Nell’immediato futuro i prototipi DPi (Daytona Prototype international), che assieme alle LMP2 formano la classe assoluta P (Prototype) dell’IMSA, potrebbero essere ammessi nel Mondiale Endurance, più precisamente nella classe LMP1 non ibrida. Ad affermarlo è stato il Direttore Tecnico dell’ACO, Vincent Beaumesnil, in un’intervista rilasciata sul sito web Endurance Info.

Dopo il no iniziale in merito alla loro ammissione alla 24 Ore di Le Mans, l’ente francese porrebbe le basi per un dietrofront, il tutto per incrementare il numero di partenti, che quest’anno vedrà al via in solitaria la CLM P1/01-Nissan del ByKolles Racing. Tuttavia, Beaumesnil, ha spiegato quali debbano essere i requisiti che i futuri team partecipanti dovranno rispettare nella classe: non sarà previsto il coinvolgimento in prima persona da parte delle case ufficiali, con l’elettronica e il flusso di carburante delle vetture che dovranno essere conformi con il regolamento della classe LMP1 non ibrida.

Ricordiamo che, a differenza delle LMP2, sottoposte al vincolo dei quattro costruttori (Dallara, Onroak Automotive, Oreca e Riley Technologies) e del monomotore (Gibson), i DPi dispongono di maggior libertà telaistica e motoristica. Al momento nessuna squadra ha espresso interesse nel disputare la classica francese, se non la Mazda, che ha debuttato alla 24 Ore di Daytona con la nuova RT24-P: basata sul telaio della Riley Mk.30 LMP2, progettato e costruito dalla Multimatic Motorsport, essa è spinta dal motore AER 2.0 turbo quattro cilindri da circa 600 CV.

Intanto, il prossimo anno è previsto l’arrivo del prototipo realizzato in partnership fra Dallara e BR Engineering, oltre al ritorno della Ginetta (che metterà a disposizione i propri telai per i team) e il tanto agognato approdo (ancora in attesa di conferma definitiva) del prototipo della Perrinn Limited.

Matteo Milani

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