Credits: NTT IndyCar Series - Chris Jones
Credits: NTT IndyCar Series - Chris Jones

Si respira aria di grandi cambiamenti nella off-season IndyCar (e non solo); dopo la perquisizione dell’FBI alla sede della RLL Racing, infatti, Andretti Global ha annunciato nella giornata di venerdì che Michael Andretti lascerà il comando della struttura che conduceva dal 2002 come Andretti Autosport e che è stata rinominata nel 2023 nel tentativo di entrare nella Formula 1 come 11° team. Un fulmine che si presenta a ciel sereno per una delle squadre più vincenti e prestigiose del panorama nordamericano e mondiale: proviamo dunque a fare chiarezza su questo “terremoto” e a fare un quadro di quelli che potrebbero essere le ripercussioni.

Gli ultimi avvenimenti alla Andretti Global

Tutto è cominciato nella serata del 18 febbraio 2022, quando Mario Andretti ha annunciato tramite un post sul suo profilo ufficiale che suo figlio Michael aveva inviato la richiesta alla FIA di iscrivere il suo team per la stagione 2024 del Mondiale di Formula 1. La famiglia aveva provato da tempo ad entrare in F1 acquistando una scuderia esistente, bussando la porta a diversi team tra cui la Sauber (che allora veniva ancora chiamata Alfa Romeo), ma senza andare oltre il sondaggio del terreno.

Nonostante l’accoglienza “fredda”, per usare un eufemismo, ricevuta da tutto il Circus, gli Andretti sono comunque andati avanti nel loro progetto, stipulando un'importante partnership con General Motors per la produzione di una Power Unit tramite il marchio Cadillac, costruendo un nuovo impianto all'avanguardia a Silverstone (finalizzato nell’aprile di quest’anno) e mettendo una monoposto nella galleria del vento di Toyota a Colonia.

Andretti Global Nuovo Impianto Silverstone
Credits: Andretti Global website

Pur con tutti gli sforzi fatti, FOM e Liberty Media hanno rifiutato la richiesta di entrare come undicesimo team per i Mondiali 2025 e 2026 in quanto, secondo il promoter, una nuova squadra “non fornirebbe ulteriore valore al campionato”. I vertici della F1, che non godevano di rapporti idilliaci con la FIA anche per questo motivo, hanno però lasciato una porta aperta per il 2028, anno in cui General Motors dovrebbe entrare nel circus come motorista e avere una Power Unit pronta.

Ora però il “passo di lato” di Michael Andretti potrebbe cambiare drasticamente le cose. A prendere il suo posto sarà il suo collega Dan Towriss, amministratore delegato della società “Group 1001” che è entrato a far parte della struttura Andretti dal 2017 e che ha contribuito insieme a Michael ai recenti successi non solo in America, ma anche nel campionato FIA Formula E dove il team ha vinto il Mondiale Piloti 2023 con Jake Dennis.

Il comunicato e le (prime) risposte di Michael

Insieme all’annuncio della ristrutturazione, Andretti Global ha spiegato nel suo comunicato stampa il processo in corso che ha portato a tutto ciò:

L’obiettivo di Michael è quello di passare ad un ruolo più strategico all’interno di Andretti Global. Lui e Dan Towriss hanno lavorato ad un modello di  struttura e hanno intrapreso una direzione di cui Michael è molto soddisfatto, oltre che fiducioso del fatto che porterà un cambiamento positivo nel futuro. Michael rimarrà impegnato nel team come consulente strategico e brand ambassador. Avremo molto di più da dire nelle prossime settimane non appena Michael e Dan avranno l’opportunità di parlare con il team.

Per quanto riguarda i diretti interessati, Michael Andretti ha parlato alla The Associated Press nella giornata di domenica, spiegando che tra i motivi del suo passo indietro c’è soprattutto il fatto che abbia 62 anni e che vuole passare più tempo con la sua famiglia e i suoi due figli (due settimane fa è diventato nonno con la nascita della figlia di Marco).

Ha anche approfittato dell'occasione per smentire l’ipotesi che sia stato allontanato sotto pressione di Roger Penske, dato il rapporto turbolento avuto tra i due boss nella stagione IndyCar appena conclusa (soprattutto a causa dei fatti di St.Petersburg):

Assolutamente no, non darò a Roger questo credito. Abbiamo lavorato da un paio di mesi ormai e per dove sono a questo punto nella mia vita e quello che voglio fare, questo era il momento giusto per prendere un ruolo diverso, in cui non dovrò essere presente tutti i giorni ma a cui potrò comunque contribuire come consulente e ambasciatore. Siamo stati capaci, io e Dan di arrivare ad un accordo e penso che siamo entrambi molto felici di quello che abbiamo raggiunto. Ho 62 anni adesso e ne ho ancora un paio per poter fare delle cose: è il tempo per me di godermi quanto la mia vita mi abbia dato.

Quali saranno le prossime mosse?

Difficile decifrare a questo punto quale sarà il futuro della struttura e i ruoli dei suoi vari protagonisti. Towriss condivideva l’impegno di Michael nell’iscrizione di un suo team in F1, ma con questa ristrutturazione i piani potrebbero finire nel limbo o addirittura venire archiviati, anche di fronte al muro messo su da Liberty Media (evidenziato dalle parole del presidente Greg Maffei contro Mario Andretti). Ma a rendere ancora più intricata la situazione è il ruolo di Michael che, seppur fuori, non sembrerebbe davvero pronto a farsi da parte.

Il recente 5 settembre, infatti, Michael ha fondato una nuova società chiamata “Andretti Acquisition Corp. II” e nel Consiglio di Amministrazione è comparso anche il nome di Zak Brown, l’attuale CEO di McLaren Racing con cui condivide un rapporto di amicizia. I due gestiscono insieme un team nel campionato australiano Repco Supercars (Walkinshaw Andretti Racing) e Brown è da sempre in linea con la sua visione e i suoi obiettivi, dando pubblicamente il suo sostegno alla candidatura della Andretti Global in Formula 1.

Parlando della Acquisition Corp. II, invece, si tratta di una “SPAC” (Special Purpose Acquisition Company), un tipo di società che viene quotata in borsa per acquistare o fondersi con un’altra società tramite la raccolta fondi di un’offerta iniziale (IPO). In poche parole, Michael e Zak potrebbero decidere di usare questa società per investire o rilevare aziende legate al mondo del motorsport, magari dentro anche alla Formula 1 per rafforzare la loro posizione. Ma queste, al momento, sono solo ipotesi in attesa di sapere come si evolverà la situazione nel prossimi mesi.

Andrea Mattavelli