F1 | GP Abu Dhabi, l'analisi tecnica
Con il GP di Abu Dhabi, il campionato di F1 del 2022 arriva al termine e le monoposto in pista hanno ormai raggiunto la maturità tecnica. Il campionato di quest'anno ha portato una vera e propria rivoluzione a livello tecnico, con il ritorno dei condotti Venturi sul fondo delle monoposto, deputati a "generare" la maggior parte del carico aerodinamico. Tutto il resto ha gravitato attorno a questo concetto, con l'impiego di parti standard e l'annosa corsa a rimanere nei limiti del tetto di spesa.
Proprio il budget cap ha limitato gli aggiornamenti maggiori portati in pista dalla Ferrari, come abbiamo visto fermati praticamente a dopo la pausa estiva. Come consuetudine, quasi tutte le scuderie hanno usato le prime prove dell'ultimo GP per provare dettagli da montare sulle vetture della prossima stagione. La scuderia di Maranello ha provato un fondo modificato, in un solo esemplare, affidando a Robert Shwartzman il programma di comparazione con i dati ottenuti da CFD e simulatore. La prova pare aver dato riscontri positivi. Sfortunatamente nelle FP2 le Rosse hanno scaricato le ali posteriori e i piloti hanno avuto a che fare con monoposto sbilanciate nelle prove con condizioni simili alla gara.
Anche McLaren ha portato un fondo aggiornato da provare, con degli evidenti scavi nella parte laterale. Non diversamente dalla prova Ferrari anche questo test andrà a confluire nella vettura che vedremo nel campionato F1 del 2023. Tuttavia non possiamo notare come, almeno in McLaren, le parti in carbonio, senza pitturazione, abbiano sempre maggiore estensione. Il risparmio di peso, sin dall'inizio del campionato, ha comportato un'estenuante attività in ottica "dimagrimento". Non applicare verniciatura rientra, seppure con un'incidenza minima, in questo programma.
Mercedes vicina al secondo posto nel Costruttori
Come pronosticato ad inizio stagione, i diversi concetti tecnici presentati dalle scuderie avrebbero poi trovato convergenza in due / tre filosofie dominanti. Il caso dell'Aston Martin risulta eclatante. Presentata con delle enormi geometrie laterali piuttosto tozze, nel corso della stagione ha adottato il concetto diametralmente opposto presentato dalla Red Bull. Infatti ora Aston Martin presenta un andamento della parte relativa alle prese laterali molto simile a quello della scuderia di Milton Keynes. Nonostante i risultati non eclatanti, la scuderia con base a Silverstone ha lavorato per esplorare i limiti del regolamento. Il "ricciolo" sull'ala posteriore, introdotto verso la pausa estiva, potrebbe fare scuola in F1, visto il potenziale innalzamento indotto dell'efficacia aerodinamica dell'ala posteriore.
Mercedes ha lavorato costantemente per migliorare un progetto fondamentalmente poco utilizzabile ad avvio stagione. A Brackley hanno deciso di portare avanti lo sviluppo di una vettura concettualmente diversa dalle altre, ma che presentava criticità nell'impiego con una finestra di utilizzo parecchio limitata. La scuderia diretta da Toto Wolff ha analizzato i problemi manifestati nella prima parte di campionato, progressivamente introducendo dettagli rielaborati sul fondo vettura. L'aggiornamento di Austin ha finalmente sbloccato il potenziale della W13, ampliandone la finestra di utilizzo. In Brasile Mercedes ha giocato il ruolo di prima forza e anche qui ad Abu Dhabi sembra vicina alla prima della classe, ovvero la Red Bull. Un altro risultato come quello di Interlagos farebbe chiudere la scuderia anglo-tedesca al secondo posto nel Costruttori, proiettando la Ferrari verso un esame di coscienza per capire dove ha buttato via il potenziale espresso ad inizio stagione.
Luca Colombo