WRC | Ogier è sempre lui, ma Toyota ha un avversario in più
Oltre a Seb, c'è un altro francese che si sta ritagliano un ruolo importante nel Mondiale: Adrien Fourmaux
Marlon Brando è sempre lui cantava Luciano Ligabue in uno dei pezzi più riusciti del suo primo album, uscito nel 1990. Oggi, dopo il Rally di Montecarlo che ha aperto la stagione del WRC 2025 possiamo tranquillamente prendere in prestito le sue parole per dire che anche Sebastien Ogier è sempre lui, e quasi dispiace che da qualche anno a questa parte abbia deciso di essere un pilota part time. Sulle speciali ricavate nella zona di Gap, però, sono emersi tanti dati interessanti che mettono in luce come la Yaris GR1 portata in pista dallo squadrone nippo-finlandese dovrà fare particolare attenzione nelle prossime uscite.
Latvala: “Non potevamo chiedere di meglio”
La doppietta ottenuta da Toyota è stata sicuramente il miglior modo per iniziare il campionato, il primo senza componenti elettriche dopo tre stagioni consecutive con le power unit ibride. Praticamente tutti tra i piloti di testa sono incappati in errori importanti; Ogier e Evans, alla fine dei conti, sono stati i più bravi a limitare il più possibile i danni e portare a casa un risultato importante. Il francese si è portato a casa la decima affermazione, mentre il gallese ha probabilmente perso la Power Stage del Turini per uno di quegli errori che spesso gli abbiamo visto fare nel corso della carriera, e che ha messo a repentaglio anche il secondo posto. Il team principal Jari-Matti Latvala, comunque, è sembrato molto soddisfatto al termine del rally.
Non potevamo avere un inizio di stagione migliore. Abbiamo ottenuto 60 punti come team, e anche il quarto posto di Kalle è certamente un buon risultato. Le condizioni erano molto difficili, e soprattutto nella mattinata di domenica le prove erano ghiacciate anche dopo il passaggio dei ricognitori. Molto probabilmente Taka e Sami avrebbero dovuto essere più prudenti, ma penso che comunque anche loro abbiano accumulato un’esperienza importante.
Il quarto posto finale di Rovanpera lascia qualche punto interrogativo, con il finlandese che, soprattutto nella giornata di sabato, è risultato molto lento e mai nel ritmo per poter impensierire i piloti davanti a lui. Già dalla Svezia, però, il biondino potrà tornare ad esprimersi al meglio. Per quanto riguarda gli altri due equipaggi, sicuramente per Pajari si è trattato di una buona dose di esperienza accumulata, e il suo è catalogabile come un errore dato dall’inesperienza. Diverso il discorso per il simpatico Takamoto Katsuta: non è la prima volta che incappa in simili situazioni, e deve lavorare per cercare di evitarle in tutti i modi in futuro, altrimenti per lui, visti anche i talenti presenti nel WRC2, sarà difficile pensare di poter avere un sedile anche nella prossima stagione.
Fourmaux è una realtà, McErlean indecifrabile
L’anno scorso Hyundai aveva ottenuto il successo sulle speciali del Monte con Neuville. Eppure, per il team coreano, sotto alcuni aspetti è sembrata più convincente la prova di questa stagione che non quella di un anno fa. È un discorso certamente complicato da fare, ma il terzo posto di Adrien Fourmaux lascia aperte parecchie ipotesi sul vero potenziale di questa i20. La giornata di venerdì è stata fatale per il Campione in carica (che è incappato in uno dei suoi weekend no in cui non gliene va dritta mezza) e Ott Tanak, ma l’estone è poi rientrato di gran carriera nella lotta per il podio, inchinandosi solo nel corso dell’ultimo giorno di gara. Senza quel botto contro il palo del telefono nella P.S. 6 di venerdì, sicuramente avrebbe messo tanta più pressione sui suoi rivali.
Bisogna poi aprire una parentesi sul terzo posto di Fourmaux. Questo ragazzo, che l’anno scorso aveva già mostrato una crescita fenomenale con M-Sport, ha messo in strada un fine settimana ottimo, il migliore dei suoi. Veloce, costante e poco incline all’errore: potrebbe veramente essere lui l’arma in più di Abiteboul, che lo ha fortemente voluto ad Alzenau. Toyota è avvisata: nel 2025 ci sarà un avversario temibile in più da battere.
In casa Ford M-Sport, invece, tutto sembra essere sospeso. Gregoire Munster non stava disputando un brutto rally, anzi, sabato in mattinata si era tolto la soddisfazione di vincere la prima speciale. Il fatto, con il lussemburghese, è che l’errore sembra sempre dietro l’angolo, ed è infatti arrivato nella penultima prova, impedendogli di fatto di poter lottare per qualche punto nel Super Sunday e nella Power Stage. Difficile giudicare, invece, la gara del rookie Joshua McErlean, che è sembrato più che altro cercare di non commettere errori e portare a casa la macchina per accumulare esperienza, viaggiando molto più lento delle altre Rally1. Occorre dare tempo all’irlandese, scelto a sorpresa per rimpiazzare Fourmaux, perché al momento sembra essere veramente poco incline alla guida di questi mostri. Il fatto di non aver sbattuto, comunque, è un segnale incoraggiante.
Buona la prima per Hankook, che bello il Turini completo!
Era un rally particolare, quello dello scorso weekend. A Montecarlo, infatti, si è tornati a vedere vetture spinte puramente da motori a combustione interna, spinti da carburanti green. Il WRC, in questo senso, sta facendo scuola, e presto sarà seguito da tutte le categorie top del motorsport, oltre che da diversi segmenti di produzione. Sicuramente, l’eliminazione delle componenti elettriche ha tolto diversi grattacapi e complicazioni ai protagonisti.
Sulle speciali del sud della Francia, inoltre, ha fatto il debutto il nuovo gommista Hankook, in condizioni tutt’altro che facili. Occorre sottolineare come, dopo le perplessità iniziali, il supplier coreano abbia risposto in maniera ottimale, fornendo pneumatici con un livello di grip molto buono anche in condizioni estreme come quelle vissute domenica. Insomma, buona la prima per i coreani, chiamati a sostituire Pirelli, che con diversi protagonisti aveva vissuto un rapporto di amore-odio.
Infine, un’ultima considerazione: nessuno si sogni mai più di toccare la P.S. La Bollene – Peira Cava! Il Col de Turini, affrontato nella sua totalità, tra salita e discesa, è un patrimonio del motorsport, e deve rimanere inalterato. L’arrivo in cima al colle, per quanto scenografico, non aveva nulla a che vedere con quello che è il Rally di Monte Carlo, e bene ha fatto l’organizzatore a rimettere l’arrivo in fondo alla discesa, all’imbocco di Peira Cava.
Il “Monte” 2025 si è dimostrato all’altezza delle aspettative, con tante P.S. difficili e new entry interessanti. Ora non resta che attendere la Svezia, anch’esso unico nel suo genere, ben sapendo che anche a Umea le sorprese non mancheranno. A marzo, con il Safari, si tornerà sulla terra, e lì avremo indicazioni più chiare in merito a quelli che saranno i veri valori in campo.
Nicola Saglia