Un sorridente Lewis Hamilton nel paddock di Monza
Credits: F1 Official website

Il trionfo della Ferrari a Monza ha riportato il sorriso sulle labbra degli uomini del Cavallino: tecnici, piloti e tifosi. Le emozionanti immagini della marea rossa sotto il palco ad osannare un Charles Leclerc in stato di grazia hanno suggellato una sorta di patto realizzato tra le parti nel momento in cui il monegasco è entrato nella Scuderia di Maranello. Attenzione, però, perché questo matrimonio si sta trasformando in anticipo in un ménage a trois che dovrà essere assolutamente tenuto sotto controllo; Lewis Hamilton, infatti, pare già essere vestito di rosso, con tanto di parole al miele verso i tifosi che fino a un anno fa lo sommergevano di fischi. Conoscendo la volubilità delle parti, viene da farsi una domanda: che 2025 dovremo attenderci, a livello di umori, in casa Ferrari?

Lewis “sente” già le connessioni

Lewis Hamilton è uno dei piloti più forti della storia; uno che ha vinto sette volte il Mondiale non si può mettere in discussione. Il suo approdo alla Ferrari metterà insieme due degli attori più influenti nel panorama del motorsport attuale, andando a creare un binomio unico e probabilmente molto difficile da replicare in futuro.  Per molti, la Scuderia rappresenta lo sbocco ideale per il campione di Stevenage, che potrà chiudere qui in bellezza la sua carriera cercando l’ottavo titolo in Rosso. 

A Monza, nell’ultimo GP europeo corso con i colori Mercedes, Lewis ha chiuso in quinta posizione una gara accorta, senza particolari picchi, andando a massimizzare il potenziale della sua vettura. Ma l’inglese ha fatto forse più notizia per le sue dichiarazioni a fine gara, in cui è parso già essere praticamente vestito di rosso. 

Vedere la Ferrari vincere oggi è veramente fantastico, dev’essere davvero incredibile la sensazione per Charles: che circuito in cui vincere per la Rossa! Sin dall'inizio vedevo i fans della Ferrari guardarmi con occhi diversi, con uno sguardo differente, è un passaggio davvero interessante e penso che sarà veramente eccezionale correre qui il prossimo anno, quando sarò ferrarista. Con i tifosi sentivo una connessione, sapendo che l’anno prossimo sarò uno di loro.

Belle parole, non c’è che dire. Per certi versi anche emozionanti, che metterebbero quasi voglia di fare un bel fast forward fino a marzo 2025. Poi, però, la razionalità (mischiata ad una certa nostra “bastardaggine” di fondo) ci riporta alla realtà e ci fa pensare che forse sarebbe meglio andarci con i piedi di piombo. Non fosse altro perché, grazie a Dio, molti di noi hanno ancora la memoria buona. 

San Lewis da Stevenage

No, quel “san” davanti al nome di battesimo di Hamilton non è un errore di battitura. L’uomo di Stevenage ancora non ha moltiplicato pani e pesci, non ha guarito malati e non ha salvato ancora vite a mani nude. Ma vi sarete resi conto, speriamo, che negli ultimi nove mesi (guarda tu il caso…) una certa parte dell’informazione italiana tra televisioni, organi di stampa e social ha messo su una specie di fastidiosissima campagna di beatificazione per lo stesso Hamilton.

Una persona bellissima, senza dubbio, ma che in pista ha le sue luci e le sue ombre. Ecco, proprio queste vengono all'occorrenza dimenticate, con Lewis in pratica diventato il Cavaliere senza macchia e senza paura della F1, superiore ad ogni disputa e ad ogni polemica. Una narrazione che è ben lungi dalla realtà, e chi ha un briciolo di onestà intellettuale potrebbe ammetterlo anche se, lecitamente, parteggia per lui. Non staremo qui ad elencare episodi controversi che lo hanno visto protagonista; sarebbe di cattivo gusto e fuorviante. Nessuno vuole gettare ombra sulla sua figura, sia chiaro. Il rispetto al pilota e all’uomo è dovuto, ma proprio per questo è giusto ricordarsi di tutto quando se ne parla, e non solo delle grandezze. 

