F1 | Hockenheim: il Focus sul Gran Premio di Germania
La pioggia caduta sul ring tedesco offre una gara rocambolesca che si rivela la più bella ed entusiasmante della stagione: la spunta Verstappen, al secondo successo dell’anno per la gioia del motorista nipponico che equipaggia la sua Red Bull. Al secondo posto un grande Vettel in rimonta dall’ultima piazzola, seguito da un Kvyat che regala il secondo podio della storia alla Toro Rosso. Niente di fatto invece per Leclerc e le due Mercedes, colpevoli di essersi resi protagonisti di tanti errori.
Nel caos si illumina il figlio di Jos: diciamolo, è stata una gara dove un po' tutti hanno sbagliato di tutto. Le condizioni erano davvero difficili, e l’alternarsi di pista asciutta/bagnata ha reso davvero complicato ai piloti tenere la propria vettura in pista. E’ accaduta qualsiasi cosa, e proprio nel casino più assoluto è venuto fuori, ancora una volta, il talento di un pilota che fino a poco tempo fa era considerato il “crasher” della situazione: Max Verstappen. Anche lui ha fatto un testacoda, ma ha mantenuto la calma mettendosi a testa bassa in direzione vittoria. L’olandese oramai è cresciuto: non sbaglia niente ed è maledettamente veloce. Per i pochi che ancora avessero dubbi, sappiate che siamo di fronte ad un campione completo, che negli anni a venire sarà un assoluto protagonista delle stagioni di Formula Uno annoverandosi con incredibile facilità tra i migliori driver del lotto. Impressionanti comunque anche gli uomini del team dei bibitari, autori ad ogni weekend di una strategia di corsa ed una visione dell’insieme impossibile per gli altri. E vogliamo parlare dei pit stop che portano a termine senza nemmeno dare il tempo alle vetture di fermarsi in piazzola? Bravi bravi bravi. Ora si che ricordiamo con facilità perché sono stati capaci di vincere quattro titoli mondiali.
Mercedes zero in casa: è un po' come perdere una finale calcistica nello stadio di casa. Nella domenica tedesca dove tutto era pronto per la gran festa in patria, le frecce d’argento hanno sottolineato la loro livrea celebrativa prendendo uno scivolone che per loro non si vedeva da quando ancora le gare si disputavano in bianco e nero. Muro per Bottas e una valanga di errori per Hamilton, eventi che hanno mandato a casa il team con zero punti in saccoccia (diventati due poi grazie alla penalizzazione delle Alfa). Bottino così magro per Stoccarda è evento raro di questi tempi, ma bisogna dire però che loro possono tranquillamente permetterselo. In un’epoca in cui stanno facendo tutto alla perfezione sbriciolando la concorrenza, una domenica storta può tranquillamente starci anche per loro. Godetevi il momento se non simpatizzate per Mercedes, perché questi faranno dimenticare ben presto i motivi per sorridere.
Ferrari, bravo Vettel ma… Sicuramente una gara trionfale per il quattro volte campione del mondo. Allo start ha preso il via dal gate dell’aeroporto per colpa di problemi non suoi, ed in gara è riuscito a mantenersi tranquillo e a “navigare” nelle varie pazzie che sono accadute. Alla fine, complici ovviamente anche le varie safety car, la Ferrari numero 5 agguanta un inaspettato secondo posto, che visto come si era messa vale come una vittoria. Specie in un momento in cui per la squadra tutto sembra andare storto. Discorso diverso invece per Leclerc: il monegasco ancora una volta ha dato sfogo alla classe, e probabilmente senza errori se la sarebbe giocata con Max, ma il muro dell’ultima curva non ha perdonato neanche lui. Per carità, sbagliare ci sta e va bene così. Certo però, che cavolo… proprio ogni volta che si può fare qualcosa di grande… Oramai comunque, per il popolo di Maranello, è lui il pupillo in rosso, dato che sta guidando in un modo che fa apparire Vettel come un “Raikkonen 2.0”. Assolutamente vergognosa invece la squadra Ferrari nell’insieme: se il sabato hai la vettura più veloce e finalmente puoi fare le cose per bene, come fai ad avere guasti meccanici con entrambe le vetture? Cioè, sul serio vogliamo batterla così la Mercedes? Dai, non scherziamo.
Grandi Kvyat e Stroll: alla fine dei giochi, l’applauso più grande lo meritano forse loro. A Daniil negli ultimi anni è andato sempre tutto storto, e proprio nella domenica in cui festeggia la paternità, si ritrova a riportare sul podio quella Toro Rosso che fin ora era riuscita a salire sui gradini illustri solo nel 2008 grazie alla vittoria di un allora sconosciuto Sebastian Vettel. Insieme a lui va un inchino anche a Stroll, capace di mettere la sua Racing Point al quarto posto finale. Certo, la gara pazza ha aiutato, ma se i big hanno sbagliato e loro invece no, significa che già qualcosa di magico sei riuscito a farlo. Bravi.
Alla prossima.
Daniel Limardi