F1 | Red Bull, tra Lawson e Tsunoda il re ora è nudo
La decisione presa dal team di Milton Keynes apre diversi scenari, ma una cosa è certa: le scuse sono finite.

La notizia ufficiale che tutti stavamo aspettando è finalmente arrivata: Yuki Tsunoda sarà sulla Red Bull al posto di Liam Lawson a partire dal Gran Premio del Giappone. Una decisione per certi versi storica, che certamente avrà ripercussioni su tutto il team. Una cosa è sicura: ora il team di Milton Keynes ha veramente finito le scuse. Se il giapponese non otterrà risultati di rilievo, sarà finalmente evidente come le problematiche strutturali della scuderia inglese vadano ben oltre il rendimento dei piloti.
Liam appiedato proprio quando poteva dare di più
Ora, ognuno di noi, legittimamente, su questa faccenda può essersi fatto l’idea che meglio crede. Al di là di tutto, le prestazioni di Liam Lawson in queste prime due gare in Red Bull sono state ben al di sotto delle aspettative. Questo è un dato di fatto su cui è impossibile discutere. Poi però bisogna andare oltre, altrimenti restiamo nell’ambito delle chiacchiere da bar. Nulla di male, beninteso; ma se vogliamo fare un discorso serio e articolato, dobbiamo valutare tutti i dati.
In primo luogo, occorre sottolineare come nelle prime due gare Lawson si sia trovato ad affrontare piste su cui non aveva mai corso prima, di cui una (Melbourne) comunque ostica. Nel triple-header che sta per iniziare, invece, il kiwi sarebbe sceso in pista su tracciati di cui avrebbe avuto una conoscenza ben maggiore. Suzuka soprattutto, dal momento che qui ha corso con il campionato Super Formula, su vetture molto potenti e complicate da gestire, ottenendo peraltro ottimi risultati. In Bahrain e Arabia Saudita, invece, ha già corso in F2, con Sakhir che lo ha già visto protagonista dei test prestagionali. Ora, tutte le scelte sono lecite, è ovvio, ma una cosa è certa: tenere Lawson al suo posto e valutarlo perlomeno (per quanto comunque sarebbe stato troppo presto) dopo queste tre gare sarebbe stato ben più sensato. Il feeling, la sensazione che si percepisce, oggi, è che sia stata presa una decisione affrettata, proprio nel momento in cui si sarebbe dovuto usare più sangue freddo, meno emotività e valutare in maniera obiettiva le situazioni.
Yuki, la grande occasione in casa: un’arma a doppio taglio

Certo, la mossa di Red Bull è aggressiva e per certi versi molto coraggiosa. Yuki Tsunoda è sicuramente al settimo cielo, e guai se così non fosse. Il giapponese si troverà ad avere l’occasione della vita davanti al suo pubblico, su uno dei tracciati più belli e che hanno fatto la storia della F1. Dal 2021 è stato pilota ufficiale prima Alpha Tauri e poi Visa Cash App RB ottenendo buoni risultati ma restando sempre a centro gruppo. Nel prossimo weekend si troverà però alla guida di una vettura top, con la voglia di dimostrare tutto il proprio talento e la propria capacità di ottenere grandi risultati. Peraltro, una palla colta al balzo dal team che si troverà così a salutare Honda con un giapponese in macchina. Attenzione, però, perché si tratta di un’arma a doppio taglio.
Red Bull, infatti, lo abbiamo ripetuto milioni di volte, si trova ad essere una vettura disegnata, ricamata e costruita su misura per le esigenze di Max Verstappen. E questo, checché ne dicano i soliti portabandiera di questa o quella “ideologia motoristica”, e un dato che penalizza fortemente tutti gli altri piloti che vanno ad infilarsi in quell’abitacolo. La vettura è, inoltre, complicata da portare al limite, oltremodo nervosa, e per questo difficile. Ciò detto, tutti ci auguriamo che Yuki riesca a trovare la prestazione che, sulla seconda vettura blu, manca ormai da un paio d’anni a questa parte.
L’orgoglio ferito di Lawson, che deve reagire
In tutto ciò, Liam Lawson è certamente quello che rischia più di tutti (insieme a Horner, ma ci arriveremo). Il neozelandese è stato portato in prima squadra per far dimenticare le prestazioni di Perez, e in queste due gare (ripetiamolo per i duri d’orecchio e di comprendonio, due gare) non ci è minimamente riuscito. Da qui a definirlo “flop”, però, ce ne passa. Tra i due, la differenza sostanziale sono i milioni di dollari portati in dote dal messicano, che gli hanno consentito di restare a galla ben più del necessario. Ad oggi, per Lawson, il fatto di tornare a correre con RB, con cui ha ottenuto ottimi risultati nelle undici gare precedenti (anche qui, mai in pista per una stagione intera), potrebbe non essere poi una soluzione così deleteria.
Ho corso con Tsunoda per anni, l'ho battuto nelle categorie giovanili e l'ho battuto anche in F1, quindi può dire quello che vuole.
Parole pronunciate dallo stesso Lawson dopo il Gran Premio di Cina, quando già le voci relative alla sua sostituzione circolavano in maniera importante. È chiaro che si tratta di dichiarazioni a caldo, dopo la delusione della seconda gara senza punti, e che per questo possono risultare sgradevoli. Ma quello che Liam ha sottolineato è un dato di fatto, per cui poco da discutere. Proprio per questo le prossime gare in RB per lui potrebbero rappresentare una sorta di riscatto, anche solo per mettere di nuovo in difficoltà Horner e Helmut Marko.
Red Bull, l’ora della verità. E Max?
È stato difficile vedere Liam faticare con la RB21 nelle prime due gare e di conseguenza abbiamo preso collettivamente la decisione di fare un cambio anticipato. Siamo arrivati alla stagione 2025 con due ambizioni: difendere il Campionato Mondiale Piloti e competere per il titolo Mondiale Costruttori e questa è una decisione puramente sportiva. Siamo consapevoli che c’è molto lavoro da fare con la RB21 e l’esperienza di Yuki si rivelerà molto utile per contribuire allo sviluppo della vettura attuale.

