WRC | L'abbandono dell'ibrido, un’occasione per il futuro
Il WRC dal 2025 toglierà dalle Rally1 la componente ibrida, aprendo una nuova era per la categoria che ha disperato bisogno di un rilancio su diversi piani.
La notizia era nell’aria da tempo nel mondo WRC, ma ora, dopo la decisione del World Motorsport Council, è ufficiale. Dal 2025 sparirà l’ibrido dalle vetture del Mondiale Rally, dopo solo tre stagioni di utilizzo. Che dire, una retromarcia non certo piccola, che dimostra come lo stato di salute della massima categoria del controsterzo sia tutto meno che florido. Resta da capire quali saranno le implicazioni nel medio-breve termine, soprattutto guardando ad una futura entry list.
Ibrido addio: il fallimento di un’impostazione poco chiara
Dunque, alla fine del 2024 diremo addio alla componente ibrida sulle vetture WRC, che resteranno comunque in configurazione Rally1, almeno per una stagione. Una svolta ad “U” che ha, inutile nasconderselo, un che di storico: nell’era del green a tutti i costi e dell’elettrico come ultima ed unica frontiera possibile, una delle massime categorie del motorsport torna ai cari vecchi motori totalmente termici.
La fine di un progetto mai totalmente sposato da piloti e squadre, quello dell’ibrido. Tre anni sono stati sufficienti al mondo del WRC per tornare sui propri passi. Chiaramente, il problema maggiore che ha portato a questa decisione è quello dei costi, diventati ingestibili anche per dei veri e propri colossi. Ritrovarsi con solo otto vetture Rally1, top class, alla partenza del Rally di Monte Carlo è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Promoter e FIA hanno avuto il coraggio, va riconosciuto, di fare un passo indietro, per quanto tardivo. Meglio tardi che mai; ma va anche rimarcato il fallimento di un progetto che, sinceramente, appariva abbastanza sfumato sin dalla sua implementazione nel 2022. Insomma, se in Apollo 13 il fallimento “non è contemplato”, qui sembrava già scritto dall’inizio.
Nel 2026 inizia il futuro
Se dalla prossima stagione verrà tolto l’ibrido, ma le Rally1 resteranno sostanzialmente tali, sarà il 2026 a segnare la svolta vera e propria. Per allora, infatti, il WRC ha messo in cantiere una serie di nuove norme, volte ad un ulteriore contenimento dei costi e alla limitazione della potenza di questi mostri assoluti.
Innanzitutto, i cavalli dei motori verranno limitati a 330, con motore e trasmissione che avranno una derivazione diretta da quella in uso nelle attuali Rally2, con il costo massimo di 440.000 euro. Verrà anche limitata l’aerodinamica, e le vetture della categoria cadetta potranno essere potenziate tramite un kit che praticamente le renderà delle Rally2+, andando ad equipararsi alle Rally1. Ed è qui che si potrebbero innestare ragionamenti interessanti.
Un’opportunità da sfruttare
Sarà molto importante capire chi sarà della partita a partire dal 2026, perché questa scelta della Federazione e del Promoter potrebbe aprire le porte del WRC a tante nuove realtà. Tra i Costruttori già presenti nelle Rally1, Toyota e Hyundai non dovrebbero avere particolari problemi a continuare l’impegno, visto che il programma Rally2 di entrambi è già ben avviato. Discorso diverso per Ford M-Sport, che in ogni caso potrà partire dalla base della sempre affidabile e performante Ford Fiesta.
Potrebbe essere una ghiotta occasione per entrare tra i “grandi” del WRC anche per diverse Case. A partire da Skoda e Citroen, al momento super protagoniste nella categoria cadetta. Per quanto riguarda la Casa ceca, l’unico intoppo potrebbe essere la scelta della Casa madre Volkswagen, che potrebbe pensare ad un ripristino del progetto Rally con la Polo R2, vettura sicuramente veloce anche se forse un po’acerba rispetto al “carro armato” chiamato Fabia.
Discorso analogo per i francesi, che, nonostante il ritiro dalla top class, anche continuato lo sviluppo della ottima C3. Il gruppo PSA, però, potrebbe dare priorità al ritorno di un marchio storico e leggendario come Lancia, come anticipato dalle colonne di Livegp.it in gennaio. La nuova Ypsilon sarebbe infatti perfetta per i nuovi regolamenti, e sarebbe sviluppata praticamente come una vettura gemella della Citroen C3.
Il cambio di rotta che ci voleva
Non ce ne vogliano i sostenitori dell’ibrido e del green a tutti i costi, ma questo dietrofront era proprio quello che ci voleva per ridare linfa al mondo del traverso, da troppo tempo in sofferenza. A proposito di elettrico, è allo studio una categoria full electric da affiancare al Mondiale, ma al momento la sua implementazione parrebbe essere ancora molto lontana.
La semplificazione delle vetture e il conseguente abbattimento dei costi potrebbe essere la mossa giusta per ridare smalto e riaprire le porte di una delle categorie più importanti e ricche di fascino nel panorama del motorsport. Ora tutti dovranno essere bravi a cogliere la palla al balzo, FIA in primis.
Dopo anni di sofferenza, dunque, il WRC potrebbe prendere una boccata d’aria importante; la speranza è quella di un rilancio a tutto tondo della categoria, senza che ulteriori regolamenti bloccanti si mettano in mezzo.
Nicola Saglia