Non l’infortunio di Bagnaia e il suo doppio podio a denti stretti. Nemmeno i due secondi posti di Bezzecchi con la mano dolorante. E neanche il dominio di Martin. A essere al centro di tutto a Misano c’è stato Marc Márquez, il cui futuro in HRC è davvero appeso a un filo mai così sottile.

E dire che a Misano Adriatico, a casa di Pecco e del Bez, tutto poteva essere incentrato sul loro ritorno in pista, 5 giorni dopo i loro tremendi incidenti di Barcellona. O sulle due vittorie di Martin che ora ha portato a -36 il distacco da Bagnaia. Invece a monopolizzare media e televisioni è stato il Re deposto che per riprendersi lo scettro sta pensando allo scacco matto. Una mossa impronosticabile fino a poco tempo fa.

MARQUEZ-GRESINI S’HA DA FARE?

Sembrerebbe di sì, se nel paddock - dopo le prime voci nate proprio a Barcellona - tra i giornalisti si è iniziata a palesare una certa convinzione su un’ipotesi fino a pochi giorni fa impensabile. Márquez in Ducati? Fino a qualche mese fa a Borgo Panigale si professava una chiusura nei confronti dell’otto volte campione del Mondo vista la disponibilità dei sopracitati Bagnaia, Martin e Bezzecchi. Rispettivamente: leader del Mondiale e campione del Mondo MotoGP in carica, secondo in classifica e Rookie of The Year 2021, terzo in classifica e Rookie of The Year 2022. Insomma, un trio non male. Ma quando può ricapitare l’occasione di avere sulla propria moto il pilota più vincente degli ultimi 10 anni? E allora, anche se in un team satellite, la possibilità concreta di avere Marc sotto la propria ala diventa allettante. E la chiusura dei mesi scorsi si trasforma e lascia a Gresini - team clienti che nel 2024 avrà le GP23 - la possibilità di scegliere. Con il benestare del quartetto Domenicali-Ciabatti-Tardozzi-Dall’Igna che vedrebbero così coronati 10 anni di lavoro.

GRESINI PUÒ SOLO GUADAGNARCI

Ammettiamolo: Gresini da questa operazione - anche se non dovesse andare a buon fine - ci sta solo guadagnando. Lo scorso anno il team chiuse con il terzo posto nel Mondiale di Bastianini, con quattro vittorie che misero il team del compianto Fausto di nuovo tra i big del Mondiale come solo nel periodo di Gibernau e Melandri. Quest’anno i risultati sono meno importanti, nonostante la buona annata di un altro Márquez, Alex. Sentire quindi Gresini al centro delle chiacchiere del paddock regala prestigio a un gruppo di lavoro che se lo merita e che sta facendo risultati positivi con i mezzi a disposizione. Bene per loro, bene per gli sponsor attuali che si stanno sfregando le mani per l’improvviso aumento di visibilità. E se Márquez non dovesse arrivare? Poco male. La pubblicità ricevuta gratis è stata molto alta. Ma se davvero Marc dovesse mollare HRC e volare a Faenza, beh, è lì che le cose cambiano davvero.

MÁRQUEZ VIA DA HRC SERVE ALLA MOTOGP

Cambiano sicuramente gli scenari in ottica 2024. Un Márquez su una HRC non competitiva come quest’anno toglie un potenziale contender al titolo piloti e alla MotoGP un altro monopolio Ducati non serve. E il fatto che finora Ezpeleta si sia opposto sia all’addio di Marc per il bene di Honda e Repsol e al potenziale terzo team KTM con Acosta lo dimostra. A meno che su una Ducati non ci sia proprio Márquez. E allora vedere Marc su una Desmosedici è un bene per il movimento ed è bene per la nuova generazione. Quella dei Bagnaia, Quartararo, Binder, Martin, Oliveira, Bezzecchi. Che finora hanno vinto senza scontrarsi con il vecchio dominatore. E che per diventare davvero stelle quel vecchio dominatore devono batterlo in pista. Uno scenario che la MotoGP sogna e che di là, in Formula 1, ha regalato uno dei Mondiali più incredibili di sempre. Hamilton-Verstappen 2021, ricordate?

A OTTOBRE LA DECISIONE: SARÀ COME ROSSI NEL 2003?

Una cosa è certa: Márquez non dovrà pagare penali se dovesse abbandonare HRC per andare in un team clienti. Un altro indizio a favore di Gresini, al pari degli ammiccamenti di Marc, grande comunicatore capace di giocare e stuzzicare i giornalisti. A DAZN Spagna, Marc, dopo il GP, ha risposto così alla domanda di Jorge Lorenzo: “Le parole non servono più, ora servono i fatti per restare in Honda”. Fatti che non sembrano essersi realizzati da quella che è stata la reazione di Márquez dopo i test, che non ha notato grossi cambiamenti e che si è dato una scadenza: “C'è una data limite. Verso India e Giappone deciderò, ha detto, riportato da motogp.com. "Ho tre idee molto chiare, ho chiara la situazione per ognuna delle tre circostanze: un piano A, un piano B e un piano C” e solo pochi eletti sanno chiaramente che cosa ha in mente un Marc che non ha nascosto come “se questa è la base, se questa è la moto (2024, ndr), allora siamo lontani”.

Insomma: tutti sintomi di una crescente intolleranza e voglia di abbandonare la casa che lo ha cresciuto e coccolato aiutandolo a diventare grande. Esattamente come successe a Rossi nel 2003, che già grande era - come Márquez - ma che per diventare leggendario dovette lasciare la casa che lo accolse in 500 per un’altra che lo ha reso immortale. Perché anche se, per ora, ancora non c’è nulla di veramente concreto, nel bene o nel male, l’importante è che se ne parli. Alla fine, è un bene per tutti.

Mattia Fundarò