Pirelli, video-anteprima al Gp India
P Zero White medium e P Zero Yellow soft: questa la scelta effettuata dalla Pirelli per il Gp India di quest'anno, dopo che nelle due edizioni precedenti la casa milanese aveva messo a disposizione dei team la combinazione hard-soft. Il tracciato indiano, entrato dal 2011 nel calendario di Formula Uno, è caratterizzato da dislivelli importanti e da una grande varietà di curve che ne fanno un circuito davvero impegnativo per le gomme, soprattutto alla luce delle alte temperature ambientali. Una delle aree più difficili del Buddh Circuit è il complesso delle curve 10 e 11, le quali vengono prese in rapida successione come se formassero una sola piega, ricordando da questo punto di vista la curva 8 del tracciato di Istanbul: gli pneumatici devono sopportare elevati carichi di energia laterale per circa sette secondi. Lo pneumatico anteriore sinistro deve lavorare molto in tale parte del tracciato, dovendo sopportare una forza di accelerazione di 4g all’uscita della curva, dove è necessario il massimo grip per mantenere la traiettoria. La curva 4 è un’ altra area cruciale del circuito: qui le monoposto passano da 320 km/h a 90 km/h in soli 140 metri. Gli pneumatici sono sottoposti ad una decelerazione di 3.6g, ma devono comunque garantire stabilità e precisione di guida durante la frenata. La superficie della pista in India non è molto abrasiva. Tuttavia, essendo stato inaugurato solo due anni fa, l’asfalto è ancora in evoluzione. Nel tempo, l’asfalto nuovo tende a diventare più ruvido, man mano che il bitume sulla superficie viene spazzato via, mentre restano scoperte le piccole pietre acuminate di cui l’impasto è composto. Questo ne aumenta l’abrasività, che ha un effetto sul consumo delle gomme. Lo scorso anno, tutti i piloti che conclusero la gara effettuarono un solo pit stop, circa al 30° giro. La strategia più popolare vide un inizio con la mescola soft per finire con la mescola dura; anche se alcuni piloti nelle ultime posizioni in griglia utilizzarono una strategia opposta. Infine, l’India ha una delle pit lane più lunghe in calendario: circa 600 metri. Questo comporta una significativa perdita di tempo quando si rientra ai box per il pit stop. Le squadre devono tenerne conto in fase di elaborazione della strategia. Paul Hembery, direttore motorsport Pirelli, ha dichiarato: “Abbiamo deciso di portare i P Zero White medium e i P Zero Yellow soft in India poichè riteniamo sia la migliore combinazione per il Buddh Circuit. Gli anni scorsi avevamo fatto una scelta più conservativa, con mescole hard e soft; quest’anno, invece, abbiamo optato per una soluzione leggermente più aggressiva. Di conseguenza, proprio come in Giappone, non ci aspettiamo una grande differenza nei tempi sul giro tra le due mescole. Anche qui, quindi, la strategia sarà molto importante. Nella gara dello scorso anno la media fu di un solo pit stop; quest’anno, invece, ce ne aspettiamo due, e questo darà alle squadre più opportunità per guadagnare posizioni in pista. Con i suoi dislivelli e la grande varietà di curve, il circuito indiano mette a dura prova gli pneumatici; inoltre, se si considerano le molte forze che si scaricano su di essi, gestirli diventerà una delle chiavi per la gara. Come di consueto, è atteso caldo in India e questo aumenterà il degrado termico delle gomme. Quella del prossimo weekend sembra destinata a essere una gara decisiva per il Campionato, quindi speriamo che le nostre gomme contribuiranno a renderla spettacolare.”
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