F1 | Smantellato il ponte Campari: l'Autodromo di Monza ci spiega il perchè
Abbiamo pensato quindi di interpellare direttamente l'ufficio stampa del "Tempio della Velocità", al fine di poter fare luce su una vicenda che avrebbe altrimenti rischiato di generare malintesi e fraintendimenti. "Il ponte Campari - ci scrive Davide Casati - posto prima della seconda variante, è stato smantellato la scorsa settimana. Originariamente si trattava di una passerella (cosiddetta Dunlop) costruita nel 1971 per permettere l'accesso del pubblico all'Autodromo Nazionale Monza direttamente dall'esterno del Parco. Nel corso degli anni ha subito diversi rimaneggiamenti e nel 1982 alla passerella furono affiancati i due tralicci che hanno preso il nome di "Ponte Campari", dalla pubblicità che ospitavano. Anch'essi sono andati incontro, nel tempo, ad alcune modifiche anche a seguito della razionalizzazione degli spazi pubblicitari presenti lungo la pista. La passerella pedonale ed il relativo accesso non venivano più utilizzati da diversi anni e i cartelloni pubblicitari erano usati solo durante il Gran Premio di Formula 1.
Nonostante alcuni interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, gli elementi metallici della struttura e il rivestimento si trovavano in uno stato di ammaloramento causato principalmente dalle intemperie e dalla vetustà della struttura. Il circuito ha quindi scelto di demolire il ponte per migliorare la compatibilità paesaggistica dell'area, dopo aver ottenuto parere favorevole dalla Soprintendenza, dal Parco Valle Lambro e in accordo con il Consorzio Villa Reale e Parco di Monza. Lunedì è stato steso uno spesso strato di sabbia sulla pista per evitare che i lavori potessero danneggiarla. Nei due giorni successivi, il ponte è stato imbragato, tagliato e movimentato con un autogru fuori dalla pista. I lavori si sono svolti nelle modalità indicate dagli Enti".
Nessun mistero dunque, né tantomeno nessuna volontà di nascondere le cose per come si sono effettivamente svolte. Il nostalgismo fine a se stesso non porta a nulla, ma nell'epoca dei "complotti digitali" e delle "bufale facili", il minimo che si possa fare è verificare l'attendibilità di certe notizie: i lettori meritano rispetto.
Marco Privitera
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