Moto2 | Pedro Acosta e i passi falsi dello Stewards Panel
La vittoria di Jake Dixon in Moto2 ad Assen è purtroppo passata in secondo piano, lasciando spazio alle polemiche che riguardano lo spagnolo Pedro Acosta. Il pilota numero 37 del team di Aki Ajo è finito nel polverone mediatico insieme alla direzione di gara, rea di non aver fatto ripetere la penalità allo squalo di Mazarròn.
LONG LAP PENALTY, COS'E'?
Partiamo dal preambolo di questa storia, ovvero l'ingresso nel mondiale del Long Lap Penalty, una penalità che consiste nell'uscire dalla pista per effettuare un giro più largo in una zona delimitata posta all'esterno del nastro d'asfalto, senza toccare la riga bianca. Questa sanzione fa perdere circa due/tre secondi rispetto ad un giro normale e viene utilizzata nel Motomondiale dal 2019, non senza polemiche in materia di sicurezza e di correttezza nella sua applicazione.
PENALITÀ CORRETTE?
Proprio in questo 2023 si sono verificati casi importanti che hanno fatto dubitare anche gli stessi piloti sulla correttezza nell'applicazione del cosiddetto Long Lap Penalty. Alcuni casi hanno riguardato la MotoGP: lampante, ad esempio, quello di Fabio Quartararo a Jerez, dove il francese ha messo le ruote nella "zona verde" al termine della sua sanzione ed è stato nuovamente sanzionato con la ripetizione del Long Lap Penalty.
Ma non è l'unico caso, poiché in Moto2 si sono verificati numerosi eventi per certi versi paradossali, come quello occorso ad Alonso Lopez. Il pilota spagnolo, nonostante abbia sbagliato il Long Lap Penalty perdendo del tempo ulteriore, è stato nuovamente sanzionato con la ripetizione dello penalità. Ma la regole sono regole, su questo non si può transigere.
NON SOLO MOTOMONDIALE
Da quando è stato introdotta questa sanzione, anche in Superbike si sono verificati casi al limite. Un esempio chiaro si ritrova nel portacolori Motocorsa Racing Axel Bassani. In occasione del round di Barcellona del WorldSBK, il "bocia" è stato sanzionato con il Long Lap Penalty per aver causato la caduta del connazionale Micheal Ruben Rinaldi e, nell'esecuzione della penalità, è finito nella intoccabile zona verde, oltrepassando le invalicabili linee bianche. A differenza di altri episodi, in quell'occasione Bassani non ha dovuto ripetere il Long Lap Penalty, decisione in controtendenza rispetto ad altri casi analoghi.
ASSEN, LA PENALITÀ DI ACOSTA È GIUSTA?
Dopo tutti questi esempi arriviamo all'oggetto dell'articolo, ovvero quello che è successo in questo fine settimana sul tracciato di Assen. Lo Stewards Panel e la Direzione di gara hanno dato dei "paletti" ai piloti da rispettare in caso di taglio dell'ultima chicane, la "Geert Timmer Bocht". Tagliando, infatti, i piloti avrebbero necessariamente dovuto perdere un secondo netto nell'ultimo settore, risentendo del rallentamento anche nel primo intertempo del giro successivo.
Arriviamo, dunque, alla gara di Domenica 25 Giugno 2023. Il primo episodio riguarda l'alfiere di Speed Up Fermin Aldeguer, il quale sbaglia in ingresso curva, taglia la chicane, alza il braccio scusandosi, rallenta e fa passare Arenas. Tutto ciò non è abbastanza per lo Stewards Panel, presieduto da Freddie Spencer, che commina il Long Lap Penalty al numero 54. Come si può vedere dai tempi del pilota spagnolo la perdita è pari a mezzo secondo, dunque insufficiente per essere scagionato.
Ora passiamo al caso della Domenica, quello che riguarda il campione del Mondo Moto3 2021 Pedro Acosta. Il pilota KTM Ajo rischia la caduta perdendo l'anteriore in approccio alla celebre chicane finale e, nel tentativo di rimanere in piedi, taglia la variante. Chiaramente il taglio non è in alcuna maniera intenzionale. Tuttavia, i commissari non considerano la natura del fuori pista e dell'escursione, penalizzando comunque l'episodio. A nulla valgono i tre decimi persi da Acosta (nel T4 32.2" con il taglio contro i 31.9" dei giri precedenti), penalizzato con l'ormai tradizionale Long Lap Penalty.