Queste le dichiarazioni ufficiali di Horner, che solo poche ore prima aveva bollato come “mera speculazione” le voci in merito allo scambio. Non riportiamo neanche quelle di Marko, francamente poco rispettose nei confronti del pilota stesso, come ormai troppo spesso gli accade. È però difficile pensare ad una scelta “puramente sportiva”: si vocifera di 20 milioni di buoni motivi targati Honda, che non fanno mai male.
Ma la questione è un’altra: ora, per Red Bull, non ci sono più scuse. Il dado è tratto definitivamente: se le prestazioni di Tsunoda non saranno più che sufficienti, chi sarà il prossimo capro espiatorio? Intendiamoci, non sarà difficile per lui fare meglio di Lawson, contando anche i GP già corsi nel Circus. Ma, rileggendo le parole di Horner, è evidente che uno, due punti a GP non saranno abbastanza. Chi scrive e dice altro mente, consciamente o inconsciamente. Oppure non è così e va bene anche il risultato minimo, ma, allora, Horner verrebbe smentito dai fatti. La realtà è che Red Bull deve iniziare a pensare al futuro, più che al presente, e oggi sembra complicato. Anche perché il suo uomo simbolo, Max Verstappen, potrebbe prendere decisioni poco simpatiche per il team di Milton Keynes.
La sensazione, infatti, riportata da più di una testata molto autorevole, è che l’olandese fosse contrario all’avvicendamento al suo fianco. Anzi, che proprio avesse espresso parere favorevole alla sua conferma, anche in virtù di un buon rapporto instauratosi tra i due in questi primi scampoli di stagione. Il “like”, poi ad un post dell’ex pilota e ora commentatore Giedo Van der Garde che esprimeva le proprie opinioni in merito al fatto in maniera esplicita, parlando di “bullismo” da parte di Red Bull nei confronti di Lawson, non ha fatto altro che aumentare le voci in merito. Nessuno, ad oggi, si stupirebbe più di tanto se il quattro volte campione dovesse veramente pensare di cambiare squadra, come più volte ipotizzato. Mercedes, in questo momento, sarebbe l’opzione principale, con una girandola di top drivers come conseguenza. Red Bull, dunque, si troverebbe a dover ricostruire tutto da capo, senza il “mago” Newey. Auguri, verrebbe da dire.
Ciò detto, in bocca al lupo a Yuki e anche a Liam per il proseguo della stagione. Il giapponese, però, stia in guardia: la sensazione è che nulla sia scolpito nella pietra, all’interno dell’universo Red Bull.
Nicola Saglia