Al via del Gran Premio entrambe le Ferrari (scattate dalla terza piazza con Sebastian Vettel e dalla quinta con Kimi Raikkonen) riescono a conservare le posizioni: Vettel sfrutta un po' meglio il lato gommato della pista cercando di passare Max Verstappen nelle prime curve, ma l'ostinata difesa dell'olandese induce Sebastian ad alzare il piede e riprovare sul successivo allungo dopo le prime tre curve, in cui fa valere la prestazione migliore dell'unità propulsiva Ferrari nei confronti di quella Renault (il sorpasso avviene ancora in regime di DRS chiuso). Kimi Raikkonen intanto mantiene la posizione.

Alla ripartenza dal periodo di neutralizzazione per l'incidente di Esteban Ocon (avvenuto nelle primissime fasi della corsa), i piloti di testa corrono abbastanza di conserva, con distacchi che oscillano intorno al secondo e mezzo cercando di gestire le gomme a banda rosa, ovvero la mescola più morbida in assoluto sulla scala di quelle disponibili in casa Pirelli. All'inizio del quindicesimo giro è proprio Sebastian Vettel ad inaugurare il valzer dei pit-stop, giocando un possibile undercut su Lewis Hamilton. Il tedesco esce dai box montando le ultra-soft, scelta che farà discutere, visto che bisognerà estenderne la vita utile per oltre quaranta giri e in teoria la cosa pare alquanto improbabile.

Sebastian esce dai box e si trova alle spalle di Sergio Perez, dietro al quale perde tempo prezioso: Hamilton rientrerà il giro successivo e uscirà davanti al tedesco, nonostante nella fermata ai box i meccanici Ferrari facciano meglio di quelli AMG Mercedes, così come Max Verstappen quando si fermerà al giro 17 per la sua sosta. Entrambi montano gomme soft, la cui durata non è un problema.

Sebastian non può sfruttare appieno le caratteristiche più performanti della mescola e lamenta qualche problema con il raffreddamento dei freni: nella parte centrale di gara perde contatto con i piloti di testa, e la sua gara finisce virtualmente lì. Arrivare al traguardo è quasi una questione di evitare problemi o inutili stress alle gomme, tanto che quando il terzetto di testa si ricompatta per il sorpasso dei doppiati, Sebastian non riesce a sfruttare la differenza di mescola.

Kimi Raikkonen, dal canto suo, riesce ad allungare il primo stint (girando su ritmi piuttosto interessanti, issandosi al comando) fino al 23° giro, montando le gomme soft: Kimi rientra dietro a Valtteri Bottas e può combattere alla pari con il suo conterraneo dell'AMG Mercedes. Lo avvicinerà, ma senza avere lo spunto necessario per sorpassarlo. Alla fine della gara le prime sei posizioni ricalcano quelle viste in griglia.

La Ferrari dunque incappa in un fine settimana decisamente negativo, nonostante i risultati incoraggianti delle prove libere e delle qualifiche, trovandosi a combattere contro un Lewis Hamilton molto in palla e una AMG Mercedes che sembra avere un piccolo vantaggio prestazionale rispetto a tutta la concorrenza. Dall'analisi dei tempi il ritmo della Ferrari non è irresistibile e la cosa viene evidenziata dalla lettura dei giri più veloci: Vettel si piazza al sesto posto con 1:44.669, mentre Raikkonen si attesta in settima posizione con il tempo di 1:44.715.

Considerato che i tempi più veloci sono stati realizzati relativamente nello stesso momento durante il secondo stint di gara, si nota che la prestazione è quasi identica per entrambi i piloti, che però calzavano gomme diverse, ultrasoft per Sebastian e soft per Kimi. A questo punto è chiaro che in casa Ferrari il weekend è stato affrontato con poche idee in testa e molto confuse, dato che al momento di tirare fuori la prestazione, le Rosse si sono trovate ad essere molto più scivolose rispetto alla precisione delle AMG Mercedes. Di sicuro non ha giovato il fatto di aver portato dietro un solo set di gomme soft per il fine settimana, a differenza delle altre scuderie che ne avevano portati almeno due, così da provare tutte le soluzioni e giocare la carta della strategia ad una sosta. Come a Monza, con le gomme la Ferrari ha deciso di mettersi nell'angolo da sola.

A fine gara Vettel dichiara che la velocità c'è, ma oggi non si è vista, quindi non c'è da avere paura per le prestazioni sui prossimi tracciati. Buona cosa che a Maranello si conservi l'ottimismo, ma ormai entrambi i campionati sembrano instradati verso altre latitudini...

Luca Colombo