Credits: TOYOTA GAZOO Racing WRT / X.com
Credits: TOYOTA GAZOO Racing WRT / X.com

Il FIA World Rally Championship cambia nuovamente direzione: la Federazione, dopo l'ultimo World Motor Sport Council tenutosi a Samarkand, in Uzbekistan, ha deciso di confermare l'ibrido e gli attuali regolamenti fino al 2026, stracciando di fatto la proposta avanzata e firmata dagli stessi organi di abbandonare la componente ibrida sulle attuali Rally1 dal 2025.

Ben Sulayem: “Scelta fatta per avere la stabilità necessaria ai costruttori”

Un dietrofront di cui si vociferava da tempo dopo i malumori dal paddock del WRC: la scelta della FIA di abbandonare l'ibrido a ciclo regolamentare in corso e di consentire alle auto Rally2 di correre con un kit aerodinamico e uno scarico maggiorato per avvicinarsi alle Rally1 era stata fatta al tempo per incentivare l'ingresso di nuovi costruttori nel 2027 in una categoria ormai sterile da anni, che vede l'impegno nella classe regina solo di Toyota, Hyundai e M-Sport Ford.

A spingere verso il dietrofront, tuttavia, sono state proprio le case automobilistiche che si sono lamentate della decisione presa, sottolineando il poco tempo a disposizione per ridisegnare le auto e riorganizzare i propri programmi, con relativa crescita degli investimenti già istanziati a questo punto. Tutto ciò spiega, secondo le dichiarazioni del presidente Mohammed Ben Sulayem, la necessità di quest'altra svolta ad U.

Il WRC è di grandissima importanza per la FIA, rappresenta la massima espressione dei rally. Ho avuto moltissime conversazioni nelle ultime settimane con i costruttori riguardo alla direzione futura della disciplina. Adesso è chiaro che dobbiamo avere una stabilità tecnica per i prossimi due anni, ma allo stesso tempo è importante per la FIA che, dando a loro questa stabilità, possa ricevere lo stesso impegno positivo da parte dei costruttori.

FIA World Motor Sport Council Uzbekistan 2024
Credits: FIA

Le risposte dei team principal e dei piloti impegnati in queste discussioni sono ovviamente tutte positive, enfatizzando sulla stabilità tecnica ricercata da questi ultimi insieme alla Federazione. Tra le figure chiave del Mondiale Rally, il Managing Director di WRC Promoter, Jona Siebel, si è detto molto soddisfatto del fatto che lo sport non si debba preoccupare dei regolamenti per l'immediato futuro.

Questo è un momento molto importante per noi e consente a tutti di andare avanti con unità e consistenza per i prossimi due anni , mentre noi investigheremo su modi nuovi ed entusiasmanti per far crescere la fanbase dello sport e di offrire ai nostri supporter.

Cercare di accontentare tutti per poi ritornare al punto di partenza

Finisce quindi con un “tutti felici e contenti”? Non proprio. Nonostante la ‘stabilità tecnica’ raggiunta dalla FIA per il WRC, il Mondiale Rally si ritrova al punto di partenza: ovvero trovare un regolamento tecnico per il 2027 che riduca significativamente i costi, accorci la forbice tra le varie auto e che favorisca l'ingresso di nuovi costruttori, così da rilanciare l'intero movimento.

Toyota, Hyundai e M-Sport Ford non bastano da sole e non bastavano neanche cinque anni fa, quando Citroën aveva lasciato il WRC dopo l'addio di Sébastien Ogier. Oggi il marchio francese è presente solo nel WRC2 con la C3 R5, insieme ad altri marchi assenti nella categoria Rally1 come Skoda e la stessa Volkswagen, che dal 2013 al 2016 aveva dominato il Mondiale Rally con la Polo (prima dell'infamoso Dieselgate). La Citroën è uno di quei marchi di cui si vocifera da tempo in un interesse nel ritorno in WRC, insieme a Subaru e alla Lancia (che per ora parte, giustamente, dalla Ypsilon Rally4).

Ma prima di sognare una nuova rinascita, la FIA e gli organi responsabili devono decidere quale direzione prendere per il Mondiale Rally, senza scervellarsi tra un ibrido mal pensato e non adatto alla categoria e un sistema di punteggio moderno che definire cervellotico è un complimento. Insomma, se anche il Campione del Mondo in carica Kalle Rovanperä decide di prendersi un anno sabbatico dal WRC e dedicarsi alle gare GT, qualche domanda bisognerà farsela per forza.

Andrea Mattavelli