Un'edizione con un finale davvero al cardiopalma, quella numero 98 della 500 Miglia di Indianapolis. Alla fine, l'ha spuntata in volata Ryan Hunter-Reay, campione Indycar nella stagione 2012, il quale ha preceduto per soli sei centesimi sotto la bandiera a scacchi un mai domo Helio Castroneves. Terzo posto per Marco Andretti, davanti ad un ottimo Carlos Munoz (secondo lo scorso anno) e ad un redivivo Juan Pablo Montoya. Dopo essere scattato dalla 19esima posizione in griglia, il pilota del team Andretti ha progressivamente guadagnato posizioni nel corso della gara, fino ad ingaggiare uno splendido duello nei giri conclusivi con Castroneves, sconfitto con il secondo margine più ridotto nella storia della gara (il primato risale all'edizione 1992, quando Al Unser jr. sconfisse Goodyear per soli 43 millesimi). E' stata una prova decisamente regolare, almeno per i primi 150 giri, i quali non hanno visto nessun periodo di neutralizzazione: la prima caution è arrivata in seguito ad un testacoda di Charlie Kimball in uscita dalla curva 2, mentre in seguito sono arrivati i crash di Scott Dixon, quello che ha coinvolto il poleman Ed Carpenter e Newgarden, ed infine il violento botto di Townsend Bell, che ha costretto la Direzione Gara ad esporre la bandiera rossa a otto giri dal termine per ripulire la pista dai detriti e consentire un arrivo in regime di green flag. Dopo aver sorseggiato la tradizionale bottiglia di latte del vincitore, Hunter-Reay ha voluto ringraziare il pubblico: "Grazie, spero che vi siate divertiti. Sono orgoglioso di essere americano e di aver conquistato questa gara. E' un sogno che diventa realtà: questa prova fa parte della storia del nostro Paese".

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