale costruttori con 141 punti, appena uno in più dell’ultima della classe, la BMW.
Nemmeno le super concessioni fanno volare la Honda in WorldSBK
Dopo un 2022 con il fiatone, la Dorna ha introdotto per quest'anno le super concessioni allo scopo di permettere ad Honda e BMW di rimettersi a pari delle moto top. Questo regime speciale ha consentito di apportare modifiche prima al telaio della CBR, allungato, poi all'aerodinamica, caratterizzata da alette più grandi. Tutto ciò, però, non è servito, perché la Fireblade ha continuato a soffrire degli stessi problemi: la moto è troppo nervosa, e l'anteriore non dà feeling. I piloti cadono e, quando non si fanno male, si lamentano (un po' come accade con la RC213V in MotoGP). La Ducati appare troppo lontana, ma è impietoso anche il confronto con le altre giapponesi: La Yamaha ha 238 punti in più della Honda, la Kawasaki 131. Per il 2024 la moto resterà la stessa, anche se il team manager Leon Camier ha anticipato che nuove parti di sviluppo sono in fase di preparazione.
Vierge fa il capitano e si prende delle piccole soddisfazioni
Non ha tanti più punti rispetto ai sette round dell'anno scorso (105 a 99), ma Xavi Vierge è il pilota che quest’anno ha regalato l’unico podio della stagione, con il terzo posto a Mandalika in gara 2. Lo spagnolo è 11esimo in campionato precedendo Iker Lecuona di due piazze e 18 lunghezze. L'ex Moto2 sembra in questo momento il pilota che alza la bandiera della Honda nel WorldSBK, nei limiti delle potenzialità del mezzo. È più costante del compagno di squadra, anche se non è immune alle cadute complice una moto non esattamente amichevole. Xavi ha in mano la riconferma per la prossima stagione e sta mostrando un certo attaccamento all'Ala Dorata. Lo dimostra il fatto che ha accettato subito l'invito per la 8 ore di Suzuka, gara che solitamente non incontra i favori dei piloti mondiali. Una fiducia ripagata con una grande vittoria, in un'edizione in cui troviamo ben quattro Fireblade ai primi quattro posti. Questo fa sorgere una domanda: perché moto meccanicamente simili (anche se non uguali) nell'endurance vincono e in Superbike arrancano?
Lecuona è stufo e distratto dalla MotoGP
Diversamente da Vierge, Iker Lecuona è scontento della situazione. I numeri parlano chiaro: nei primi sette round del 2022 Iker aveva 158 punti, ora ne ha 87: poco più della metà! Sempre confrontandoci con la passata stagione, il valenciano aveva conquistato il podio in gara 2 ad Assen, mentre adesso è a secco. Donington Park è stato il punto più basso, dove sia lui che Xavi hanno mancato la top ten in tutto il weekend. Most ha in parte risollevato gli umori, con l’umidiccio di gara 1 che gli ha regalato un bel quinto posto. Ma è una magra consolazione: Iker è confermato da Honda anche per la prossima stagione, ma lui guarda più alla MotoGP che non al WorldSBK. L’aver rinunciato a Suzuka per sostituire Alex Rins a Silverstone è un segnale chiaro d’insofferenza. Il 23enne spera che si muova qualcosa in casa Marquez/Mir, scenari che gli aprirebbero le porte della squadra Repsol.
Honda fatica nel WorldSBK anche con il team satellite
Oltre alle Honda ufficiali girano nel WorldSBK anche le satelliti del team MIE, di proprietà di Midori Moriwaki. Ma la loro stagione finora è stata un disastro: Hafizh Siyahrin è 21esimo con soli 8 punti, raccolti in modo sparso lungo i sette round. Eric Granado è addirittura a quota zero, con in più una lunga serie di gare saltate per infortunio. Anche Siyahrin ha saltato dei round per problemi fisici, a dimostrazione che la CBR sia una moto che non perdona. Il supporto di Honda alla propria formazione satellite è tutto da verificare, così come il suo contributo allo sviluppo del mezzo. L’aspetto positivo è il supporto economico della Petronas, tuttavia il gigante petrolifero di proprietà dello stato malese potrebbe perdere la pazienza, se i risultati continuassero a mancare.
Riccardo Trullo