Antonio Felix da Costa esulta dopo la seconda vittoria del weekend a Portland.
Antonio Felix da Costa esulta dopo la seconda vittoria del weekend a Portland.

Prima del weekend si poteva pensare addirittura a un campionato chiuso negli Stati Uniti, al realizzarsi di determinate condizioni. Invece, la Formula E lascia Portland con una corsa al titolo più viva che mai e che vede 7 piloti – realisticamente, visto il gap, ne restano tre – che coltivano il sogno di poter conquistare il campionato. Un disastro per chi sognava di chiudere i giochi il prima possibile come Nick Cassidy, un sogno per i suoi inseguitori che adesso sono autorizzati a sognare il bottino grosso.

I vincitori del fine settimana

Antonio Felix da Costa
Il portoghese è l’uomo del momento e non è pienamente coinvolto in una lotta al titolo – nella quale meriterebbe di esserci a pieno – solo per un inizio di stagione da 20 punti in 7 round che gli è costato caro, soprattutto rispetto a Cassidy e Wehrlein. 4 vittorie negli ultimi 5 round hanno raddrizzato la sua stagione e ne hanno alzato le quotazioni sia in classifica sia in ottica futuro, con Porsche che ora dovrà pensarci due volte prima di sostituirlo viste le voci emerse nelle scorse settimane. Con il back-to-back di Portland, da Costa è riuscito a compiere la doppietta per la prima volta dal round 6-7 del 2020 a Berlino (le prime due di 6 gare consecutive): il portoghese però arriverà a Londra con tre successi consecutivi in tasca, forte di uno stato di forma eccezionale.

È incredibile, sono felice, emozionato, arrabbiato, sto provando qualsiasi emozione. Sono contento di poter vivere questa fase, so che non durerà per sempre. L’ho già vissuta, mi è già successo, adesso sarà solo questione di continuare a fare le cose nel modo corretto. Molte persone in questo mondo vivono con il mantra di non mollare mai, penso però che siamo ad un livello totalmente diverso. 

Avere da Costa così in forma sarà un vantaggio anche per Porsche e per Wehrlein, che può avere una spalla su cui contare che in Jaguar invece non ci sarà. E con tutti e tre i titoli (Piloti, Team e Costruttori) ancora in gioco, il fattore da Costa è un vantaggio non da poco sul tortuoso circuito londinese dell’ExCel Center dove si deciderà tutto tra meno di un mese.

Robin Frijns ed Envision
Due podi e 37 punti in totale: Robin Frijns riesce a raddrizzare una stagione stortissima a Portland e consegna, a sé e ad Envision, due risultati importanti per il morale ed il futuro. L’olandese ha messo in mostra un ottimo rendimento in entrambe le gare, corse senza commettere errori e senza trovarsi immischiato a centro gruppo dove le ruotate sono state all’ordine del giorno.

Questa stagione è stata una sofferenza, volevo riscattarmi, sapevo di poterlo fare e sapevo che anche il team avrebbe potuto riuscirci, ed eccoci qui.

I due piazzamenti, ai quali Sébastien Buemi non è stato capace di aggiungere ulteriore sostanza, consentono a Envision di compiere un salto in classifica fino al settimo posto tra i Team a + 7 da Maserati e a -7 da McLaren: a Londra il team campione in carica cercherà di scavalcare anche la coppia Bird-Hughes per regalarsi una magra consolazione date le premesse iniziali. E con le prestazioni viste a Portland – e con il precedente del podio di Buemi dello scorso anno – il sesto posto sembra un obiettivo raggiungibile.

Pascal Wehrlein
Spalle al muro, anche dopo il decimo posto della prima gara di Portland, Wehrlein ha superato l’ostacolo statunitense guadagnando terreno e tornando in piena corsa per il titolo, avendo 12 punti di ritardo da Cassidy a due gare dal termine. Il tedesco domenica ha rischiato, parecchio, considerando la perdita dell’ala anteriore nelle prime fasi di gara che poteva avere effetti disastrosi (e invece, a farne le spese, è stato Sam Bird). E invece il quarto posto finale ottenuto con attenzione e un pizzico di fortuna è ossigeno puro, visto il passo falso di Cassidy. Da aggiungere anche come il risultato della seconda gara sia il migliore della stagione, dato che è la prima volta che Porsche chiude in top-4 con entrambe le vetture quest’anno. Un risultato chiave in un momento decisivo: a Londra Pascal e Porsche possono sperare nel titolo e infrangere i sogni di Jaguar come dimostrano anche le parole di Florian Modlinger.

Abbiamo dimostrato che non molliamo mai. Lotteremo fino alla fine per tutte le classifiche. Le tre vittorie di Antonio meritano un enorme rispetto. Adesso dobbiamo continuare così anche a Londra, tutto è possibile.

