Ferrari, attacco hacker contro l'azienda: "Non pagheremo il riscatto"
Ferrari ha comunicato di aver subito un attacco ai propri sistemi informatici. L'azienda ha fatto sapere che non accetterà nessuna richiesta di riscatto.
L'attacco
Ad essere colpita non è stata la parte sportiva, ma quella stradale e ad essere rubati sono stati diversi dati di contatto di alcuni clienti. La squadra di Maranello, tuttavia, ha annunciato che non accetterà di pagare nessuna richiesta di riscatto: "Acconsentire a simili richieste - afferma la Ferrari in un comunicato - finanzierebbe attività criminali e permetterebbe agli autori delle minacce di perpetuare i loro attacchi. Non c'è nessun impatto sull'operatività dell'azienda".
"Dopo aver ricevuto tale richiesta abbiamo immediatamente avviato un'indagine in collaborazione con una società di cybersicurezza leader a livello mondiale. Inoltre, abbiamo informato le autorità competenti e siamo certi che faranno tutto quanto in loro potere nello svolgimento delle indagini. Siamo convinti che la migliore linea d'azione sia quella di informare la nostra clientela, abbiamo notificato ai nostri clienti la potenziale esposizione dei loro dati e la natura dell'evento".
Per vedere come si evolverà la faccenda non resta che attendere, per capire chi vincerà questo braccio di ferro tra la Ferrari e gli hacker.
I precedenti
Non è la prima volta che la Ferrari deve fronteggiare un attacco inerente la propria sicurezza interna. Tralasciando il famoso caso della Spy Story del 2007, anche lo scorso ottobre a Maranello si sono trovati a doversi difendere da un attacco informatico. In quel caso venne hackerata tramite ransomware, un tipo di malware che viene inoculato all'interno dei sistemi informatici per cifrare i dati e chiedere poi un riscatto tramite criptovalute, pena la cancellazione dei dati. La cosa tragicomica fu che quest'attacco avvenne a meno di una settimana di distanza dall'inizio della partnership con l'azienda rumena Bitdefender, specializzata proprio nell'ambito della sicurezza informatica e il cui logo campeggia sulle monoposto di Sainz e Leclerc.
Alfredo Cirelli