E' un pezzo di storia della Formula 1. Una storia costellata da epici trionfi, grandi piloti, tecnologie innovative, cadute e risalite. Iniziata esattamente 50 anni fa, nel momento in cui l'allora pilota neozelandese Bruce McLaren fondava la McLaren Ltd, con il sogno nel cassetto di poter vedere un giorno le proprie vetture debuttare nel Mondiale di F1. Dopo un periodo iniziale in cui le nuove M1B vennero schierate nel campionato Sport, con lo stesso McLaren impegnato nella massima formula a bordo di una Cooper, il 1966 fu l'anno della svolta: le vetture, motorizzate Ford, si presentarono ai nastri di partenza del Mondiale dotate della caratteristica livrea arancione. Le prime due annate furono povere di soddisfazioni, ma soprattutto grazie alla tenacia del proprio fondatore la McLaren iniziò a raccogliere risultati di rilievo a partire dal 1968, ottenendo anche tre vittorie: due ottenute da Hulme e una ad opera dello stesso Bruce McLaren. Il 2 giugno 1970 però, durante una sessione di test a Goodwood, il pilota-costruttore perdeva la vita collaudando una delle proprie vetture destinate al Mondiale Sport. Il team, nonostante la tragedia, riuscì a sopravvivere alla morte del proprio fondatore, con Teddy Meyer che prese in mano le redini del team. Grazie anche all'arrivo del munifico sponsor Marlboro, che per oltre vent'anni avrebbe contraddistinto le livree del team, la McLaren iniziò a mietere successi: il 1974 fu l'anno del primo trionfo nel campionato Piloti (grazie ad Emerson Fittipaldi) ed anche in quello Costruttori. Di lì in poi è stata un'escalation di successi: dal bis iridato di Hunt nel '76, ai grandi successi degli anni '80, con Prost e Lauda alla guida delle vetture motorizzate dal turbo Porsche. Dal 1988 le McLaren vennero equipaggiate dai propulsori Honda: un binomio di grande successo, che avrebbe prodotto un totale di 39 vittorie in 65 gran premi disputati, ottenuti in gran parte grazie ad Ayrton Senna, vincitore tra l'altro di tre titoli mondiali (1988, 1990 e 1991) alla guida delle monoposto di Woking. Dopo un periodo difficile, contrassegnato dall'abbandono del team da parte del pilota brasiliano e dalle non fortunate collaborazioni con Ford e Peugeot, la McLaren tornò al successo grazie a Mika Hakkinen, vincitore dei mondiali 1998 e 1999. L'ultimo successo iridato è targato Lewis Hamilton nel 2008, a completare una collezione di successi che sicuramente è destinata a non fermarsi qui. Del resto, i numeri parlano da soli: 733 gare disputate, 182 vittorie, 8 Campionati del Mondo Costruttori e 12 Piloti. Perchè McLaren è sinonimo di leggenda.

{jcomments on}