Storie di Dakar: 10mila km in Vespa
E’ partita da alcuni giorni l'edizione 2015 della Dakar, primo importante evento automobilistico del nuovo anno.
Sin dalla sua prima edizione, disputatasi nel 1979, il raid ha visto centinaia di piloti partecipare a questa difficile competizione a bordo di camion, auto o moto da enduro: ma mai nessuno è più riuscito a ripetere l'impresa messa a segno nel 1980, quando quattro piloti francesi affrontarono la sfida sahariana a bordo di altrettanti esemplari di Vespa.
La folle scommessa si ebbe grazie all'intuizione di Jean-Francois Piot, ex-pilota di Rally, il quale una volta approdato in Piaggio nel ruolo di responsabile della comunicazione decise di coinvolgere il marchio nelle competizioni, fino alla sfida più pazza ed impegnativa.
I quattro piloti schierati per questa impresa furono Yvan Tcherniavsky (il quale aveva partecipato con una Vespa al Giro di Francia motociclistico), Bernard Tcherniavsky (3° classificato alla Croisière Verte del 1979), Marc Simonot (vice-campione di Francia enduro nella categoria "internazionale") e Bernard Neimer (che aveva preso parte alla 1° edizione della Dakar, giungendo ottavo nelle moto in sella a una Honda 250 XLS). Oltre a questi quattro piloti, fu coinvolto anche il driver di riserva Jean-Louis Albera, che aveva partecipato sempre con una Vespa al Giro di Francia motociclistico del 1979.
Le Vespa utilizzate per compiere questa gara furono le P200E: preparate a Pontedera, esse vennero rinforzate ad hoc per la difficile prova che avrebbero dovuto affrontare. Furono quindi effettuati diversi interventi per renderle più resistente ai vari urti, dotando le moto sia di ruote speciali che di serbatoi più grandi per aumentare l'autonomia del mezzo.
Il 1° gennaio 1980 scattò la prima tappa in Francia con il prologo-show di Parigi: i quattro piloti arrivarono al traguardo classificandosi nelle ultime posizioni con le loro Vespa.
Nelle prime tappe africane, i piloti della Vespa andarono incontro a diverse forature che misero in difficoltà i piloti ed il team di assistenza; inoltre, Bernard Tcherniavsky cadde e rimase ferito a una spalla.
Anche le prove seguenti si rivelarono molto difficili per le Vespa che dovettero attraversare il deserto del Sahara. A causa della sabbia, i piloti furono costretti a scendere spesso dalle loro moto per spingerle al fine di riuscire a superare le due, arrivando spesso al traguardo delle tappe a notte fonda.
Nella prova che condusse fino a Timbuctu, Yvan Tcherniavsky fu costretto al ritiro in seguito all'ennesima caduta, e poco prima dell'arrivo a Dakar anche Bernard Neimer, che era il pilota più esperto del gruppo (avendo partecipato anche alla prima edizione del 1980) dovette alzare bandiera bianca dopo la rottura del telaio.
Il 23 Gennaio, infine, Bernard Tcherniavsky e Marc Simonot, dopo aver attraversato 7 paesi e percorso oltre 10.000 km, arrivarono al traguardo riuscendo a portare a compimento un'impresa incredibile.
Su 211 partecipanti, solo 79 veicoli tra camion, moto e auto riuscirono a vedere la bandiera a scacchi, ovvero solo il 37% dei partenti.
Un grande risultato per i piloti ed il team, che seppero affrontare una gara difficile e pericolosa come la Parigi-Dakar riuscendo a vedere il traguardo seppur tra mille difficoltà. Una grande impresa che è rimasta nella storia delle corse e nel cuore dei tifosi.
Chiara Zaffarano
{jcomments on}