Non è bastato un mix di circostanze sfavorevoli a fermare il fenomeno di Gap. Questo 2015 vedeva al via del Rally di Montecarlo giovani piloti in fase ascendente come Andreas Mikkelsen, compagno di squadra di Ogier, ma anche il terzetto di drivers Hyundai: Neuville, Sordo e Paddon. La stessa Hyundai pareva essere riuscita a fornire una i20 evoluta ed in grado di battagliare per il successo, come in effetti è riuscita a fare vincendo alcuni eventi, unica a riuscire nell'impresa insieme alla Polo. Tutto ciò dovendo fare i conti con il nuovo regolamento, studiato appositamente per porre dei paletti al dominio della casa teutonica e volto a sfavorire nelle tappe sterrate il primo a partire.

Aggiungiamoci anche la figura romanzesca dell'eterno secondo in cerca di gloria, interpretata da Jari-Matti Latvala e avremmo potuto avere un copione in grado di emozionare e lasciare col fiato sospeso fino all'ultimo istante. Avremmo...perchè di tutto questo Sebastien Ogier ha fatto una bella pila da gettare nel trita-documenti. Cinque vittorie sulle undici disputate finora, un ruolino di marcia che, anche per i motivi sopra elencati, non è stato schiacciante come gli scorsi anni: ma questo non ha impedito al cannibale di chiudere il discorso Mondiale con 2 eventi ancora in programma. Ad oggi Sebastien Ogier sembrerebbe essere (e probabilmente lo è) il pilota perfetto: costante in ogni evento, in grado di dare il meglio di sé in ogni condizione e su qualsiasi tipo di fondo, capace di commettere pochissimi errori.

A dimostrarlo l'unico arrivo quest'anno fuori dai punti in Finlandia e l'assenza di ritiri. Non sempre però Ogier ha recitato la parte del dominatore assoluto. Il francese entrò in pianta stabile nel mondo del WRC nel 2009, periodo aureo del dominio di un altro francese, un altro Sebastien. Parliamo naturalmente di Loeb, quell'alieno a causa del quale dal 2004 al 2012 il campionato si correva solo per...contendersi la seconda posizione. Anni dunque di gavetta seguiti da ottimi piazzamenti: un quarto ed un terzo posto finale nel 2010 e nel 2011 come pilota ufficiale Citroen sembrarono indirizzare il giovane francese tra i piani alti della classifica iridata. Nel 2012 il passaggio alla Volkswagen, che quell'anno mise in strada una Skoda Fabia S2000. La vettura, come prevedibile, non diede grandi risultati; quella fu un'auto di transizione in attesa dell'arrivo di colei che si sarebbe rivelata una delle migliori macchine nella storia moderna di questo sport: la Polo R WRC. Il 2012 si rivelò dunque anno di transizione che si chiuse con un decimo posto.

Arriviamo quindi al 2013, l'anno "zero" della carriera di Sebastien. Volkswagen mette in strada la nuovissima Polo: le aspettative non sono altissime, si pensa che occorra almeno un anno per mettere a punto la nuova creatura della casa tedesca. Non proprio, perché delle 13 prove totali la Polo trionfa 10 volte, mentre sono 9 i centri di Ogier che vince il campionato con 114 punti di vantaggio su Neuville. La neonata della casa teutonica sbalordisce sotto ogni punto di vista, Ogier vince a mani basse anche i due campionati successivi, per poi ripetersi quest'anno. I numeri sono impressionanti: dei 50 rally finora disputati l'auto di Wolfsburg ne ha vinti 41, per una media del'82% di vittorie: semplicemente impressionante. Questi numeri le hanno permesso di portarsi al terzo posto assoluto nella classifica delle macchine più vincenti della categoria, addirittura al secondo se si prende in considerazione solo il periodo WRC. Davanti a lei solamente le leggendarie Lancia Delta e Subaru Impreza a quota 46 e la Ford Focus RS WRC a 44. La differenza sbalorditiva, però, è che tutte le auto citate hanno raggiunto quelle cifre con diverse evoluzioni, mentre la Polo è sempre la stessa che corse a Montecarlo nel 2013. Insomma, VW ha creato un qualcosa che mai si era visto prima. Ma attenzione, già dal prossimo anno si potranno riscrivere tutte le classifiche ed i record.

Al volante di questo...scherzo della meccanica (perchè francamente solo cosi si può definire un'auto dalle prestazioni simili), Ogier si è issato prepotentemente ai vertici delle classifiche individuali WRC. Secondo posto assoluto come punti conquistati, gare vinte e allori iridati. L'obiettivo, mai dichiarato espressamente, è sicuramente quello di andare a prendere Loeb, che Ogier pubblicamente da sempre considera il metro di paragone. Sicuramente i mezzi non mancano: l'anno prossimo Volkswagen ha annunciato di aver sviluppato una Polo ancora più performante per adeguarsi al corposo cambio di regolamento. L'unico ostacolo che potrebbe frenare Ogier dal diventare il pilota più vincente della storia, semmai, è il tempo: oggi Seb ha 32 anni, 33 il prossimo 17 dicembre. Per eguagliare il primato di Loeb dovrebbe vincere ininterrottamente i prossimi 5 campionati: fino ai 38 anni, che tra l'altro è la stessa età che il suo omonimo aveva quando trionfò per la nona volta. Che belle coincidenze ci regalano a volte i numeri...

Un'impresa che avrebbe dell'incredibile, am che rimane molto difficile. I giovani spingono, la concorrenza non sta certo ferma a mangiare neve o polvere, la FIA vorrà sempre campionati avvincenti e per questo ritoccherà, come fa in ogni categoria, il regolamento ad hoc per riequilibrare le forze in gioco. Dall'altra parte però ci saranno sempre loro due: Seb Ogier e la sua fida Polo R WRC che, sgommata dopo sgommata, una speciale alla volta, un rally dopo l'altro, cercheranno di rimanere dove sono, ininterrottamente, da 959 giorni: al primo posto.

Alessandro Gazzoni