La nona vittoria stagionale di Sebastian Vettel è stata ottenuta grazie ad una tattica basata sui due pit-stop, con il tedesco che ha optato per una strategia medium-hard-hard fermandosi al 14° e 37° giro. Rispetto a quanto previsto dalla Pirelli, la tendenza adottata dalle varie scuderie è stata quella di anticipare la prima sosta, proprio nel tentativo di cogliere di sorpresa i rivali nell'ambito di una gara molto ravvicinata. Sotto questo punto di vista, Vettel ha avuto la meglio sia su Grosjean (anch'egli su due soste) che sul proprio compagno di squadra Mark Webber, quest'ultimo autore di ben tre pit-stop. L'australiano è stato il primo dei tre piloti di testa a fermarsi dopo 11 tornate montando gomme dure, nel tentativo di poter scavalcare Grosjean; il sorpasso è però avvenuto nella seconda sosta, con Webber fermatosi al 25° giro per un nuovo set di Hard, quattro giri prima del francese della Lotus. La strategia vincente è però risultata quella di Vettel, il quale ha percorso il proprio ultimo stint di 16 giri su gomme dure, ben otto in meno rispetto a Grosjean. Chi, invece, ha scelto di montare la mescola più morbida nell'ultima parte di gara è stato Webber, il quale si è fermato a 11 giri dalla fine lanciandosi nel finale all'inseguimento del duo di testa, e riuscendo ad avere la meglio su Grosjean soltanto a pochi giri dalla fine. Tutti i piloti hanno iniziato la gara sui P Zero White medium, ad eccezione di Daniel Ricciardo (Toro Rosso) e di Charles Pic (Caterham). Gli stint più lunghi della gara sono stati proprio quelli del francese della Caterham, 18 giri con gomme Medium, e di Paul Di Resta, 27 giri con le Hard. Per quanto riguarda i giri più veloci fatti registrare con le due mescole, il più rapido con le Medium è stato Webber (1'34"587), mentre con le dure ha svettato Rosberg in 1'34"650. Paul Hembery, direttore motorsport Pirelli, ha dichiarato: “Abbiamo assistito ad una gara molto ravvicinata, con poca differenza nei tempi sul giro tra le due mescole nominate. Come risultato abbiamo visto diversi approcci alla strategia: i piloti hanno usato sia la gomma media sia la hard per il secondo e terzo stint. Molti piloti si sono fermati due volte, come ci aspettavamo: a Suzuka l’usura è abbastanza bassa a causa della natura scorrevole del circuito – il che significa che le richieste di trazione sono basse – ma gli elevati carichi laterali di energia fanno sì che il fattore limitante sia il degrado. Questo naturalmente è aumentato nel caso di gara molto ravvicinata, con le monoposto attaccate le une alle altre, dove l’efficienza aerodinamica è compromessa e le vetture scivolano di più".

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