Gp Monaco: gioia Rosberg, furia Hamilton
Sembrava una gara già scritta, per larghi tratti soporifera, con Lewis Hamilton avviato verso il trionfo monegasco davanti al compagno Rosberg e a Vettel. Invece, tutto è cambiato negli ultimi 15 giri di gara, con una sequenza di emozioni impreviste e imprevedibili che hanno regalato al tedesco della Mercedes il decimo successo in carriera, il terzo consecutivo nelle stradine del Principato. Ma se Nico può gioire di una vittoria insperata, al pari di Vettel capace di portare la Ferrari al secondo posto, ad uscire decisamente con il morale "nero" al termine dei 78 giri di gara è senza dubbio Lewis Hamilton, la cui vittoria ormai certa è stata letteralmente gettata alle ortiche da una strategia suicida del suo stesso team, che lo ha richiamato al box nel finale per montargli un set di gomme Supersoft.
L'episodio capace di gettare nello scompiglio una gara fino a quel momento lineare e priva di emozioni è stato il terribile botto di Max Verstappen all'inizio del giro 64, quando il pilota olandese della Toro Rosso ha tentato di attaccare la Lotus di Grosjean per la decima posizione all'altezza della curva di Sainte Devote. Il giovanissimo rookie olandese ha pagato però la sua inesperienza andando a tamponare la vettura del rivale, rischiando pericolosamente di decollare e finendo violentemente contro le barriere. Per fortuna nessuna conseguenza per Verstappen, ma il crash ha dato vita ad una serie di episodi che hanno deciso la gara. A partire dall'inevitabile ingresso della Safety Car, che ha raggruppato il gruppo annullando i distacchi fino a quel momento presenti, ma soprattutto con l'incomprensibile decisione del muretto box Mercedes di richiamare ai box il leader della gara. Hamilton si è così ritrovato alle spalle di Rosberg e Vettel, e nonostante potesse disporre di un treno di gomme Supersoft usate in luogo delle Soft dei rivali, non è riuscito ad avvantaggiarsi dovendosi accontentare di chiudere in terza posizione.
Sentimenti contrastanti sul podio di fine gara, con la soddisfazione di Rosberg, la genuina felicità di Vettel e l'evidente malumore di Hamilton, il quale comunque ha mostrato grande self-control evitando dichiarazioni al veleno nei confronti della propria squadra. Di certo, il dopo-gara in casa Mercedes, nonostante la vittoria, non sarà dei più tranquilli, anche se già alcuni secondi dopo la bandiera a scacchi sono arrivate le prime ammissioni di "mea culpa" da parte dei vertici del team di Woking. La gara si è giocata così negli ultimi sette giri, ovvero dal momento in cui la Safety Car è rientrata ai box, con Daniel Ricciardo scatenato con la mescola più morbida capace di attaccare prima Kimi Raikkonen con un sorpasso al limite al Mirabeau, quindi il compagno Kvyat e poi lanciarsi all'inseguimento del duo Vettel-Hamilton, prima di dover cedere la posizione alla vettura gemella negli ultimi metri. Raikkonen si è dovuto accontentare di un sesto posto piuttosto anonimo, davanti all'ottimo Sergio Perez con la Force India e alla McLaren di Jenson Button, ai suoi primi punti stagionali.
Da sottolineare anche il nono posto di Nasr (Sauber) e il decimo di Carlos Sainz, quest'ultimo addirittura partito dalla pit lane dopo la penalità inflittagli al termine delle qualifiche di ieri. Fuori dalla zona punti Hulkenberg, Grosjean, Ericsson, le disastrose Williams di Bottas e Massa, quindi le due Manor di Merhi e Stevens. Tra i ritirati Maldonado (toccato nelle fasi iniziali da Verstappen prima di dover alzare bandiera bianca) e Fernando Alonso, ancora una volta bersagliato dalla sfortuna dopo i guai tecnici manifestatisi anche nelle qualifiche. Se da un lato la battaglia per il Mondiale può dirsi completamente riaperta, grazie all'autogol Mercedes nei confronti di Hamilton, di sicuro a tenere banco nel team di Brackley saranno le polemiche. E menomale che l'annuncio del rinnovo contrattuale di Hamilton è arrivato proprio alla vigilia del weekend...
Marco Privitera
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