F1 | GP Ungheria, Ferrari: doppio podio ma tanti rimpianti
Inutile dire che la vittoria il team di Maranello se l’è giocata il sabato durante la roulette delle qualifiche, dove in Q2 Vettel ha avuto il guizzo vincente che poi gli è mancato nella manche decisiva. Sul tortuoso tracciato dell’Hungaroring è risaputa la difficoltà nel sorpassare, soprattutto con scarti minimi di velocità sul giro. Dunque la strategia del muretto box Ferrari è stata più che condivisibile, ovvero differenziare le strategie: Vettel con Soft (per allungare il più possibile il primo stint) e Raikkonen con UltraSoft per cercare di fare la lepre e mettere pressione al duo Mercedes.
Complice una partenza poco felice del finlandese, con relativo sorpasso di Vettel, la strategia è stata lievemente alterata. Vettel, anche se con gomme più dure, ha cercato di pressare Bottas che, a sua volta, non riusciva a mantenere il passo di Hamilton (situazione reale o strategia di opposizione?) facendo avvicina Raikkonen. I tecnici Ferrari hanno optato per l’unica soluzione possibile: richiamare il finlandese per un undercut ma il mancato fissaggio della posteriore sinistra ha vanificato il tentativo, oltretutto prontamente controbattuto da Bottas richiamato il giro successivo.
Analizzando i tempi si possono notare i giri di rientro e uscita di Raikkonen rispettivamente: 1’25”119 e 1’42”489. Quelli di Botta invece sono stati i seguenti: 1’24”666 e 1’39”520, uno scarto di ben 3”888 a svantaggio del ferrarista che ha così perso l’occasione. Discorso similare per Vettel per quanto concerne la sosta (anche lui rallentato da un problema di fissaggio, ndr) ma, col senno di poi, richiamarlo solamente al trentanovesimo giro è stato un azzardo non ripagato dal risultato in pista perché assato sia da Hamilton che da Bottas. La situazione è parsa subito delicata, con Vettel costretto a tentare ripetutamente l’attacco al finlandese con gomme UltraSoft fresche guidando in scia e andandole subito a stressare.
Dal canto suo Bottas, sotto indicazione del muretto Mercedes, ha resistito fino all’estremo delle sue possibilità (con le Soft montate al quindicesimo passaggio, ndr) andando anche un po’ sopra le righe con l’incidente del sessantacinquesimo giro. Buona la strategia adottata su Raikkonen di optare sulle due soste per velocizzare l’andatura in pista, nel tentativo di recuperare secondi e posizioni preziose: nell’ultima frazione di gara era il più veloce in pista. Vedere in sala stampa un Vettel soddisfatto e raggiante fa ben sperare, perché la SF71-H si conferma sempre la monoposto migliore del lotto ed il tedesco si è dichiarato fortunato nel non aver subito danni o forature durante il contatto con la Mercedes.
Ma il rovescio della medaglia è vedere, ancora una volta, una vittoria ampiamente alla portata sfuggita per delle piccole défaillance.
Con quale stato d’animo andranno in vacanza gli uomini in rosso? Vedendo il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Di sicuro resta il rimpianto di quanto perso in questi due ultimi GP estivi.
Da Budapest – Michele Montesano
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