Con il secondo posto di Toronto, Alex Palou ha consolidato in modo importante la sua posizione di leader IndyCar, con ben 117 punti di vantaggio su Scott Dixon. Un divario significativo, che dimostra la differenza fatta dallo spagnolo anche nei confronti del ben più esperto team mate. Attenzione, però, perché il weekend canadese, che ha visto la meritatissima prima vittoria di Christian Lundgaard, è stato molto meno in discesa di quanto si potrebbe pensare.

La qualifica deludente, poi la rimonta

Il sabato di Toronto, unica gara del calendario IndyCar fuori dai confini degli States, aveva riservato una brutta sorpresa al leader del campionato. La pioggia caduta prima della sessione di qualifica ha rimescolato le carte in maniera importante, come spesso accade su un tracciato cittadino con le caratteristiche di quello dell’Ontario. “Non siamo riusciti a migliorare il nostro tempo con le gomme morbide, e questo ci ha penalizzati”; così sintetizzava la situazione Palou a fine qualifiche.

Lo spagnolo, infatti, si è ritrovato in quindicesima posizione, escluso anche dalla top-12. Un risultato che comunque non lo ha demotivato, anzi; la rimonta fino alla seconda posizione in gara è stata semplicemente perfetta. Un mix di velocità, accortezza e strategia che gli ha permesso di mettere ulteriore fieno in cascina in vista del doppio appuntamento sull’ovale dell’Iowa il prossimo weekend.

“Avevamo una macchina molto veloce, che ci ha permesso di ottenere il risultato nonostante una gara non facile. Ho dovuto preoccuparmi molto della strategia, per risparmiare gomme e carburante, oltre a tenere d’occhio costantemente l’ala anteriore”. Sì, perché oltre a dover fare uno stint record di 41 giri, Alex si è dovuto anche preoccupare di non perdere pezzi della propria vettura per strada.

Salvato dagli adesivi

Gli ultimi trenta passaggi di gara sono stati senza dubbio quelli più difficili per il Campione IndyCar 2021. Dopo un leggero contatto, infatti, la porzione anteriore della vettura ha cominciato ad essere pericolosamente inclinata verso destra, con l’ala che strusciava sull’asfalto. A questo punto, tutto il lavoro svolto fino a quel momento poteva sembrare sprecato, ma Palou non si è fermato, tirando dritto e tenendo duro fino alla bandiera a scacchi.

“Mi sono accorto del problema quando la parte anteriore destra è sparita dal mio campo visivo”, ha dichiarato lo spagnolo. “È stato veramente difficile, perché questo è uno dei tracciati più sconnessi in fase di frenata. Curva 10 era la peggiore da affrontare; alla fine credevo che Marcus e Colton alle mie spalle mi raggiungessero, perché veramente non avevo grip. Alla fine, controllando meglio, credo proprio che il muso sia rimasto attaccato grazie agli adesivi degli sponsor!”.

Che dire, una giornata da ricordare per lui e per tutto il team Ganassi. Certo, non tutti hanno preso benissimo la decisione della Direzione Gara di non intervenire con bandiera nera e arancione. Colton Herta, terzo al traguardo, e dunque primo beneficiario in caso di stop di Palou, ha trovato la decisione abbastanza pericolosa, pur ammettendo la differenza di ritmo rispetto al rivale.

Il 2023 della IndyCar sta prendendo sempre più una direzione precisa, che porta dritta verso il garage della vettura #10. È forse ancora troppo presto per azzardare previsioni, ma se il doppio round all’Iowa Corn Speedway non dovesse rivelare troppe sorprese, sembra difficile che qualcuno possa mettere in discussione il secondo trionfo di Palou e, ovviamente, l’ennesimo del team Ganassi.

Nicola Saglia