Marco Bezzecchi chiuderà a fine anno con VR46 dopo 5 anni di permanenza nel team.
Marco Bezzecchi chiuderà a fine anno con VR46 dopo 5 anni di permanenza nel team. Credits: Pertamina Enduro VR46 Racing Team

Il 2024 non è stato il miglior anno della carriera di Marco Bezzecchi, che a causa di un feeling reso complesso dalla combinazione di moto e gomme non è riuscito a replicare i successi ottenuti nel 2023, chiuso al terzo posto nel Mondiale. Un anno che per il romagnolo chiuderà l’esperienza quinquennale in VR46 e aprirà invece le porte dell’Aprilia da pilota ufficiale della casa di Noale. Di questo, e di altri temi, abbiamo parlato con il Bez: potete vedere qui l’intervista completa.

Sono curioso di sapere com’è per voi piloti – e più in generale per i team – vivere questo periodo dall’altra parte del mondo: ti va di raccontarmi cosa c’è di diverso, per te, rispetto alle gare europee? 
Ovviamente sono gare diverse. Prima di tutto, per gli orari, è difficile tenersi in contatto con casa, perché comunque quando da noi è una certa ora, magari in Italia è notte o il contrario. Si sente parecchio la mancanza, perlomeno io perché sono molto legato a casa. Allo stesso tempo sono tutte piste bellissime, tutte molto particolari, ognuna un po’ diversa dall’altra, con caratteristiche diverse da quelle europee. Anche i tifosi sono molto diversi, si va in posti dove la cultura di certi paesi è diversa dalla nostra, è bello. Si vedono dei posti molto fighi e si conoscono persone fighe allo stesso modo. Queste sono le differenze più grosse, poi ovviamente in termini tecnici l’unica differenza credo sia che non c’è il motorhome, ma abbiamo gli uffici, per il resto è tutto uguale. 

Queste sono le tue ultime gare con il team dopo 5 anni di permanenza: quali differenze vedi tra il Marco di oggi e quello che nel 2020 è arrivato nel team in Moto2? Qual è l’aspetto dove pensi di essere cresciuto di più?
Dirne uno solo è difficile, sicuramente sono maturato e cresciuto abbastanza. La squadra mi ha aiutato tanto in questo, mi è sempre stata vicina nei momenti belli e in quelli meno belli. Essere maturato è una di quelle cose che credo che sia dove sono migliorato di più; non è semplice crescere in certi punti di vista, caratterialmente, non è mai facile, però se hai delle persone al tuo fianco che ti aiutano e ti supportano anche quando sembra che non ci riesci, piano piano migliori. Di guida ovviamente sono migliorato tanto. 

Qual è stato il momento più bello che hai vissuto in questi 5 anni con il team?
Sicuramente la prima vittoria in MotoGP, è stato uno dei momenti più belli, però anche il primo podio in MotoGP è stato bellissimo. Un altro momento fantastico è stata la prima vittoria in Moto2, perché anche lì avevo fatto un anno difficile, vincere in Austria è stato bello. A livello di soddisfazione personale, la prima vittoria in Classe Regina è un qualcosa che è difficile paragonare al resto.

Bez festeggia la prima vittoria in MotoGP in Argentina nel 2023.
Bez festeggia la prima vittoria in MotoGP in Argentina nel 2023. Credits: Pertamina Enduro VR46 Racing Team

Quest’anno hai vissuto una stagione complessa dal punto di vista dei risultati: quanto è stato – ed è – difficile per te gestire questa stagione, in particolare dal punto di vista mentale? 
Non è stato facile e tuttora non lo è perché comunque i risultati ci stanno un po’ mancando, anche se nell’ultimo periodo stiamo migliorando un po’. Non è ancora quello che vorrei, ovviamente. Dove trovo la motivazione? Questo è ciò che mi piace e che voglio fare, quando faccio schifo (Marco usa un termine più colorito, ndr) mi incazzo e cerco di fare meglio, questa è la cosa dove mi ritengo fortunatamente molto forte, nel senso che non mi accontento mai. Ciò mi spinge a fare sempre un po’ di più. Poi comunque, per fortuna, mi sono circondato di persone che mi aiutano a stare su di morale, a stare motivato, dall’Academy al team a tutti i miei amici più stretti e alla mia famiglia. Tutti mi aiutano quando mi vedono un po’ giù e solo con le persone di cui mi fido e che mi conoscono veramente mi apro e gli dico le mie difficoltà.