ACOSTA, LONG LAP PENALTY FATTO CORRETTAMENTE O NO?
Detto della sanzione, quantomeno discutibile, bisogna ora però parlare dell'effettuazione della penalità. Si perché sembra che, apparentemente dalle immagini della regia internazionale in diretta, Pedro Acosta metta le ruote della sua Kalex nella parte verde. Se effettivamente fosse avvenuto, questo avrebbe dovuto comportare una ripetizione del Long Lap. Tra l'altro, non essendoci poi stato effettivamente tempo per ripeterlo si sarebbero aggiunti al tempo totale della corsa tre secondi.
Sembrava evidente a tutti il fatto che Pedro Acosta avesse messo le ruote nella zona vietata, tranne ai commissari. Quest'ultimi avrebbero notato il contatto mantenuto dalle gomme sulla riga bianca, da regolamento comunque intoccabile. Al termine della corsa, puntuali come un orologio svizzero, sono arrivati i reclami da parte dei team rivali contro il "Tiburon de Mazarron". Le squadre hanno chiesto una penalità che avrebbe portato Acosta dal terzo al quinto posto, con Aldeguer che avrebbe potuto celebrare il primo podio in carriera. Alla fine, però, i reclami sono stati rigettati e il podio di Acosta è stato confermato.
LE TELECAMERE A CIRCUITO CHIUSO SALVANO ACOSTA?
Quando tutto l'interesse mediatico si è riversato sulla MotoGP, il sito ufficiale del campionato ha condiviso un filmato preso dalle telecamere a circuito chiuso, disponibili solo in direzione gara. I fotogrammi sembrano effettivamente salvare e scagionare Acosta dal rifacimento del Long Lap, dando apparentemente allo Stewards Panel. Spencer e colleghi, infatti, hanno continuato a ribadire che non ci fossero evidenze per penalizzare Pedro. A tal proposito, ricordiamo che a differenza dei classici Track Limits Warning, i Long Lap Penalty vengono valutati "ad occhio", non disponendo di sensori sul tracciato. Questo potrebbe comportare delle gravi mancanze, poiché la valutazione tramite telecamera non è sempre attendibile.
LE PAROLE DI ACOSTA E DEL RIVALE ARBOLINO
Pedro Acosta ha voluto parlare di questa sanzione a Dazn Spagna dicendo questo:
"Rispetto la sanzione ma non credo sia stato un errore per essere andato oltre i limiti. O facevo così o cadevo. Ho poi lasciato passare Jake [Dixon, ndr], immaginavo potesse arrivare una sanzione. Avranno visto che ho toccato la linea, questo non lo nego. Ma alla fine fa parte del gioco andare al limite, no?”
Le parole di Tony Arbolino, leader del mondiale, non sono prive di amarezza.
"Io voglio battere Pedro in pista, non lo voglio battere in questo modo. È anche vero che le sanzioni andrebbero guardate un po' meglio, sicuro se lo avessi fatto io mi avrebbero dato sei long lap a Silverstone e otto in Austria… Però va bene così, voglio batterlo in pista, voglio essere più forte nella seconda parte di stagione e batterlo lì. Dopo questo episodio provo grande voglia di rivalsa. So che nel mio team stanno spingendo al massimo, hanno lavorato tanto nell’ultimo mese e lavoreranno tantissimo nel prossimo. Lavorano tanto su di me per tornare ancora più forte. Sento che posso vincerlo il Mondiale e porto portare a termine il lavoro."
REGOLE LOGICHE E STRUMENTI ADATTI PER VALUTAZIONI EQUILIBRATE
In conclusione bisogna riportare che i tagli di Aldeguer e Acosta non abbiano comportato dei guadagni di posizione e/o tempo. È vero che se c'è un regolamento esso vada rispettato, giusto o sbagliato che sia, ma è necessario ammettere che un errore sia di per sé penalizzante, soprattutto se il taglio di una curva si palesa come naturale conseguenza di una caduta evitata.
Per l'ennesima volta la commissione diretta da Freddie Spencer si è dimostrata lacunosa, perciò la speranza è che la pausa possa servire a migliorare la gestione di episodi al limite, a partire dall'utilizzo dei sensori anche nelle zone adibite al Long Lap Penalty.
Giacomo Da Rold