Raggiunge la maggiore età la MotoGP, la classe regina del Motomondiale nata per competere direttamente con la Superbike e superarne la popolarità, copiandone subito la formula con le moto a 4 tempi. 18 anni attraverso varie evoluzioni di cilindrata ed architettura motore, grandi piloti e grandi gare.

Regolamento 

In questi 18 anni il regolamento della MotoGP in termini di cilindrata è cambiato tre volte: dal 2002 fino al 2006 le moto erano tutte di 990 cc di cilindrata, con frazionature variabili di cilindri a seconda dei costruttori, dal 2007 al 2011 le moto sono passate alla cilindrata di 800 cc per ridurne le velocità e la pericolosità, mentre dal 2012 ad oggi si è ritornati alla configurazione iniziale di 1000 cc. Dalle MotoGP affiancate alle 500 nel 2002 si è passati alle MotoGP con le CRT del 2012-2013, le MotoGP Open del 2014 e di nuovo le MotoGP pure dal 2015 ad oggi.

Le case

Honda: la più grande casa motociclistica al mondo si è presentata ai nastri di partenza della MotoGP con il suo primo prototipo a 4T, la RC211V, moto di 990 cc di cilindrata e 5 cilindri a V. Seguendo i cambi regolamentari degli anni successivi sono arrivate la RC212V a 4 cilindri dal 2007 al 2011 e la RC213V, sempre a 4 cilindri, dal 2012 ad oggi

Yamaha: dal 2002 ad oggi la casa di Iwata non ha mai cambiato filosofia costruttiva del motore per la sua M1, sempre 4 cilindri in linea. La M1 si è sempre evoluta a livello di telaio, ma la filosofia del motore è rimasta sempre la stessa.

Suzuki: la terza casa presente nel 2002 era la Suzuki. La casa di Hamamatsu si è presentata con la GSV-R nelle sue varie iterazioni dal 2002 fino al 2011, per poi uscire di scena e rientrare nel 2015 ufficialmente con la GSX-RR. Anche Suzuki non ha cambiato filosofia costruttiva del motore, concentrandosi sul V4 per la sua moto.

Aprilia: la prima casa italiana ad aderire al progetto MotoGP è stata la casa di Noale, presentatasi al via con la RS Cube, una moto a 3 cilindri tanto avveniristica quanto debole dal punto di vista ciclistico, pur dimostrandosi molto veloce. Si deve ad Aprilia l’introduzione, nel 2003 su tutte le moto, del ride-by-wire o acceleratore elettronico.

Kawasaki: sul finire della stagione 2002 faceva il suo ritorno nel Motomondiale la casa di Akashi dopo ben 18 anni di assenza dall’ultima volta. Presente fino al 2008 in forma ufficiale e nel 2009 sotto il marchio Hayate, Kawasaki ha mantenuto la sua filosofia motoristica incentrata sul 4 cilindri in linea, attuando dei microsviluppi di anno in anno. Non ha raccolto molto in relazione agli investimenti fatti nel progetto, chiuso nel 2009 per concentrarsi sulla Superbike.

Ducati: l’orgoglio di Borgo Panigale. Assente nel 2002, ma presente ai nastri di partenza del campionato 2003 con la Desmosedici GP3, Ducati si è evoluta nel corso degli anni sia dal punto di vista del motore, seguendo i cambi regolamentari degli anni, sia a livello di telaio. Dalla GP3 alla GP8 il telaio era il classico in traliccio di tubi di acciaio, dalla GP9 ad oggi Ducati utilizza un telaio monoscocca in alluminio.

Piloti

L’elenco dei piloti è davvero lungo. La pattuglia italiana può annoverare Rossi, Biaggi, Capirossi, Melandri (memorabile Mugello 2005), Rolfo, Battaini, Dovizioso, Petrucci, il compianto Simoncelli, Pasini; la Spagna può vantare Lorenzo, Pedrosa, Marquez, Checa, Aleix e Pol Espargarò; l’Australia ha portato Bayliss (ricordando Valencia 2006), McCoy, Miller; gli USA hanno mostrato Hayden, Hopkins, Kenny Roberts JR, Edwards... e via via tutti gli altri

Battaglie

Quante battaglie in questi anni, quanti sorpassi incredibili abbiamo visto dal 2002 ad oggi. Per i cinque sorpassi migliori del Motomondiale c’è un articolo apposito ma il Sorpasso dei Sorpassi in MotoGP rimane quello di Rossi su Lorenzo all’ultima curva dell’ultimo giro a Barcellona nel 2009. Talento ed un pizzico di follia per prendersi una vittoria fondamentale in quella stagione. Ne abbiamo viste veramente di cotte e di crude, compagni di box che si buttano per terra (Pedrosa su Hayden all’Estoril nel 2006), incidenti spaventosi (il maxi botto di Barcellona 2006 causato da Gibernau), sportellate, piloti mandarsi a quel paese o prendersi a male parole…

Tragedie

Purtroppo in questi 18 anni abbiamo dovuto annoverare due pesanti tragedie: la prima risale al 6 aprile 2003 ed è il terrificante incidente occorso a Daijiro Kato in occasione del secondo giro della gara di apertura del Mondiale di quell’anno, il Gran Premio del Giappone a Suzuka. Kato morirà poi il 20 aprile per infarto cerebrale. L’altra ci tocca da vicino e riguarda Marco Simoncelli, morto a Sepang il 23 ottobre 2011 schiacciato tra Edwards e Rossi.

Grazie per regalarci ogni anno tante emozioni per sorpassi e gare spettacolari. Tanti auguri MotoGP!

Marco Pezzoni