A Montreal la Ferrari svela il suo "lato B"
Annunciata da Montezemolo ed invocata da piloti e tifosi del Cavallino, arriva finalmente in Canada la “nuova” versione della F14T, chiamata a risollevare le sorti della Rossa dopo un inizio di stagione letteralmente dominato dai colori Mercedes. Anche se chi si attende dei miracoli, dal punto di vista sportivo, dovrà comunque ridimensionare le proprie aspettative: la Ferrari “evoluta” presenterà sul circuito intitolato a Gilles Villeneuve importanti aggiornamenti, ma da qui a vedere magicamente annullato il gap finora accusato dalle Frecce d’Argento ce ne corre. E di questo a Maranello ne sono pienamente consapevoli: le risposte che ci si attende da queste novità sono infatti soprattutto legate all’opportunità o meno di continuare a concentrare uomini e risorse sulla vettura attuale, piuttosto che iniziare a pianificare il 2015 anticipando la concorrenza. Ma quali saranno le aree oggetto di interventi su una vettura che sin qui ha palesato più di una difficoltà? Innanzitutto, l’aerodinamica. E non potrebbe essere altrimenti, visto che i regolamenti limitano pressoché al minimo la possibilità di intervenire su power unit già “congelate” dalla fine di febbraio. Ma il drastico taglio all’aerodinamica dato alle vetture 2014 ha reso anche in questa sezione gli interventi ben più problematici. Il gruppo capeggiato da James Allison ha lavorato nella direzione tale da ovviare alla generale carenza di carico sin qui manifestata dalla F14T, puntando a presentare sin dalle libere di Montreal una serie di soluzioni che poi potranno tornare utili anche in piste dalle caratteristiche assai differenti. Intanto, sul circuito che sorge nell’isola di Notre Dame, visto anche il lunghissimo rettifilo che precede la zona box, verranno introdotte ali a basso carico sia all’anteriore che al posteriore, nel tentativo di ottenere velocità di punta più elevate. Anche se l’alettone ad un solo profilo, imposto dai nuovi regolamenti, permetterà soltanto di attuare interventi volti a ridurre la resistenza aerodinamica ed a raggiungere un corretto bilanciamento tra avantreno e retrotreno. Sempre in tale ambito, sono state studiate modifiche al fondo scocca, ed in particolar modo nella zona del deflettore: l’obiettivo è quello di ottimizzare il flusso in tale zona prevenendo il fenomeno legato all’instabilità nei trasferimenti di carico, i quali a loro volta rendono spesso imprevedibile il comportamento della monoposto in curva.
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