Ti faccio la stessa domanda che ho fatto a Diggia: qualche gara fa, in un’intervista Pecco diceva che la GP22 è stata la miglior Ducati che ha guidato. Tu che hai avuto modo di guidare GP21, GP22 e GP23, sei d’accordo con lui? 
Di quelle che ho guidato io, sicuramente la 22 è quella che mi è piaciuta maggiormente. È anche vero che quest’anno c’è stato questo cambiamento delle gomme che ci ha un po’ mandato in difficoltà, quantomeno a me. Quando l’avevo provata a Valencia con le gomme dell’anno scorso ero andato molto forte, la moto mi piaceva, era un po’ diversa ma non così tanto. Le gomme l’hanno stravolta. In ogni caso, la 22 era una moto che si adattava tantissimo al mio stile di guida, io mi ero riuscito a unire bene con quella moto.

Passando al futuro, una cosa molto positiva per te è la firma con Aprilia: mi racconti quando è nata questa opportunità e quanto è stato difficile (o facile) scegliere?
È stato un processo lungo perché il mio obiettivo principale era quello di cercare di continuare – inizialmente con Ducati – ma non c’è stato modo di trovare un accordo. Allo stesso tempo ovviamente il mio obiettivo era quello di diventare un pilota ufficiale e il volto di una casa motociclistica. Quando ho sentito del ritiro di Aleix, mi sono subito interessato molto e per fortuna dall’altro lato c’è stato lo stesso interesse. È stato bello, ci siamo incontrati un po’ di volte, ci siamo parlati con calma e, allo stesso tempo, con una bella convinzione da parte di entrambi. Mi è piaciuto molto, è stato un momento che sicuramente mi ricorderò per sempre. Con Massimo ho subito avuto un buon rapporto, è una persona figa, umanamente empatica con cui mi sono trovato bene, ma vale anche per tutta la dirigenza di Aprilia, di Piaggio che ho poi conosciuto dopo. Adesso, ovviamente, non ho ancora avuto occasione di conoscere la squadra, li ho solo visti nel paddock perché adesso ho del lavoro da fare qui in VR46, ma sono tutti ragazzi fighi, spero di stringere un buon rapporto con tutti.

Chi è stata la prima persona alla quale hai detto della firma del contratto con Aprilia?
I miei genitori, perché comunque sono andato da solo a parlare con Massimo, assieme al mio manager. Loro sono stati i primissimi. Poi l’ho detto al mio migliore amico, io e lui ci diciamo praticamente tutto, e poi tutto il gruppo dei miei amici che mi sono sempre vicini, loro per me sono dei fratelli. Prima però volevo essere molto sicuro, ho aspettato che tutto fosse apposto.

Bez con Matteo Flamigni, suo capotecnico in VR46.
Bez con Matteo Flamigni, suo capotecnico in VR46. Credits: Pertamina Enduro VR46 Racing Team

Sei dispiaciuto del fatto che il prossimo anno non avrai con te il tuo capotecnico? Cosa significa dover ripartire da zero in un nuovo team e con un nuovo capotecnico?
Sono dispiaciuto in generale per tutta la squadra, non solo per Matteo. Lui è importante, alla fine però è quello che è arrivato per ultimo nonostante gli voglia bene come se fosse un secondo babbo. Mi dispiace lasciare tutti i miei meccanici, il mio elettronico che è stato con me dalla Moto2, alcuni miei meccanici sono con me dal primo momento in Moto2, ma anche altre persone che lavorano in squadra e che sono con me da sempre e magari non si vedono. Mi dispiacerà moltissimo, sarà strano, ma fa parte della crescita e della carriera sportiva avere dei cambiamenti e dei nuovi stimoli, sarà difficile però lo dovrò fare per diventare più grande. 

Famiglia e amici quanto contano per te da 1 a 10? Quanto è importante la presenza di tuo papà al tuo fianco nel box durante i weekend di gara?
Entrambi 10 ovviamente. La famiglia credo che sia fondamentale per tutti, alla fine sono i tuoi genitori e i tuoi fratelli o sorelle, io ho due sorelle. Abbiamo un bellissimo rapporto, fortunatamente, non litighiamo mai, sarà anche che ci vediamo poco, quello sicuramente aiuta! Però comunque abbiamo un gran rapporto, oltre al mio babbo che ormai mi segue sempre, è stato anche il mio primo meccanico, quindi sa tutto di me. Anche mia mamma, e le mie sorelle in base ai loro impegni, ogni volta che possono vengono a tifare per me. Con i miei amici è lo stesso, con loro posso essere me stesso al di fuori delle gare, mi vedono come sono a casa e mi danno tranquillità e la gioia di stare con loro senza pensare alle moto, per me sono importanti. Anche loro vengono a vedermi quando possono, ovviamente nelle gare italiane vengono praticamente tutti e facciamo un gran casino, è bello perché mi sento molto amato da loro. 

Hai già pensato a quale sarà la prima cosa che farai una volta tornato in Italia dopo questa trasferta asiatica?
Vado subito a prendere il mio cane, il prima possibile!

Mattia Fundarò