Mitch Evans
Una vittoria tolta per una penalità da lui definita “ridicola” e un podio come risultato “massimo al quale poter aspirare”: a Mitch Evans poteva andare molto peggio, ma poteva anche andare molto meglio. Perché, da una parte, è vero che Portland gli permette di sperare nel titolo e di arrivare a Londra con 12 punti di distacco da Nick Cassidy e due gare da disputare, ma dall’altra una penalità di 5” “difficile da accettare” comminatagli per un contatto con Hughes sul quale – vedendo il replay – poteva fare ben poco gli nega la leadership visti i 21 punti di differenza tra la vittoria – persa – e l’ottavo posto finale. E ciò fa tutta la differenza del mondo in un campionato tiratissimo come quello di quest’anno. 

Evans festeggia il podio ottenuto domenica a Portland: ora è a pari punti con Wehrlein in campionato.
Evans festeggia il podio ottenuto domenica a Portland: ora è a pari punti con Wehrlein in campionato.

Non cambia, sicuramente, che adesso Londra sarà una battaglia tra Jaguar e Porsche, come ha ammesso lo stesso Evans dopo la gara di domenica, ma Evans dovrà anche ricoprire il ruolo del fuoco amico contro Cassidy: nel box Jaguar il 20 e 21 luglio rischia di essere un weekend incandescente. Ma per Evans, essere in gioco fino alla fine, è già un successo considerando il ritardo che aveva prima di Portland.

Gli sconfitti del weekend

Nick Cassidy
Non poteva esserci momento peggiore dove portare a casa un doppio zero, ma Nick Cassidy riesce – suo malgrado – nell’impresa di lasciare gli Stati Uniti a mani vuote e con la doppia minaccia costituita da Wehrlein ed Evans in ottica campionato. Purtroppo, il neozelandese può solo recriminare contro se stesso, soprattutto per la gara del sabato, dove secondo lui ha corso “25 tra i migliori giri di sempre che ho corso in Formula E”.

Ho controllato l’energia, la vettura era ottima e ci eravamo messi in una posizione perfetta. 

Purtroppo, però, un errore banale gli è costato la vittoria mentre si trovava al comando, consegnando la vittoria ad un Evans penalizzato che – a sua volta – ha lasciato il successo a da Costa. Doppietta buttata e tutto da rifare.

Un disastro totale per Cassidy che stava già pregustando una vittoria chiave e che si è ritrovato con un’ulteriore delusione domenica, escluso dalla lotta per la vittoria a causa di uno dei tanti contatti che hanno contraddistinto la gara domenicale.

Avevo la mia strategia ed ero in un’ottima posizione. Al momento del contatto ero nono con dell’Attack Mode disponibile e avevo più energia rispetto a gran parte del gruppo. Abbiamo 12 punti di vantaggio ma non avendone fatti in queste due gare, la situazione poteva essere peggiore. Penso che saremo forti a Londra, non vedo l’ora perché è una delle mie gare preferite e sarà una battaglia.

Adesso Cassidy, nonostante tutto, andrà a Londra con un cuscinetto di vantaggio su due avversari che, per forza di cose, si toglieranno punti tra loro. Ma in Formula E non c’è nulla di scontato e la pressione, sul neozelandese, sarà altissima e già, a Portland, ha fatto brutti scherzi. 

Andretti
Nella gara di casa di Portland la squadra di Michael Andretti ha raccolto meno di quanto potesse sperare. Troppo poco il 6° e 10° posto di Dennis e il 7° di Nato, il quale recrimina per il secondo posto in qualifica di sabato sul quale è pesato il macigno di una penalizzazione di 10 posizioni – per aver superato il limite di velocità in FCY in FP1 – scontata in griglia. Quest’anno – per un motivo o per un altro – il team americano non è riuscito a ripetere l’eccezionale Season 9 che è culminata con il titolo di Jake Dennis. È mancata costanza e, in certi momenti, anche velocità nonostante la powertrain Porsche e ciò ha pesato sulle ambizioni della squadra che, in vista di Londra, avrà l’obiettivo di confermare il quarto posto tra i Team conquistato ai danni della Nissan dopo questo fine settimana. 

McLaren
McLaren ha sicuramente messo in mostra un’ottima velocità in tutto l’arco del weekend, ma in entrambe le gare si è trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato. Al sabato Hughes ha subito una foratura per il contatto con l’ala di Evans che lo ha escluso dalla lotta per – almeno – un podio e anche alla domenica la fortuna non è stata dalla sua parte. Per Bird invece il terzo posto in qualifica di domenica è stato vanificato dall’ala di Wehrlein che gli è finita sotto la vettura costringendolo al ritiro. Una doppia beffa che – soprattutto a livello di punti – si è fatta sentire. Il team inglese però può ripartire dalle prestazioni: in tutto il weekend sia Hughes sia Bird hanno frequentato la parte alta della classifica. Una magra consolazione che può donare ottimismo in vista di Londra.

Oliver Rowland
Assente giustificato per un non specificato malessere, l’inglese non disputando le due gare di Portland ha perso così una possibile occasione di accorciare su Cassidy e sul resto della concorrenza, restando a 36 punti di distanza dalla vetta e venendo passato da da Costa. Un grosso rimpianto, vista la stagione positiva vissuta dalla Nissan e da Rowland stesso sinora, per una chance iridata che adesso, nonostante la matematica dica altro, sembra molto flebile.

Mattia Fundarò