Pasolini e Saarinen, il giorno più buio del motomondiale
Sono trascorsi 47 anni da quel tragico 20 maggio 1973 che vide spegnersi le vite di Renzo Pasolini e Jarno Saarinen. In quella tragica domenica di metà primavera sul circuito di Monza perdevano la vita due dei piloti più amati dell’intero motomondiale. Per chi c’era e si ricorda quella domenica nera e per i più giovani, che magari non ricordano quei piloti, riviviamo insieme quella giornata.
Ci sono date per noi appassionati di motorsport che difficilmente dimenticheremo e soprattutto che ci ricordano esattamente dove eravamo, con chi e cosa stavamo facendo. I più giovani sicuramente si ricorderanno cosa stavano facendo il 23 ottobre 2011, i trentenni avranno chiaro in mente dove erano il 1 maggio 1994. Questo ricordo è più vecchio: per riportarlo alla mente probabilmente avete più di 60 anni, ma se siete appassionati di motociclismo non potete non ricordare cosa accadde il 20 maggio 1973.
Partiamo raccontando i protagonisti di questa tragica storia: Renzo Paolini e Jarno Saarinen. Renzo, nato a Rimini nel 1938, dopo una breve parentesi col cross passa alla velocità. Nel 1962 in sella ad un Aermacchi 175 vince due gare del campionato italiano, battendo Giacomo Agostini col quale duellerà per tutta la carriera. Approda nel mondiale nel 1964 al Gran Premio delle Nazioni che si svolge a Monza, conquistando al debutto un quarto posto nella 350.
Renzo da allora conquista sei vittorie tutte sulla 250 e ben 35 podi tra 250 e 350, con un solo podio in 500 a Monza nel 1968 alle spalle di Giacomo Agostini. Proprio con “Ago” si divideva i cuori dei tifosi, ma mentre Giacomo vinceva titoli su titoli nel Mondiale, il “Paso” fuori dai confini italici faticava, diventando però quasi imbattibile nelle gare che si correvano nel nostro Paese. Da ex-pugile ha sempre preso ogni gara come una sfida al limite tra lui e la moto. Veniva definito spesso “il Villeneuve delle due ruote“ per l’assoluta generosità nel concedere spettacolo in pista, proprio come il canadese.
Jarno Saarinen, nato a Turku nel 1945, lavora nella ditta di imprese funebri di famiglia. Mentre studia ingegneria, inizia a correre nel 1963 nello speedway su ghiaccio. L’unico mezzo a propria disposizione per muoversi in giro per la Finlandia era il carro funebre di famiglia, sul quale carica la moto per recarsi alle gare. Nel 1965 modifica le sue moto da speedway per correre nel campionato finlandese di velocità, ma solo nel 1967 acquista una Yamaha YDS3 250 con la quale ottiene subito ottimi risultati. Nel 1968 l’esordio nel mondiale nella classe 250, dove si mette subito in mostra conquistando l’undicesimo posto nel GP di Imatra.
Nello stesso anno conquista i titoli nazionali 125 e 250, concludendo terzo nella 350 nonostante corresse con la quarto di litro. Nel 1970 arriva, oltre alla laurea in ingegneria, anche il primo podio iridato. Nel 1972, grazie a quattro vittorie ed altrettanti podi, si laurea campione del mondo della classe 250. Il 1973 inizia nel migliore dei modi con 5 vittorie nei primi tre round tra classe 250 e 500, alle quali aggiunge le vittorie alla 200 miglia di Daytona e di Imola.
Si arriva poi a quel tragico 20 maggio. Si sono già corse le gare del campionato italiano juniores 250, la 50, la 125 e la 350. Proprio in questa gara, Renzo Pasolini si rende partecipe di una grande rimonta, stabilendo il nuovo record del circuito ad oltre 200km/h di media. Purtroppo un grippaggio della sua Harley Davidson lo costringe al ritiro all’ingresso della Parabolica, quando era ormai alle spalle di Agostini che vincerà la gara.
Alle 15:15 scatta la gara della 250, ma poche centinaia di metri dopo il via la prova viene subito interrotta. La Harley Davidson di Renzo Pasolini ha un grippaggio mentre “Paso” si appresta ad impostare la “Curva Grande”. Il famoso curvone della pista brianzola, che allora si affrontava in piena senza la prima variante a rallentare le moto. La moto di Renzo sbatte violentemente contro le balle di paglia poste solo un metro fuori dalla pista a proteggere il tagliente guardrail. Renzo rimane intrappolato nel guardrail, mentre la moto perde il serbatoio generando un grosso incendio. La moto rimbalza in pista centrando Jarno Saarinen ed altri dodici piloti tra cui Walter Villa che, nonostante le gravi ferite, se la caverà. Purtroppo per Renzo e Jarno non ci fu niente da fare, spirando in quel nero pomeriggio primaverile.
“Paso” e Jarno resteranno per sempre nel cuore degli appassionati, anche dei più giovani che allora non c’erano. Un pomeriggio capace di portare via due dei piloti più talentuosi che il motomondiale abbia conosciuto.
Mathias Cantarini