Addio a John Surtees, il "figlio del vento"
John Surtees nasce l’11 febbraio 1934 a Tatsfield. Il suo esordio nel Motomondiale, e più precisamente nella classe 500 risale al 1952, dove nella prima gara conquista subito i suoi primi punti iridati. Surtees, in sella alla sua fedele MV Agusta, avrebbe conquistato sette titoli iridati: 3 nella classe 350 e 4 nella classe 500, ottenendo 38 vittorie nelle 49 gare ufficiali a cui ha preso parte.
Durante la sua cavalcata trionfale con le due ruote, Surtees decide di passare alle auto: nel 1959 prova una monoposto di Formula 3 salendo a bordo di una Cooper gestita da Ken Tyrrell e, con la sua prestazione, attira l’attenzione di Colin Chapman, che gli offre di correre quattro gare con la Lotus nel 1960. Nell’anno in cui conquistava gli ultimi titoli nella classe 350 e in quella 500, Surtees fa il suo debutto in Formula 1, arrivando secondo a Silverstone e ottenendo la pole position e il giro più veloce nel Gran Premio di Portogallo.
Dopo due stagioni con la scuderia Yeoman Racing, Surtees approda alla Ferrari nel 1963, dove nonostante il dominio di Clark e della Lotus, riesce ad ottenere la sua prima vittoria in Formula 1 nel Gran Premio di Germania. Il successo del Nurburgring è l’antipasto giusto per la stagione 1964: con la Ferrari 158 ottiene due vittorie e quattro podi che gli permettono di conquistare il titolo iridato, grazie anche all’aiuto di Lorenzo Bandini, il quale nel Gran Premio del Messico gli cede il suo secondo posto. Nello stesso anno ottiene il terzo posto alla 24 ore di Le Mans insieme allo stesso Bandini sulla 330P.
Nella stagione successiva Surtees non riesce a difendere il titolo e nel 1966 lascia la Ferrari, correndo le ultime gare con una Cooper T81 e ottenendo la vittoria nel Gran Premio del Messico, grazie alla quale conquista il secondo posto nel Mondiale.
Il figlio del vento decide in seguito di abbracciare il progetto della Honda, la quale entra in Formula 1 nel 1967: Surtees ottiene l’unica vittoria del team giapponese proprio a Monza, la gara di casa della Ferrari. Nello stesso anno partecipa per l’ultima volta alla 24 ore di Le Mans. Nonostante l’ottimo debutto della casa giapponese nel mondo della Formula 1, la stagione successiva si rivela un disastro, anche per la morte di Jo Schlesser nel Gran Premio di Francia, a causa della sperimentale RA302 fatta con telaio in magnesio facilmente infiammabile che non lascia scampo al pilota.
La terribile tragedia di Schlesser spinge i giapponesi a ritirarsi e Surtees si accasa per il 1969 con la Owen Racing, con cui ottiene l’ultimo podio della sua carriera nel Gran Premio degli Stati Uniti. Dopo questa stagione, Surtees decide di creare un proprio team in Formula 1 con cui corre le ultime tre stagioni della carriera, dal 1970 al 1972, senza però ottenere buoni risultati.
Proprio le corse, che gli hanno offerto delle grandi gioie e soddisfazioni, gli avrebbero regalato anche il più grande dolore che un uomo e un padre possa provare. Nel 2009 il figlio Henry, che aveva ereditato la sua stessa passione per le corse, muore durante una gara di Formula 2 a Brands Hatch, colpito in testa da una ruota. A lui sarebbe stata dedicata in seguito l'Henry Surtees Foundation, volta all'assistenza delle persone vittime di incidenti.
Da oggi il mondo delle corse è molto più povero: addio, sir John.
Chiara Zaffarano