Dal “pubblico difficile” del 2018 agli “occhi diversi” del 2024

Oggi è stato difficilissimo. Anche se la negatività non è mai una grande cosa, è quello che mi ha dato la spinta per tutta la gara. A dirla tutta, mi incoraggia e mi dà ancora più energia. Con tutta la pressione che sentiamo addosso, si può dire che sto guidando ai miei migliori livelli. Riuscire a farlo in casa della Ferrari, con un pubblico così difficile, rende questa gara ancora più speciale.

Chi avrà mai pronunciato queste parole, proprio a Monza, non più tardi di sei anni fa? Ebbene sì, proprio lui, Lewis Hamilton, fresco vincitore del GP su Mercedes. A chi suona strano sentirlo pagare di “negatività, pubblico difficile”, evidentemente manca una parte della storia. 

Tornando al discorso di domenica, è tornata a galla una caratteristica peculiare del modo di essere dell’inglese, che ci viene difficile descrivere senza usare una locuzione poco elegante. Chiamiamola captatio benevolentiae, dai. Nel suo periodo d’oro, quando le vittorie fioccavano copiose se ben ricordate, non perdeva occasione, appena smontato dalla macchina, di arringare i tifosi con un classico: “Questo è il più bel pubblico del mondo”. Questo che si trovasse in Cina, a Silverstone o a Sochi; nessuna pista (e nessun pubblico) faceva differenza. E molti di quelli che lo incensano ora quasi beatificandolo, non perdevano occasione per sottolineare: “Eh ma dai, lo dice sempre, non è mai sincero, è un personaggio costruito che vince perché ha la macchina forte. E poi, dai, ma come si veste? E poi, dai, sempre con questi cani in mezzo…”, e via così. Sic transit gloria mundi.

Una situazione nuova per Ferrari

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Charles e Lewis, la coppia Ferrari del 2025.

L’arrivo di Hamilton porterà a Maranello una situazione inedita, e Vasseur si troverà a dover gestire due fenomeni estremamente diversi tra loro nell’ambiente forse più difficile del motorsport. Inutile nascondersi: Lewis è una vecchia volpe, e a Monza ha dato la chiara impressione di volersi rendere simpatico ad un pubblico che fino ad ora lo poteva sopportare come una ditata in un occhio, giusto per essere eleganti e non rischiare il ban. Chiunque sia stato negli ultimi quindici anni in Brianza e più recentemente a Imola, lo può testimoniare: Hamilton è sempre stato il nemico numero uno. Chi dice il contrario, mente. 

D’altra parte, i tifosi hanno dimostrato di essere spesso molto volubili e poco inclini a perdonare cali di prestazione. La parabola di Vettel sta lì a dimostrarlo. Proprio per questo, la Scuderia dovrà cercare in tutti i modi di proteggere colui che deve diventare la pietra miliare su cui costruire il futuro: Charles Leclerc. Un fenomeno, il monegasco, con un potenziale inespresso enorme, e non sempre per colpa sua. Troppe e troppo ingenerose sono le critiche arrivate nei suoi confronti; l’arrivo di Hamilton per lui potrebbe rappresentare un pericolo, anche perché la linea comunicativa nel nostro Paese, lo ripetiamo, in questi mesi ha già preso una direzione ben precisa che non riusciamo a definire obiettiva, perdonateci. 

Detto questo, il futuro è tutto da scrivere, e sarà per la maggior parte nelle mani di Leclerc e Hamilton. Per il resto, la sfida di Vasseur sarà gestire il tutto senza andare a creare malumori da una parte o dall’altra, soprattutto se si vorrà costruire qualcosa di bello. Mica facile, certo: ma, d’altronde, anche questa è la Ferrari.

Nicola Saglia