Le due McLaren a Silverstone
Credits: F1 Official website

Il Gran Premio di Gran Bretagna ha dato alcune delle risposte che stavamo aspettando, tra conferme e sorprese. Una di queste, certamente riguarda McLaren in generale e Lando Norris in particolare. Il team di Woking è cresciuto, è la seconda forza per prestazioni dietro alla Red Bull di Verstappen (e solo la sua), con una tendenza ad essere la migliore in alcune frazioni di weekend. Manca però quel centesimo per fare l’euro, e, si badi bene, per vincere in F1 questa non è una cosa da poco. Stesso discorso è da fare per Lando Norris, il quale, si badi bene, è senza dubbio un grande talento, ma ha ancora delle lacune da colmare per diventare il numero uno, o quantomeno giocarsela con il Leone olandese Max Verstappen. 

La macchina c’è, il team…

Siamo ormai giunti a metà stagione, e bisogna dire che a livello di tecnica e prestazioni gli uomini di Andrea Stella hanno dimostrato di essere tra i migliori del lotto, quantomeno per costanza e capacità di reazione. La vettura è forse la più bilanciata del lotto, quella che dimostra di essere la più performante con entrambi i piloti. Dopo la grande crescita della passata stagione, a Woking erano chiamati ad una riconferma importante; bene, dal punto di vista squisitamente prestazionale, il target è stato raggiunto pienamente. 

Tutto bene, dunque? Beh, assolutamente no. Perché, con queste premesse, l’unica vittoria ottenuta a Miami è poco, troppo poco. Il terzo posto nei Costruttori, dietro una Ferrari che nell’ultimo mese ha raccolto solo le briciole e sembra essere totalmente alla deriva, sta stretto alla McLaren, ed è evidente che sugli aspetti più puramente racing c’è ancora tanto da lavorare.

La gara di Silverstone, inutile girarci intorno, è l’ennesima occasione persa, da parte di Norris (ci torneremo) e del team. Inizialmente, il ritardo nel chiamare ai box Oscar Piastri alla prima tornata di pit è incredibilmente colpevole, e in pratica toglie l’australiano subito dalla lotta per il podio. Lo stesso dicasi nel giro in più fatto fare a Norris prima di andare a montare le rosse. Poi, anche qui, qualcuno ha storto il naso per la scelta, vista la possibilità di avere a disposizione un set di medie nuove, che con Piastri hanno fatto faville, aumentando il rammarico per il doppio risultato che sarebbe stato raggiungibile. Esattamente come avvenuto in Canada qualche settimana fa. Insomma, una serie di errori e imprecisioni, che in F1 non sono concessi ad un team che vuole diventare vincente: Stella lo ha ammesso con grande schiettezza (come sempre, d’altronde), dopo la gara. Ora, presa consapevolezza, occorre lavorare per correggere le imperfezioni e diventare grandi.

Lando, veloce ma troppo… gentleman?   

Credits: F1 Official website

Il weekend di Lando Norris a Silverstone era iniziato con una fragorosa retromarcia. Quel “Max non mi deve chiedere nessuna scusa” ha stupito tanti, e se l’inglese pensava di spegnere le voci riguardo a quanto successo a Spielberg, beh, si è sbagliato di grosso. L’interpretazione più probabile è, forse, che avendo rivisto a freddo quelle immagini si sia accorto di come anche lui avrebbe potuto essere più cattivo e scaltro, lasciando con un palmo di naso un Verstappen palesemente in crisi di gomme. In tanti hanno interpretato la sua frase come sintomo di debolezza; questo è certamente esagerato, ma in pista Lando resta un po’ troppo… gentleman e incline a imprecisioni che sono fatali per il risultato. 

Il “lungo” al secondo pit gli è stato certamente fatale per la vittoria, avendogli fatto perdere diversi secondi nel cambio gomme. Poi c’è un’altra cosa, caro Lando: l’arrendevolezza nei confronti di un Max già più veloce di suo lascia veramente di stucco. Perché uscire di traiettoria e andare sull’umido dell’Hangar Straight, rinunciando così anche ad un minimo tentativo di indurre il rivale in errore? 

In questo, inutile nasconderselo, Norris e McLaren sono gemelli. Belli, bravi, veloci e pure simpatici (fino a quando lo vedremo presto); per essere vincenti, però, occorre altro. E quell’altro non è che sia proprio facile da acquisire (chiedere a Ferrari e Leclerc per conferma).  Il salto da fare è ampio, anche se potrebbe non sembrare tale. E va fatto al più presto, perlomeno per tenere acceso un lumicino in questo Mondiale che forse non è più così a senso unico. 

Nicola Saglia