F1 | Sessant'anni fa il Gran Premio di Pescara: una storia tutta da riscoprire
Ma facciamo un passo indietro. L'idea della manifestazione motoristica fu di Giacomo Acerbo (ministro durante l'era fascista) in onore del fratello Tito, medaglia d’oro nella prima guerra mondiale: la prima edizione, corsa nel 1924 fu vinta da Enzo Ferrari su Alfa Romeo RL. Dopo la fine della seconda guerra mondiale, la gara assunse differenti denominazioni per togliere ogni collegamento al periodo fascista, ma si decise di mantenere intatto l’ordine numerale delle edizioni.
Il cosiddetto "triangolo magico" era un circuito lungo 25.579 km. La gara partiva dalla parte nord di Pescara, l’attuale Piazza Duca degli Abruzzi, per immettersi su Via Nazionale Adriatica e dopo aver attraversato la città proseguire verso ovest, percorrendo il rettilineo dell’attuale Via del Circuito per poi prendere la campagna e giungere a Villa Raspa e Spoltore. Da qui i piloti per raggiungere il paese di Cappelle dovevano affrontare diverse curve, prima di prendere la direzione del mare e lanciarsi in un lungo rettilineo dove si raggiungevano velocità elevatissime, (Fangio nel 1950 toccò la velocità di 311,314 km/h); dopodiché si superava Montesilvano e i piloti s’immettevano nuovamente in Via Nazionale Adriatica per tagliare il traguardo.
A questa gara hanno partecipato nel corso della storia diverse case automobilistiche importanti (Ferrari, Alfa Romeo, Mercedes ecc…) e tanti piloti celebri come Nuvolari, Ascari e Fangio. Nel 1957, la Formula 1 si trovò senza il Gran Premio del Belgio e dei Paesi Bassi: gli organizzatori proposero il circuito di Pescara come sostituito e la richiesta fu accettata, grazie al prestigio e la storia che questo tracciato possedeva.
Tutto questo nonostante le polemiche relative alla sicurezza, sollevate dopo la tragedia di Guidizzolo: durante l’ultima edizione della Mille Miglia, un incidente costò la vita al pilota Alfonso de Portago, al suo co-pilota e a nove spettatori (tra cui cinque bambini) e causò l’annullamento di diverse gare a livello nazionale, ma nonostante l'onda emotiva il Gran Premio si svolse regolarmente.
Enzo Ferrari, in aperta polemica con la magistratura che aveva aperto un’inchiesta per i fatti accaduti a Guidizzolo, decise non inviare nessuna vettura ufficiale e nemmeno la BRM non si presentò alla gara per gravi problemi finanziari. La pole position fu realizzata da Fangio su Maserati, seguito da Moss e da Luigi Musso. Alla partenza, Musso riuscì a sopravanzare Fangio e Moss, ma durante il secondo giro fu sorpassato da quest'ultimo che si portò in testa alla gara. Il pilota inglese riuscì a distanziare Fangio, mentre Musso fu costretto al ritiro durante il 10° giro per problemi al serbatoio dell’olio. Moss tagliò per primo il traguardo con la sua Vanwall, seguito da Fangio e dal pilota americano Harry Schell. Al traguardo arrivarono solo sette monoposto, con Brabham che giunse con tre giri di distacco dal vincitore.
Nel 1961 si corse l’ultima gara su questo circuito cittadino, la 4 ore di Pescara, poi scomparsa per ragioni legata alla sicurezza dei piloti e dei spettatori che affollavano i margini della strada. Di questa gara scomparsa rimane comunque il ricordo dei piloti e dei tifosi che vi hanno partecipato e di un record che ha lasciato il segno nel mondo della Formula 1.
Chiara Zaffarano
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