Talento puro e sfortunato. Questa la situazione di Daniel Ricciardo, australiano della Red Bull, che al momento vive la non facile situazione di avere tra le mani una vettura al di sotto delle aspettative e un compagno ingombrante come Max Verstappen, da tutti indicato come il fenomeno del futuro e che gode dei favori di una parte del team. Una stagione poco fortunata, ma impreziosita dalla vittoria nella gara pazza di Baku e condita da tanti piazzamenti a podio. Con il cappellino d'ordinanza girato al contrario, lo incontriamo all'Energy Station della Red Bull per una chiacchierata brillante, come se ci conoscessimo da sempre. Curiosità, sensazioni e aneddoti raccolti in apertura del weekend. 

Daniel, iniziamo dalle cose importanti. Come sono andate le vacanze?

Molto bene, molto più rilassanti dell'anno scorso. Ho passato più tempo con la mia famiglia quest'anno; l'anno scorso ero con cinque amici, quindi abbiamo fatto molta più festa...

Non starai mica invecchiando?

No no! (ride di gusto, ndr) Mi piace ancora fare festa, ma quest'anno le macchine sono più fisiche, non abbiamo molte occasioni per riposarci, e in particolare poi arriveranno gare come Singapore, Malesia e altre che sono molto esigenti ed è importante ritrovare la forma in vista dei prossimi due mesi. 

Quali sono i tuoi ricordi della tua vittoria qui?

Ricordo Nico e Lewis toccarsi, Seb che commise un errore e mi fece passare... Ricordo che mi sentivo totalmente in controllo, completamente a mio agio in qualunque cosa accadesse; ricordo ogni giro a spingere senza pensare a nient'altro, senza dubbio una delle mie gare migliori. Era tutto così perfetto che presi la decisione di siglare all'ultimo passaggio il giro veloce, e così feci: fu perfetto. Una vittoria perentoria. Una gara tutta in controllo, al contrario di altre vittorie come Budapest, o Canada in cui tutta la mia gara è stata all'attacco prendendo dei rischi. 

Si dice che tu sia il nuovo fenomeno a interpretare le gare pazze, come ad esempio Baku. Qual è il tuo segreto?

Credo di avere un buon atteggiamento mentale; anche quando la partenza non è perfetta rimango sempre concentrato sul fatto che tutto può succedere, la gara dopotutto è sempre lunga. Anche se il primo stint magari non è perfetto basta un pit stop, cambiare le gomme, la strategia, per svoltare la gara. E' la mia mentalità, sento sempre di poter spingere e spingere ancora. Non mi sento mai sconfitto fino alla fine, mi piace massimizzare le occasioni, se vedo un'opportunità mi ci infilo, e questo ha sempre pagato. Non mi piace concludere la gara e avere dei rimpianti su quello che avrei potuto fare.

Dimmi qualcosa a proposito di questa pista. Qualcosa che si percepisce solo dalla macchina. 

In certi punti della pista ti senti davvero lontano da tutto, quando sei in curva 8 ti senti immerso nella foresta e completamente fuori da tutto. Con la Formula 1 c'è molto pubblico e si percepisce di meno, ma quando ho corso qui con la Formula Renault ti senti da solo. Ho pensato che se la macchina mi si fosse fermata sarei rimasto da solo in mezzo al bosco! Si sente la velocità, ed è grandioso; qui la pista è bellissima, in particolare il secondo settore: veloce ma con molte curve e cambi di direzione, fantastico! Ma mi piacciono molto anche le piste che non danno mai tregua come Monaco, Budapest, Singapore: con rettilinei brevi dove ci può essere molto corpo a corpo. 

La prossima settimana saremo a Monza: in Italia molti ti vorrebbero in Ferrari...

Purtroppo credo che il rinnovo di Raikkonen abbia complicato un po' le cose (ride e allarga le braccia, ndr), credo che sia una delle richieste di Seb alla squadra per rimanere. Monza però è sempre stata una gara in cui mi sono trovato bene, sempre belle qualifiche e buone gare. Il tracciato è atipico perché questi lunghi rettilinei sono un po' noiosi, ma il calore del pubblico e il numero di fans è davvero impressionante.   

Dopo l'incidente di Budapest hai chiarito con Max? Credi che stia maturando abbastanza per imparare dai suoi errori?  

E' difficile reagire in circostanze del genere. Nel momento in cui è successo ovviamente ero molto arrabbiato. I marshall cercavano di spingermi fuori dalla pista ma io non volevo uscire, volevo solo ripartire. In quel momento è normale essere molto emotivi, hai tutta l'adrenalina di un'ora e mezza di gara che si scarica tutta insieme dopo solo 1-2 minuti, energia che inevitabilmente diventa rabbia. Poi ti calmi, rifletti: ho parlato con Max, ci siamo spiegati e basta, si supera tutto. Credo che quest'anno sia migliorato rispetto all'anno scorso. Incidenti come a Budapest possono succedere, ma in generale lui è stato molto più tranquillo quest'anno, raccogliendo meno critiche. In generale è maturato, ed è normale che con l'età sia così. 

Mateschitz e Marko spesso si esprimono a favore di Max. Ti crea problemi? Credi di meritare più credito dalla squadra?

Non regalo mai troppo peso a queste cose, ho buoni rapporti con il team e qui mi trovo bene. Capisco che vedere Max vincere sia molto positivo per l'azienda perché è un volto giovane e un gran talento. Dopotutto si tratta di business. Ma mi sento rispettato da tutti, e non credo che la posizione di Max sia privilegiata rispetto alla mia; mi rendo conto che per i media possa sembrare diversamente, ma in realtà abbiamo le stesse risorse e le stesse opportunità dentro al box. Anzi, il mio spogliatoio è più grande del suo! 

Come riesci a combinare una personalità così sorridente e spontanea con la pressione di questa vita?

Io sono fatto così, come gran parte degli australiani sono molto easy going; quando sono in macchina sono molto cattivo e concentrato, ma quando salto giù sia che si tratti di attività con i media o di riunioni con gli ingegneri, cerco di essere calmo. Mi piace avere altri interessi oltre la pista, come la musica e i festival. Le corse sono il mio mondo, se smettessi domani sarei triste, ma la mia vita certo non sarebbe finita.

Da Spa Francorchamps - Stefano De Nicolo'  @stefanodenicolo 

ricciardo spa2

 

{jcomments on}