Ducati Lenovo Team MotoGP unveil from Madonna di Campiglio

Credits: Ducati
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A Madonna di Campiglio Marc Márquez ha completato la prima uscita pubblica da pilota Ducati Corse. Il fenomeno catalano, sei volte iridato MotoGP, durante il media scrum dopo la presentazione ha affrontato vari temi riguardo la sua nuova avventura in Rosso, tra i quali un interessante parallelismo tra 2013 e 2025.

2013 vs 2025: “Ho ancora le farfalle nello stomaco ma sono realista”

Tra le prime domande alle quali Marc Márquez ha dovuto rispondere prima della sua stagione di debutto con Ducati Corse c’è un interessante parallelismo. Che cosa è cambiato dal Márquez del 2013, al primo anno di MotoGP con HRC, al trentaduenne che si appresta a cominciare una nuova avventura in Rosso? La risposta la dà il pilota: “È molto diverso: nel 2013 non sapevo nemmeno dove mi trovassi e che cosa mi avrebbe aspettato. Tra un mese faccio 32 anni: conosco decisamente meglio le dinamiche della MotoGP, che cosa vuol dire far parte di una squadra ufficiale ed essere nel team di riferimento”. Il #93 poi continua: “Nel 2013 mi sembrava che tutto fosse un regalo. Ora ho ancora le farfalle nello stomaco, ma sono realista: so l’importanza di indossare questi colori e che cosa significhi”. 

Márquez è sicuramente cambiato: dopo sei mondiali ed una serie di infortuni lunghissima che hanno messo a repentaglio la sua carriera, il catalano è più conscio: “Con Honda sono arrivato e abbiamo subito vinto, ma ora è tutto diverso: quando hai 20 anni e arrivi in Repsol Honda, non sai nemmeno dove ti trovi e non hai percezione di quello che sta succedendo. Prendevo le decisioni seguendo puramente il mio istinto. Tutto quello che ho passato mi ha aiutato a sentire sempre meno la pressione, che ovviamente rimane”.

Un solo obiettivo: “Essere ufficiale Ducati vuol dire lottare per il titolo”

Continuando con le domande, era quasi scontato chiedere a Marc Márquez che cosa significhi per lui indossare i colori Ducati Corse: “Essere nella squadra ufficiale Ducati vuol dire lottare per il titolo. Quando la Casa più forte della MotoGP punta su di te significa che il mondiale è l’obiettivo”. Márquez ha poi spiegato che cosa cambierà rispetto alla sua esperienza appena conclusa con Gresini Racing: “Essere in una squadra ufficiale permette di avere più risorse: l’anno scorso ero in una squadra fantastica, con la quale abbiamo massimizzato il potenziale della moto a nostra disposizione. Nel team factory è diverso: hanno già cominciato a spiegarmi il loro metodo di lavoro, le varie riunioni. Tutte le informazioni a nostra disposizione mi serviranno per lavorare sui dettagli della mia guida già dalla Malesia”.

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In Gresini Racing per la rinascita: “La squadra perfetta in quel momento”

Uscito da un rapporto decennale con HRC e con una carriera da rilanciare, a molti la scelta di Gresini Racing sembrava scellerata per Marc Márquez. Ancora una volta, il catalano ha smentito tutti: “La squadra nella quale mi trovavo era perfetta in quel momento della mia carriera”. Márquez poi continua: “L’anno scorso ho chiuso l’anno molto felice della mia stagione, soprattutto di come mi sono evoluto con il passare delle gare. Weekend dopo weekend mi sentivo sempre più competitivo e più sicuro di me. Fisicamente sto bene e mi sento in forma: lo scorso anno sono riuscito a dimenticarmi di certe gare corse nel passato, ma devo ancora lavorare duro. Dopo l’incidente anche l’allenamento è cambiato: più fisioterapia e sessioni specifiche in palestra con un volume ridotto”. Ora, come ha già sottolineato, è cambiato tutto: “Ora ho più responsabilità: la moto c’è, la squadra pure. È tutto nelle mie mani”.

La lotta con Bagnaia: “Per Ducati è importante vincere, non importa con chi”

Era inevitabile chiedere se il rapporto tra Marc Márquez ed il compagno Francesco Bagnaia cambierà in caso di lotta per il titolo. Il nuovo arrivato a Borgo Panigale ha subito messo le cose in chiaro: “Ora c’è un pilota che ha dato moltissimo a Ducati ed è da più tempo di me dentro quel box. È logico che la prima parola spetti a lui, ma per Ducati è importante vincere, non importa se con uno o con l’altro pilota”. Márquez ha giudicato come positiva la gestione per la quale Ducati ha optato per la lotta al titolo: “L’anno scorso si parlava di come Ducati non avrebbe permesso a Jorge Martín di vincere per favorire Bagnaia. Questo non è successo: hanno lottato ad armi pari fino all’ultima gara. È questo che apprezzo molto di Luigi Dall’Igna, la sua onestà che è la chiave per tutti i progetti con i quali ha avuto successo. Bagnaia, senza prendersi dei rischi, non avrebbe vinto undici gare. È molto difficile vincere tutte quelle gare ed arrivare 2° nelle rimanenti. Io ci sono riuscito nel 2019 ma non so come. Se si è conservatori, si perde: bisogna trovare l’equilibrio”.

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L’onestà di Luigi Dall’Igna non conosce eccezioni, così come ha confessato lo stesso Márquez: “Ad inizio 2024 Dall’Igna mi ha consegnato il pacchetto che avrei avuto per tutta la stagione ed è rimasto uguale anche dopo la firma del contratto ufficiale. Io ho provato a chiedergli un piccolo regalo, ma non c’è stato verso di convincerlo”. L’otto volte iridato ha poi chiuso: “So quello che bisogna fare per essere campioni, ma tutto dipende dalla velocità”. 

Valentino Aggio

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