Mal di pancia Alonso: "Da quattro anni becchiamo 1" al giro"
Che si sia trattato dell'ennesimo sfogo post-qualifiche in perfetto stile "alonsiano", piuttosto che il sintomo di un rapporto davvero ridotto ai minimi termini, è presto per dirlo. Di certo Fernando Alonso, dopo il deludente ottavo posto raccolto oggi in qualifica, ancora una volta non ci è andato di certo leggero nelle sue dichiarazioni a caldo, tirando in ballo la competitività carente e gli scarsi sviluppi della F138: "Siamo dove ci aspettavamo di essere, siamo stati ottavi tutto il week-end e lo siamo anche in qualifica - ha dichiarato l'asturiano - tanto sono quattro anni che la Red Bull ci rifila un secondo al giro". In merito alle residue possibilità di lottare per il titolo, Fernando non lascia molte porte aperte alla speranza per i tifosi ferraristi: "Il nostro obiettivo reale è quello di finire al secondo posto, cercando di tenere dietro Mercedes e Lotus: per il Mondiale ormai non abbiamo nessuna possibilità". Per l'ennesima volta, dunque, Alonso non usa mezzi termini per esprimere il proprio malumore nei confronti della scuderia, forse dimenticando però che Massa gli è finito davanti in qualifica per la terza volta nelle ultime quattro gare. I continui sfoghi dello spagnolo hanno però esaurito la pazienza in più di una persona a Maranello, al punto che nel paddock si è tornato a vociferare di un possibile passaggio di Alonso alla McLaren già nel 2014. Una notizia priva di fondamento, certo, ma che denota lo stato di tensione ormai latente tra il pilota e la Scuderia. Leggendo però le dichiarazioni sul sito ufficiale della casa di Maranello, si percepisce un Alonso più positivo in vista della gara di domani: "Qui le prove sul long run sono andate meglio in termini di degrado rispetto alla Corea e questo ci fa sperare di poter recuperare in gara. Domani cercheremo di dare il massimo come sempre, cercando di contare sui nostri punti di forza, la partenza, la strategia e la gestione delle gomme". Chissà se una nuova, grande rimonta dell'asturiano in gara non possa rappresentare l'antidoto migliore per seppellire, almeno per ora, l'ascia di guerra.
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