Quando il 16 gennaio la Mercedes annunciava attraverso i propri profili ufficiali l'ingaggio di Valtteri Bottas come sostituto di Nico Rosberg, campione del mondo uscente, tutti pensavano ad un pilota simil-Barrichello. Buona dose di talento ma destinato a coprire le spalle ad un compagno di squadra troppo ingombrante per poter essere impensierito dall'ultimo arrivato. Bottas aveva come miglior risultato due secondi posti conquistati nel lontano 2014, Hamilton è un tre volte campione del mondo. Non poteva esserci storia.

E invece in Austria, proprio dove Rubens Barrichello venne costretto ad alzare il piede per lasciar vincere Michael Schumacher, Bottas ha dimostrato di potersi giocare le proprie carte, quasi alla pari con il compagno.

Pronti, via, strike! Partenza che ha subito visto uscire di scena un protagonista importante di questo Gran Premio: Max Verstappen. Per la delusione di decine di migliaia di tifosi giunti dalla non vicinissima Olanda per poter sostenere il loro beniamino che, però, è stato subito costretto al ritiro per una carambola alla prima curva. Daniil Kvyat, mentre si apprestava ad affrontare la prima staccata all'interno, ha infatti completamente perso il punto di frenata andando a bloccare entrambe le ruote anteriori, per poi tamponare Fernando Alonso. Nel parapiglia generale, la McLaren dello spagnolo, finita in testacoda, ha colpito la Red Bull numero 33. Per Alonso e Verstappen la gara è finita ancora prima di iniziare.

Altro episodio che ha attirato l'attenzione di molti durante la partenza è stato il presunto Jump Start di Valtteri Bottas. Solo presunto perché, come mostrato da decine di replay al rallentatore, il finlandese è stato protagonista di quella che può essere definita come "la partenza perfetta": 2 soli decimi rilevati come tempo di reazione, il risultato è stata uno scatto a fionda che gli ha permesso poi di gestire tutta la gara.

Tra i primi Sebastian Vettel ha mantenuto la seconda posizione in griglia, mentre Daniel Ricciardo è andato a prendersi la terza piazza ai danni di Kimi Raikkonen. Buona anche la partenza di Lewis Hamilton che si è sbarazzato subito della Force India di Ocon, per poi andare a sopravanzare anche Perez e Grosjean in poche tornate.

B come...Blistering. Uno dei protagonisti di questa domenica austriaca è stato il "blister". Questo termine anglofono, per chi non ne masticasse molto di inglese, si traduce letteralmente come "vesciche". Nel nostro caso il blister è rappresentato da un surriscaldamento anomalo di determinate aree della gomma, che portano alla formazioni di bolle d'aria, più o meno grandi, le quali a loro volta portano al distaccamento di parti della gomma stessa. Le gomme Pirelli subiscono uno specifico trattamento termico per diminuire il rischio di blistering, la causa più probabile durante la gara è stato il caldo insolito ed inatteso al Red Bull Ring. Questo, unito alla tipologia di mescole fornite dalla casa italiana (Ultra soft, Super Soft e Soft) ha rappresentato un'incognita in più nello svolgimento della gara. 

Arrivo in volata ma senza sorprese. L'arrivo e gli ultimi giri sono stati caratterizzati dai rientri di Hamilton e Vettel, rispettivamente su Ricciardo e Bottas per la terza e la prima posizione. I due principali contendenti per la corona lasciata libera da Nico Rosberg hanno cercato fino all'ultima curva la stoccata vincente nei confronti dei rispettivi avversari, senza però riuscire a trovare la manovra decisiva. Proprio come in Russia, quando Bottas conquistò la prima vittoria di carriera, Vettel ha ricucito un gap importante negli ultimissimi giri. A Sochi una mancata bandiera blu rispettata da Felipe Massa ha impedito a Vettel di attaccare il 77 di Mercedes. Oggi semplicemente Vettel è arrivato tardi, perché negli ultimi passaggi il tedesco ha dimostrato di averne molto di più del vincitore ma, quando era davvero a portata, la bandiera a scacchi ha interrotto le ostilità tra i due.

Dietro Lewis Hamilton un attacco su Ricciardo lo ha anche provato al penultimo giro. Precisamente alla staccata della seconda zona DRS, dove l'australiano gli ha concesso tutto l'esterno riuscendo a difendere la sua terza posizione con una frenata profondissima e rispedendo al mittente l'offensiva di LH44, conquistando il quinto podio consecutivo per la scuderia dei bibitari.

Raikkonen e Bottas, le due facce del gregario. Quello che nessuno non può non aver notato spegnendo il televisore, o uscendo dall'autodromo, è stata la differenza tra i due gregari, scudieri (o come li si voglia chiamare) delle squadre che si stanno giocando i titoli iridati. La classifica al momento dice che Vettel ed Hamilton sono da considerarsi prime guide in virtù dei migliori risultati. Ma se per Vettel questi migliori risultati si traducono in 88 punti, più che doppiando il compagno di squadra Kimi Raikkonen, diversissima è la storia nel box di Stoccarda, dove Lewis Hamilton e Valtteri Bottas sono separati da soli 15 punti. Ora, i due finlandesi avevano iniziato la stagione con ruoli opposti: Kimi era a tutti gli effetti pari grado di Vettel, dopo una stagione nella quale era spesso arrivato davanti al tedesco. Valtteri sembrava essere arrivato in Mercedes per poter offrire un gregario ad Hamilton. Oggi, dopo nove gare i due ruoli sembrerebbero completamente ribaltati. Con Bottas che lotta e vince, rubando punti preziosi ad Hamilton, e spesso anche a Vettel, importantissimi in chiave costruttori. Mentre Raikkonen, exploit di Montecarlo a parte, non è quasi mai riuscito a finire davanti alle due Mercedes, senza quindi "rubare" punti in favore del compagno di squadra in lotta per il titolo. Si dice che le guerre si invocano anche per chi porta le borracce. Al momento le borracce in Ferrari non hanno ancora lasciato il campo base.

Ora il cerchietto rosso sul calendario è per il prossimo week end. Il circus ritorna alle sue origini, a Silversone, dove la Formula 1 corre da 67 anni. Il circuito inglese è storicamente uno dei teatri preferiti da Lewis Hamilton e il vice campione del mondo sicuramente cercherà di accorciare il ritardo che lo separa in classifica da Sebastian Vettel.

Alessandro Gazzoni 

 

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