Credits: Renault Group / X.com
Credits: Renault Group / X.com

Il mondo della Formula 1 è stato scosso nel corso delle settimane passate dall’annuncio della chiusura del programma motori Renault da parte del team Alpine a fine 2025. Una notizia non sorprendente, in quanto qualcosa di simile si era vociferato a più riprese da diversi mesi, ma che ha comunque causato reazioni molto rumorose sui social per quella che sarà la triste fine della storia di un marchio e soprattutto di un impianto, quello di Viry-Châtillon, che con i suoi motori ha scritto la storia di questa sport.

De Meo: “Una scelta straziante, ma dovevamo dare una scossa al progetto”

Tra gli artefici di questa rivoluzione c’è Luca De Meo, il CEO del gruppo che, insieme al suo consulente Flavio Briatore, ha di fatto scartato il progetto del motore 2026 di Renault e abbracciato l’ormai imminente partnership con Mercedes per la nuova era dei regolamenti sulle power unit. Intervistato in esclusiva da L’Équipe riguardo ai motivi della scelta, De Meo ha fatto trasparire tutte le difficoltà legate ad una scelta che è stata molto difficile da fare.

È stata una scelta straziante, il risultato di mesi e mesi di analisi. Ammiro l’impegno e la tenacia delle persone di Viry-Chatillon, loro hanno lo spirito combattivo e so che da domani metteranno questo stato d’animo nei progetti futuri. Sono ottimisti e questo è un buon inizio. Mi dispiace vederli delusi da questa decisione ma, nel mio lavoro, non posso permettermi di pensare come un fan.

Tra le ragioni di questa rivoluzione, il manager italiano ha ammesso che la crisi di risultati del team Alpine (attualmente nono nel costruttori) ha ricoperto un fattore critico nella decisione appena presa:

Sono un manager, dirigo una compagnia quotata in borsa e devo ripensare il progetto F1 per poter finalmente vincere. Quindi cerco ogni scorciatoia per raggiungere l’obiettivo, perché siamo diventati invisibili e, facendo altri due anni così, il progetto si sarebbe sgonfiato completamente. Siamo in calo da tre stagioni e dovevamo dare una scossa, seguendo in parallelo una logica economica.

Proseguendo su questo argomento, Luca ha fatto il punto sulle logiche dietro la chiusura del programma motori di Renault, comparando la situazione a quelle di altri marchi e team presenti nel Mondiale di Formula 1.

Honda ha deciso di lasciare poi hanno cambiato leadership e sono tornati. Nel frattempo, Red Bull ha investito 600-700 milioni per sviluppare il proprio motore. Tenere un’attività in casa ci costa tra i 200 e i 250 milioni annui, contando i 150 milioni annuali del Budget Cap. Ma McLaren, Aston Martin, Haas e Williams, che ci stanno davanti in campionato, non investono questi 200-250 milioni.

Alpine Mercedes GP Azerbaijan F1 2024
Credits: Alpine Media

La rivelazione: “Vasseur ha chiamato per i nostri tecnici, noi non li imprigioneremo”

De Meo crede che gli appassionati francesi supporteranno comunque il team, a prescindere da quale motore viene montato ci sia a spingere la monoposto:

La percezione del pubblico è cambiata: i veri appassionati e gli sponsor guardano al team, non al motore. I partner firmano con McLaren, non con il motore Mercedes sotto il cofano. Il pubblico oggi include anche giovani e donne e questa nuova clientela porta una nuova prospettiva in questo sport. Noi supportiamo un pilota, un colore, un brand, non un motore.

Proseguendo nell’intervista, De Meo ha rivelato che la chiusura del programma motori potrebbe liberare molto ingegneri e tecnici della Renault verso altre scuderie. Tra esse si farebbe fatta sotto specialmente la Ferrari, sfruttando anche il fatto che il TP Frédéric Vasseur conosce bene l’ambiente, avendo diretto il team di Enstone nel 2016, l’anno del ritorno di Renault in F1 come costruttore proprio.

Proprio su questo punto, l’Amministratore Delegato del gruppo ha dichiarato che non ci saranno complicazioni:

Abbiamo garantito che non ci saranno perdite di posti di lavoro a Viry-Chatillon, ma so che ci saranno persone attratte dall’idea di progettare un motore per la Formula 1. Fred Vasseur, il boss della Scuderia Ferrari, ci ha chiamato per chiederci se poteva prendere qualcuno dei nostri tecnici ed evitare che facessero il periodo di “gardening leave”. Ok. Così è la vita. Non imprigioneremo i nostri ragazzi.

Per chiudere, De Meo è ritornato sulle voci di una possibile vendita del team da parte di Alpine e del Gruppo Renault che sono rispuntate alla chiusura del programma motori. Il manager italiano ha smentito tutto, confermando il progetto a lungo termine che lui e Briatore vogliono avere con il loro team:

Ho letto che (Flavio) era incaricato di vendere il team. Ciò è completamente falso. Ogni notte ricevo chiamate da imprenditori e coloro che vogliono entrare in F1 perché sanno che dopo il 2026 sarà tutto molto più costoso. Io non vendo, non sono stupido. La F1 è fondamentale per il brand Alpine, siamo in un club chiuso. Porta credibilità per il brand attorno agli appassionati di motori. Non abbiamo bisogno di soldi, non venderemo il “gioiello di famiglia”.

L'unica certezza è che per la Alpine e il Gruppo Renault si prospetterà un periodo di transizione e di mosse da fare per decidere il proprio futuro in Formula 1 e altrove, specialmente di fronte alle ultime voci provenienti dal settore automotive di una possibile fusione con il colosso Stellantis.

Andrea Mattavelli