Credits: McLaren F1
Credits: McLaren F1

Alla fine Lando Norris ce l'ha fatta: il pilota britannico della McLaren è riuscito ad imporsi nel GP di Singapore con un vantaggio di circa 20 secondi su Verstappen, ottenendo così la sua terza vittoria in carriera. Una vittoria perentoria, che ripristina le sue ambizioni Mondiali dopo un paio di gare non entusiasmanti.

Nonostante il grande distacco, la vittoria è stata però più difficile del previsto: l'inglese è stato protagonista di un paio di errori che hanno messo a repentaglio il risultato, anche se alla fine è riuscito a resistere portando la vettura a casa.

Norris, vincente contro la sua mente

Michael Schumacher diceva che quando si trovava davanti in solitaria, come spesso gli è capitato in carriera, iniziava a fare domande casuali ai suoi ingegneri e cioè chi è in lotta per la settima posizione, dove si trova quel pilota, chi ha appena rifornito. Sosteneva infatti che il trovarsi davanti da solo fosse persino più pericoloso che essere in battaglia, poiché si tende ad abbassare la concentrazione e a commettere errori stupidi, e che per questo facesse domande, per rimanere concentrato. In effetti, un paio di volte gli è capitato di fare errori mentre era davanti con margine, a lui come ad altri: celebre il famoso incidente di Ayrton Senna a Montecarlo nel 1988, quando, in testa con circa mezzo minuto di vantaggio su Alain Prost, andò a sbattere da solo al Portier.

È ciò che è capitato a Norris nella gara di oggi. Il pilota della McLaren prima del suo pit stop ha avuto un piccolo lungo che l'ha portato a pizzicare le barriere con l'ala anteriore. Nulla di particolarmente grave, ma che ha seriamente rischiato di compromettere una gara che in quel momento lo vedeva davanti di circa venti secondi rispetto a Verstappen. Un errore simile è arrivato anche nel finale, ed a quel punto l'inglese ha alzato i tempi concentrandosi solo sul portare la macchina a casa senza problemi, e forse questo eccesso di sicurezza gli è costato il giro veloce, che era alla portata. Alla fine ha perso il punto extra per “colpa” di Daniel Ricciardo, ed il mancato un giro più veloce gli è anche costato quello che sarebbe potuto essere il primo Grand Chelem della carriera.

Errori causati probabilmente dal caldo: è risaputo che il GP di Singapore sia il più duro del calendario dal punto di vista fisico per via delle alte temperature, dell'umidità, della conformazione della pista estremamente tortuosa, e della stessa lunghezza della gara, che generalmente è la più lunga del mondiale in termini di tempo. Negli ultimi giri lo si vedeva tirare fuori le mani dall'abitacolo a cercare un minimo di refrigerio, ed alla fine della gara sceso dalla monoposto, sembrava completamente distrutto. La corsa è stata evidentemente più difficile di quello che è sembrato da fuori, ma alla fine ce l'ha fatta.

Una vittoria per il morale

È stata una vittoria importantissima, che ha riportato Norris in lotta per il Mondiale: non tanto però per una questione aritmetica (lo era già, ovviamente), ma per il morale. Dopo la perentoria vittoria di Zandvoort, le ultime due gare a Monza e a Baku l'avevano visto chiudere al terzo e al quarto posto, incapace di approfittare completamente di una debacle tecnica della Red Bull e dello stesso Verstappen. Invece, ad uscirne vincitore nel confronto interno era stato Oscar Piastri, che aveva certamente in dubbio la possibilità che Norris potesse essere automaticamente la prima guida in McLaren. Dubbi avanzati anche da alcune cose successe nelle gare precedenti, dove era apparso un Norris sprecone e incapace di cogliere il massimo risultato.

Stavolta non c'è stata storia, soprattutto riguardo a Piastri: 40 secondi rifilati in gara, un gap costruito soprattutto grazie alla differenza in qualifica, e per adesso i dubbi possono essere taciuti. Ieri dicevamo come questa fosse probabilmente la gara più importante della sua carriera, perché un'ennesima occasione sprecata forse l'avrebbe definitivamente distrutto. Si può dire che l'esame è stato superato.

Resta solo un piccolo trascurabile problema: quel Max Verstappen che sembra non voler morire mai, e che anche oggi, in un modo o nell'altro, c'ha messo del suo anche grazie all'aiuto (chissà quanto voluto) della Racing Bulls di rubare il giro veloce a Norris ed il relativo punto. Questo Verstappen, che non vince da fine giugno in Spagna, comunque riesce a perdere il minor numero di punti possibili, e siamo certi che renderà pan per focaccia fino alla fine.

Alfredo Cirelli