La controversia tra Giedo Van Der Garde e la Sauber sembra non voler conoscere la parola fine. Nonostante l'accordo di carattere economico raggiunto tra le parti, che ha consentito da un lato al pilota di incassare ben 15 milioni di euro come buonuscita, ed al team di garantire il contratto stipulato con Nasr ed Ericsson, le polemiche non sembrano voler conoscere la parola fine.

Per riassumere brevemente la questione, Van Der Garde aveva citato in giudizio la Sauber, rea di non aver rispettato il contratto (Van Der Garde era terzo pilota della scuderia elvetica nel 2014 e sarebbe dovuto diventare titolare quest'anno) e di aver ingaggiato altri due piloti (Ericsson e Nasr, entrambi tra l'altro a punti in Australia). I tribunali avevano dato ragione al pilota, il quale si è presentato a Melbourne per disputare le prove libere al posto di uno dei due titolari, ma non essendo arrivata entro i termini previsti la Superlicenza il pilota non è potuto scendere in pista. Tutto ciò aveva in un primo momento creato enorme scompiglio all’interno del box elvetico, tanto da richiedere l'arrivo dalla Svizzera di Peter Sauber in persona per fare chiarezza sulla situazione.

Tutto è bene ciò che finisce bene quindi? Sì, ma solo fino a un certo punto. Van Der Garde e la Sauber sono infatti giunti ad un accordo per chiudere consensualmente la questione, con il riconoscimento al pilota di una sostanziosa buonuscita per evitare future complicazioni, la quale lascerà il buon Giedo libero di accasarsi altrove, forte del compenso economico ottenuto.

L'ex-pilota della Caterham si è comunque voluto togliere qualche sassolino dalle scarpe, attraverso il comunicato apparso sul suo profilo Facebook: “Abbiamo raggiunto un accordo con Sauber e il mio contratto da pilota è terminato di comune accordo. Sono triste e veramente dispiaciuto. Ho lavorato tanto in tutta la mia carriera per vivere il mio sogno di diventare un pilota di F.1 di successo. Ho sperato fino all’ultimo di mostrare ciò di cui sono capace, guidando una vettura di un team di metà classifica nel 2015. Il mio sogno mi è stato portato via e so che il mio futuro in Formula 1 è probabilmente finito. Avevo un contratto valido per guidare nella stagione 2015, e tutti i diritti per farlo valere. Ho fatto di tutto fino a sabato scorso affinché il mio diritto fosse tutelato. Questo processo legale è iniziato nel 2014, ma è diventato di dominio pubblico soltanto nelle ultime settimane, quando abbiamo cercato di costringere la scuderia a rispettare le sentenze emanate da diversi giudici. Io sono un pilota e tutto ciò che voglio fare è correre. Nonostante ciò, il team principal è stato irremovibile, impedendomi di farlo nonostante una serie di sentenze dimostrassero che avevo ragione. Non potrò mai capire il perchè. Avrei potuto insistere, ma probabilmente questo avrebbe impedito al team di correre, avrei potuto rovinare la carriera di due giovani piloti come Ericsson e Nasr ed i responsabili forse sarebbero finiti in carcere. Ho deciso che non volevo vivere con questo peso, anche se la responsabilità di tutto ciò andava addossata solo a chi gestisce il team. Sono molto grato ai miei fans ed a tutti i piloti ed agli addetti ai lavori che la scorsa settimana mi hanno espresso la propria solidarietà. Ma la mia carriera nel motorsport non è assolutamente finita: guardo con interesse al WEC e al DTM. Vorrei infine rivolgere un messaggio ai piloti, a chi li gestisce, ai team principal ed agli organi che governano la Formula 1, affinchè presto possano essere stabilite nuove norme a tutela dei diritti dei driver. Mi piacerebbe che i valori e l'etica di business applicabili in qualsiasi altro settore possano essere presenti anche in Formula 1. Mi auguro che il mio caso possa servire da esempio affinchè non si ripeta mai più una soluzione simile".

Questa invece la risposta della Sauber in merito alla questione: “Come molti di voi, stamattina abbiamo letto il comunicato pubblicato da Giedo sulla sua pagina e ne siamo rimasti sorpresi. Non sappiamo e non capiamo quali siano le sue intenzioni. A quanto pare vorrebbe presentarsi come un vincitore, quando noi semplicemente abbiamo voluto chiudere la questione stabilendo questo accordo. A fronte delle accuse che ci ha rivolto, avremmo parecchio da dire, ma ciò non aiuterebbe né il team, né i fans o i partner, andando solo a fomentare una battaglia mediatica che non ci interessa. La nostra concentrazione va tutta alla prossima gara in Malesia, dove vogliamo proseguire sulla scia di quanto ottenuto nell’ultimo weekend con Ericsson e Nasr. Vi incoraggiamo comunque a formarvi un’opinione, seppur critica, della vicenda, che per noi è ormai conclusa”.

La battaglia, almeno sulla carta, sembra essersi conclusa qui: ma siamo sicuri che si è trattato davvero dell'ultimo capitolo?

Marco Pezzoni

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