Partenze col...botto
La storia dei Gran Premi di Formula 1 ha da sempre visto nella partenza uno dei propri momenti topici ed in assoluto più emozionanti. E' difatti impareggiabile l'adrenalina che scorre nel sangue di piloti, tecnici e spettatori nel momento in cui più di venti bolidi si lanciano contemporaneamente a tutta velocità verso la prima curva. Non a caso, la partenza è solitamente la fase di gara che registra il maggiore audience televisivo, un momento dove riuscire a guadagnare delle posizioni può risultare determinante ai fini del risultato finale. Allo stesso tempo, però, lo start rappresenta anche un momento particolarmente delicato ed insidioso, durante il quale il rischio che qualcosa possa andare storto è particolarmente elevato. In oltre sessant'anni di gare, infatti, sono stati parecchie le carambole verificatesi durante le convulse fasi iniziali, con esiti, purtroppo, talvolta anche tragici. Il primo crash multiplo si verifica già alla seconda gara nella storia del Mondiale, al Gran Premio di Monaco del 1950, quando nel corso del primo giro Nino Farina si gira alla curva del Tabaccaio, innescando una carambola che mette fuori gioco ben dieci vetture. Il più grave incidente al via negli anni Cinquanta si verifica però durante la 500 Miglia di Indianapolis del 1958, prova allora valida per il Mondiale. Alla terza curva, una toccata tra Ruttman ed Elisian, rispettivamente primo e secondo sulla griglia, coinvolge altre cinque vetture, tra cui quella del veterano Pat O'Connor che perde la vita. Andando in tempi più recenti, crea numerosi strascichi polemici la carambola di Brands Hatch 1976: un incidente al via mette fuori gioco Regazzoni, Laffitte e Hunt, con la direzione gara costretta ad esporre la bandiera rossa. Secondo il regolamento, i tre non potrebbero proseguire, ma il pubblico inglese protesta clamorosamente per l'esclusione dell'idolo locale e così tutti possono ripartire. Hunt coglie la vittoria ma la Ferrari presenta reclamo: soltanto dopo due mesi viene riconosciuta la squalifica dell'inglese, con la vittoria assegnata a tavolino a Lauda. Una partenza tristemente famosa rimane quella del Gran Premio d'Italia 1978, quando un incidente coinvolge diverse vetture: in seguito alle ferite riportate, Ronnie Peterson perde la vita il giorno dopo mentre Vittorio Brambilla rimane gravemente ferito. Al termine di una lunga inchiesta, Riccardo Patrese sarebbe poi stato completamente scagionato dall'accusa di aver provocato l'incidente in seguito ad una manovra azzardata. Anche in seguito a questo evento, la Federazione decide di abolire la tradizionale procedura attraverso la quale il via veniva dato da un personaggio di spicco che abbassava la bandiera della nazione ospitante, sostituendola con l'utilizzo di più moderni semafori. Ciò nonostante, gli incidenti al via continuano a verificarsi: in Canada nel 1980, i due contendenti al titolo Piquet e Jones si toccano alla prima curva coinvolgendo altre sette vetture. Due anni dopo, sempre a Montreal, la Ferrari di Pironi rimane ferma in prima fila: tutti riescono ad evitarlo, tranne lo sfortunato Riccardo Paletti che lo centra in pieno. Si sviluppa anche un principio d'incendio ed il pilota milanese viene trasportato in ospedale: purtroppo non riesce a sopravvivere alle ferite riportate. Era alla sua seconda partenza in un Gran Premio. Particolarmente travagliato si dimostra il via del Gp d'Austria 1987, quando per ben due volte il direttore di gara è costretto a mostrare la bandiera rossa in seguito ad incidenti avvenuti sul rettilineo di partenza. Al Paul Ricard, due anni dopo, Gugelmin sulla March arriva lungo alla prima staccata, andandosi a ribaltare dopo aver urtato le Ferrari di Mansell e Berger: piloti illesi. Un incidente alla prima curva decisivo per l'assegnazione del campionato si verifica a Suzuka '90, quando Senna sperona Prost mettendo fine alla gara di entrambi, ma conquistando il proprio secondo titolo mondiale. La carambola che ha invece coinvolto in assoluto il maggior numero di vetture è invece quella verificatasi durante il Gp Belgio 1998. Subito dopo la prima curva, complice la pista bagnata, Coulthard si intraversa, innescando un gigantesco groviglio che coinvolge sedici delle ventidue vetture al via. Particolarmente spettacolare, inoltre, il looping di Luciano Burti a Hockenheim nel 2001, quando la Prost del brasiliano decolla sulle ruote di Michael Schumacher. Una dinamica analoga vede invece protagonista il fratello di quest'ultimo, Ralf, l'anno seguente in Australia. Il finale non poteva che essere riservato all'incidente che più ha fatto discutere nella scorsa stagione, ovvero la carambola innescata da Grosjean a Spa, nella quale rimangono coinvolti anche Alonso, Hamilton e Kobayashi. Un incidente, anche quest'ultimo, rivelatosi decisivo ai fini della classifica finale.
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