Credits: Honda Racing Corporation
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Una stagione estenuante di MotoGP è finita meno di ventiquattr’ore fa, ma è già arrivato il momento di prendersi un momento per guardare a quello che è stato il 2024. Le ormai consuete pagelle danno la possibilità di focalizzarsi su protagonisti e non di quest’anno: è il caso di Honda, ancora una volta fanalino di coda.

Team HRC ultimo e battuto in casa: voto 4

Il primo anno dell’era post Marc Márquez non è andato affatto bene per HRC e il Repsol Honda Team. Il colosso di Tokyo è ancora in altomare con la RC213V: sono stati tanti gli sviluppi portati nel corso della stagione, ma quasi la totalità dei quali non ha portato a nulla o quasi. Emblematico è il weekend di Jerez de la Frontera in questo caso: con un prototipo nuovo portato in pista da Stefan Bradl, tutti i piloti titolari hanno dichiarato che le sensazioni in sella erano le stesse, se non addirittura peggio. 

Progressi non ce ne sono stati, anzi: dai 122 punti della scorsa annata, il team interno di Honda ne conta solamente 35 nel 2024. Effetto Márquez, ovviamente: il dato che più spaventa è la differenza di 51 punti tra HRC e LCR Team, la squadra satellite di Lucio Cecchinello che ha trovato in Johann Zarco un ottimo alleato sotto questo punto di vista. Insomma, nel 2025 di sicuro non potrà andare peggio, vero?

Joan Mir (quasi) più a terra che al traguardo: voto 4

È arrivato il momento di passare ai piloti, non che la situazione migliori di troppo. Chiaramente sia Joan Mir che Luca Marini hanno vissuto una stagione travagliata più a causa della scarsa competitività della moto che per delle prestazioni dei singoli. Joan Mir, una volta partito Márquez, si pensava potesse prendere in mano HRC per una lenta risalita: responsabilità da campione del Mondo quale è. Difficile prendere le redini dello sviluppo e farsi carico delle prestazioni se si è sempre a terra. Sono ben 15 le cadute del #36 nelle 38 gare alle quali ha preso il via: Mir ha visto la bandiera a scacchi quasi la metà delle volte che ha preso il via. Le voci su un possibile ritiro dell’ex Suzuki sono preoccupanti, da un certo punto di vista: da quando la casa di Hamamatsu ha annunciato il ritiro dalle competizioni, qualcosa è cambiato in Mir. 

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Quando non è a terra, i risultati dello spagnolo non sono troppo migliori: sono 21 i punti collezionati a fine 2024 rispetto ai 26 di dodici mesi fa, con la differenza che lo scorso anno l’iridato 2020 ha saltato tre Gran Premi per infortunio. Il rinnovo biennale con HRC è enigmatico: Mir e Honda credono nell’altro oppure è una decisione presa in mancanza di alternative? Il 2025 potrebbe dare delle risposte a riguardo.

Luca Marini perfetto uomo immagine: voto 4.5

Chiunque vorrebbe avere la stessa fiducia che Luca Marini ripone nel progetto Honda. Uscito dall’orbita Ducati a fine 2023 per realizzare il sogno di diventare pilota ufficiale, il #10 sapeva bene a ciò che lo avrebbe aspettato. Accettare la sfida HRC in questo momento storico non è di certo facile. La professionalità di Marini non è mai stata in discussione, così come dimostrano i commenti fiduciosi e di grande rispetto nei confronti di chi, alla fine, gli paga lo stipendio. I risultati in pista, però, sono difficili da decifrare: Marini è ultimo tra i piloti titolari in quella che, numeri alla mano, è la peggior stagione corsa in MotoGP fino a questo momento. 

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I primi punti sono arrivati solamente nel Gran Premio di Germania al Sachsenring, per poi andare a punti altre cinque volte nell’arco della stagione. Certo, il talento di Marini è sicuramente inferiore rispetto a due iridati come Mir e Zarco, così come non si può mettere sullo stesso pieno di Takaaki Nakagami, uomo Honda da una vita. Ci si aspetta comunque un cambio di marcia per il pesarese nel 2025, quantomeno per stare più vicino alle altre RC213V.

Arriva Romano Albesiano: comincia (finalmente) la risalita?

Nelle ultime settimane Honda ha annunciato l’arrivo di Romano Albesiano come nuovo direttore tecnico del progetto MotoGP. La novità dell’ex Aprilia, insieme all’arrivo di Aleix Espargaró come nuovo collaudatore, rappresenta senza dubbio una ventata d’aria fresca per il colosso nipponico, che si è ormai arreso all’idea di dover prendere delle menti “europee” per poter colmare quel gap che ormai da anni ha messo l’azienda in fondo alle classifiche, perlomeno in ambito motociclistico sportivo. Honda rimane un cantiere aperto, specie alla luce di questa piccola rivoluzione dal punto di vista tecnico. Avere la continuità dei piloti, con tre dei quattro confermati e l’arrivo di un rookie come Somkiat Chantra, non può che giovare ad una casa che cerca disperatamente di risalire la china. 

Valentino Aggio

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