Sergio Marchionne, il gigante dell'auto innamorato del Cavallino
Ammirato, celebrato, ma anche criticato e discusso. Questo e molto altro è stato Sergio Marchionne, la cui vita professionale è stata in gran parte dedicata ad un settore, quello dell'automotive, che oggi accusa un vuoto che per certi versi sarà impossibile da colmare. L'ex-ad di FCA (la cui genesi e definitivo rilancio si deve innanzitutto alla sapiente regia orchestrata dallo stesso manager) avrebbe voluto dedicarsi proprio a partire dal prossimo anno interamente al Cavallino, dopo essere riuscito nell'impresa di azzerare il debito di un'azienda colta sull'orlo del fallimento ed averla condotta ad essere una delle "big" a livello mondiale. Senza dimenticare il rilancio del marchio Alfa Romeo, il consolidamento di Maserati, il restyling di Jeep. E la quotazione in Borsa di Ferrari, con quel 4 Gennaio 2016 che rappresentò una data storica per i mercati azionari e per il marchio di Maranello. Questo e molto altro è stato Sergio Marchionne, al tempo stesso aspramente criticato da chi (in base a steccati ideologici e vetuste logiche "di classe") gli ha rimproverato il fatto di aver svenduto la forza lavoro italiana all'estero, di essere residente in Svizzera per pagare meno tasse, di avere chiuso lo stabilimento di Termini Imerese e molto altro.
Del resto, come noto, soltanto chi è incapace di osare sarà esente da nemici: ed in questo caso, la vita e la carriera professionale di Marchionne ne hanno sottolineato lungimiranza, acume ed un'intelligenza fuori dal comune. Nato a Chieti nel 1952 da una famiglia di esuli istriani, nell'età dell'adolescenza si trasferì in Canada dove conseguì una prima laurea in filosofia ed una seconda in giurisprudenza, prima di specializzarsi con un Master in business administration. La sua ascesa professionale fu decisamente rapida, con numerosi incarichi di prestigio in svariate aziende, fino all'ingresso nel 2003 del Consiglio di Amministrazione della Fiat. Fu quella una vera e propria svolta per Marchionne, il quale si ritrovò già l'anno successivo (complice anche la scomparsa di Umberto Agnelli) a ricoprire il ruolo di Amministratore Delegato del Lingotto, in un periodo estremamente delicato per il gruppo che aveva chiuso il 2013 con una perdita vicina ai 2 miliardi di euro. Da quel momento iniziò la sua certosina opera di risanamento, fatta anche da alcune scelte dolorose ma che lo videro rispondere alla crisi globale del 2009 con politiche strategiche aggressive che lo portarono all'acquisizione di Chrysler. attraverso un lungo processo iniziato nel giugno 2009 e definitivamente conclusosi il 1° Gennaio 2014. Come sottolineato, l'altro colpo da maestro sul mercato finanziario fu la quotazione in Borsa di Ferrari, dapprima a Wall Street ed in seguito anche a Milano, per una rivalutazione stratosferica di cui ha ovviamente beneficiato anche la stessa Gestione Sportiva della Casa di Maranello.
Approdato in sella al Cavallino dopo 23 di gestione Montezemolo, Marchionne ha fatto subito discutere con scelte apparentemente controcorrente: tra le più note, la struttura orizzontale fortemente voluta in seno all'organigramma tecnico del team, volta anche a valorizzare il ruolo dei giovani ingegneri e recuperare quel senso di italianità che sembrava essersi smarrito. Non a caso, le nomine di Maurizio Arrivabene in qualità di Team Principal e di Mattia Binotto come Direttore Tecnico sono state solo la punta di un iceberg, per un processo che ha visto la gloriosa scuderia tornata ad occupare un ruolo da protagonista assoluta in Formula 1, ma che contemporaneamente ha registrato anche il ritorno nella massima categoria del marchio Alfa Romeo dopo oltre trent'anni.
L'Italia da corsa (e, più in generale) dell'auto deve quindi molto a Sergio Marchionne. Un uomo capace di portare nel mondo le bellezze della nostra tradizione motoristica rinnovandone contenuti, forma e restituendo loro solidità economica. Un gigante la cui opera forse apparirà in tutta la propria grandezza solo tra qualche anno. Nella speranza di non doverlo rimpiangere troppo.
Marco Privitera