MotoGP | Suzuki a due facce: è una Ducati...azzurra?
VEDIAMO LA LUCE. È proprio il caso di dirlo: il Texas resterá per Davide Brivio e per il team Suzuki Ecstar il punto piú alto raggiunto in più di un anno di buio pesto. Austin ha visto finalmente una moto della casa di Hamamatsu tornare sul podio, mentre nel 2017 finire nella top ten rappresentava uno sforzo immane: lottare per un mondiale vuol dire però mostrare costanza di risultati, cosa ancora assente nel box di Iannone e soprattutto di Rins.
LE DUE FACCE DELLA MEDAGLIA. Per uno Iannone in risalita abbiamo un altro zero di Rins. Il parallelismo con Ducati sembra facile, ma non è cosi scontato: Andrea viene da un biennio Ducati che lo ha abituato ad un motore portentoso, cosí potente da riparare ad alcune mancanze della ciclistica, ed il suo stile di guida dovrà cambiare ulteriormente per adattarsi ad una moto che fa invece della percorrenza la sua arma piú forte. Sulla carta Rins, che viene dalle meno potenti e piú maneggevoli Moto2, dovrebbe essere avvantaggiato nell’adattamento, ma la sua esuberanza lo spinge spesso oltre il limite facendogli collezionare cadute come il Qatar o la piú recente di Austin. Nel box dovranno lavorare non solo sulla moto, ma anche sulla mentalitá del pilota, che accusa comunque anche il prolungato stop per infortunio nel 2017. Alex è un gran talento, ma avrá bisogno di tempo per crescere insieme alla Suzuki.
QUATTRO È MEGLIO DI DUE. Proprio in vista di un netto miglioramento (e di una necessitá di dati sempre maggiore), a breve dovrebbe giungere la finalizzazione dell’accordo tra Suzuki ed il team Marc VDS, che sembra preferire la GSX-RR alla M1 soprattutto a causa del trattamento che riceverebbe: proprio come il binomio KTM-Tech3 (che ha recentemente acquisito Zarco, anche se nel team ufficiale e non con le moto di Hervè Poncharal), Marc VDS riceverebbe una coppia di moto di fatto identiche a quelle del team Ecstar, evoluzioni comprese, lasciando le differenze alla qualità dei tecnici. Se questo sará un miglioramento rispetto al fatto di avere le Yamaha dell’anno precedente, lo sapremo nel 2019.
Alex Dibisceglia