Gare di un tempo: il Circuito di Avellino
L'Italia e i motori hanno sempre avuto uno stretto legame. Tanti i piloti che si sono affacciati al mondo delle corse, tante le case automobilistiche che hanno segnato la storia. E tanti sono anche i circuiti sparsi sul territorio nazionale... ma un tempo erano molti di più. Ad esempio, quasi 100 anni fa ad Avellino si correva la “Coppa Principe di Piemonte”, gara automobilistica intitolata ad Umberto II di Savoia.
L’edizione inaugurale risale addirittura al 1928, disputata su un tracciato che misurava ben 24,951 km. In quel periodo tuttavia non era inusuale correre su circuiti così lunghi, anzi, era la normalità. Le piste, che oggi vediamo come impianti in cui la sicurezza è il principale requisito, erano un lontanissimo miraggio: i percorsi erano infatti quelli che oggi chiamiamo circuiti cittadini, ma che attraversavano più comuni e molto spesso non asfaltati.
Nella fattispecie il tracciato irpino toccava non solo il comune di Avellino, ma anche quelli di Monteforte, Forino e Contrada, attraversando colline e boschi.
Su questo suggestivo circuito si sono svolte ben sei edizioni consecutive della “Coppa Principe di Piemonte” dal 1928 al 1933. Nell’albo d’oro compaiono nomi celebri del calibro di Luigi Fagioli, vincitore il 6 luglio 1930 e ricordato successivamente per essere ancora oggi il pilota più anziano ad aver vinto un Gran Premio di Formula 1 grazie ai suoi 53 anni e 22 giorni.
A passare per primo sotto la bandiera a scacchi di Avellino anche Tazio Nuvolari, che ha ottenuto il successo il 24 luglio 1932. Per il “Mantovano Volante” anche il record assoluto sul giro con una media di 96,273 km/h ed un tempo di 15 minuti, 33 secondi e 9 decimi, nonché quello sull’intera distanza di gara, completata con la media di 94,750 km/h.
Dopo l’edizione del 1933 la “Coppa Principe di Piemonte” non si è più disputata, ma in Campania il motorsport ha continuato ad avere rilevanza grazie alla “Coppa Principessa del Piemonte”, gara in scena a Napoli ed intitolata a Maria Josè del Belgio, moglie di Umberto II di Savoia e ultima regina d’Italia. Cinque le edizioni della corsa partenopea fra il 1933 ed il 1939.
Dopo uno stop forzato a causa della seconda guerra mondiale, la città di Avellino ha riavuto il suo Gran Premio nel 1950, nel 1951 e nel 1953, sotto il nome di “Coppa Alberto di Marzo” e su un tracciato nuovo, cambiato continuamente nel corso delle tre edizioni e con lunghezza compresa tra i 6,3 km e i 9,6 km.
Proprio all’ultima edizione del ’53 risale la partecipazione, seppur poco fortunata, di Maria Teresa De Filippis (costretta al ritiro dopo 28 giri), al volante di un’OSCA 1100 costruita dai Fratelli Maserati. Mai più l'occasione di riscattare questo risultato per la pilota napoletana, in quanto da quel 12 luglio 1953 il Circuito di Avellino è solo un ricordo.
ALBO D'ORO
COPPA PRINCIPE DI PIEMONTE
16 settembre 1928: D’IPPOLITO Guido (Alfa Romeo 1500-compressore) 7 luglio 1929: MORANDI Giuseppe (OM) 6 luglio 1930: FAGIOLI Luigi (Maserati) 19 luglio 1931: BORZACCHINI Baconin Mario Umberto (Alfa Romeo 2000) 24 luglio 1932: NUVOLARI Tazio (Alfa Romeo 2300) 6 agosto 1933: SIENA Eugenio (Alfa Romeo)
COPPA ALBERTO DI MARZO
27 agosto 1950: BELLUCCI Luigi (Lancia Aurelia) 19 agosto 1951: BELLUCCI Luigi 12 luglio 1953: MUSSO Luigi (Maserati 2000)Dati e foto raccolti dal portale automobilismoirpino.it
Carlo Luciani