Per riprendersi la terza posizione, virtualmente occupata da Hamilton ad una ventina di giri dal termine, al muretto della “rossa” hanno pensato di montare sulla monoposto di Vettel un set di gomme soft, che inizialmente hanno portato il tedesco negli scarichi della Mercedes del suo avversario, ma che in seguito hanno visto le speranze di salire sul podio svanire già dopo qualche tornata, proprio a causa del degrado delle mescole più morbide.

Oltre alla strategia, però, un altro fattore che ha influenzato la gara dei ferraristi è stato rappresentato dalle penalità inflitte ad entrambi i piloti. Oltre alle tre posizioni già perse da Vettel in qualifica, colpevole della carambola iniziale dello scorso GP di Malesia, anche Raikkonen è infatti stato retrocesso di cinque posti sulla griglia per aver sostituito il cambio.

Senza questo inconveniente, la gara del finlandese sarebbe stata sicuramente diversa, anche perché il tempo fatto segnare in qualifica, di soli tre decimi più lento di quello delle frecce d’argento, aveva fatto ben sperare per la corsa. Analizzando come si è concluso il GP, infatti, senza le due penalizzazioni le Ferrari avrebbero potuto conquistare una doppietta sul podio alle spalle di Rosberg, lottando ad armi pari con la Red Bull di Verstappen.

Lo stesso Kimi Raikkonen, al termine della corsa, si è soffermato su questo punto, sottolineando una certa competitività della SF16-H sul circuito giapponese: “Dopo la buona qualifica di ieri, il problema al cambio e la conseguente penalizzazione in griglia non hanno certo aiutato su questo tipo di pista. Ovviamente sono molto deluso, perché avevamo una buona macchina e se fossimo partiti in terza posizione, con la velocità che avevamo, avremmo avuto più possibilità di lottare. Sono partito bene, ma poi sono rimasto bloccato dietro ad altre vetture: questo condizionava il comportamento della mia macchina, era difficile rimanere vicino agli altri e provare ad attaccare. Una volta effettuati i sorpassi, con pista libera davanti, riuscivo a guidare come volevo. Di sicuro la nostra macchina oggi era veloce, avrebbe meritato un risultato migliore. Purtroppo le cose sono andate così…”

Ovviamente deluso anche Sebastian Vettel, che ha precisato come la scelta delle gomme durante l’ultima sosta ai box sia stata approvata anche da lui: ”Sono partito bene e nei primi due giri abbiamo guadagnato posizioni, sorpassando Ricciardo e Perez: eravamo più veloci anche di Verstappen, credo che oggi fossimo la seconda forza in pista. Era solo questione di tempo, ma naturalmente anche Max ha cercato di anticipare i suoi pit-stop per mantenere la posizione in pista e questa tattica ha funzionato per lui. Noi abbiamo cercato di montare le gomme più morbide nelle ultime fasi, e all’inizio pensavamo che avrebbe funzionato, ma il degrado era troppo alto e ci ha allontanato dal gruppo di testa. Col senno di poi è facile criticare e sono sicuro che tanti ‘esperti’ avevano già capito tutto; ma sia al muretto che in macchina eravamo d’accordo e io volevo tentare questa strategia, ritardando l’ultima sosta ai box. Di fatto ho perso tantissimo tempo con le bandiere blu: mi sono sempre trovato i doppiati nel primo settore, dove non potevano darmi strada, e ho perso un sacco di tempo oltre probabilmente alla posizione su Lewis, che invece si liberava dei doppiati in rettilineo. Ma non so se il ritmo sarebbe stato comunque sufficiente per arrivare sul podio.”

Il team principal Maurizio Arrivabene, invece, ha evidenziato anche un’altra difficoltà, ovvero quella dei doppiaggi, dichiarando: “Considerata la posizione di partenza che ci vedeva arretrati per via della doppia penalizzazione, oggi abbiamo fatto il massimo. Peccato solo per il traffico dei doppiati in pista, che non ha permesso a Seb e a Kimi di sfruttare al meglio la strategia.”

Quando mancano appena quattro appuntamenti al termine della stagione, con la Red Bull sempre più lontana in classifica costruttori e la Mercedes sempre al top, la situazione in casa Ferrari non è delle migliori, ma nonostante il deludente risultato dei piccoli segnali di miglioramento sembrano essere arrivati. La strada però è ancora lunga.

Carlo Luciani